venerdì 23 novembre 2012

PROTESTE DI PIAZZA: NON SI FACCIA IL GIOCO DEL SISTEMA

Domani, a Roma, sono attese diverse manifestazioni di protesta contro l'austerità del governo Monti. Lo ritengo un segno parzialmente positivo, perché è pur sempre una speranza che qualcosa possa ancora cambiare, che qualcuno inizi a dirsi finalmente stanco di dover continuamente pagare e voglia reagire. Un buon proposito, dunque, che non deve essere assolutamente vanificato dall'arrendersi alla tentazione, addirittura comprensibile in certi casi, ma assai controproducente ed idiota, di lasciarsi andare alla rabbia cieca se non, peggio, di distruggere e incendiare. Un errore -si diceva- non solo perché si tratta di comportamenti censurabili sotto il profilo etico e legale, ma perché, oltrettutto, offrono un'ancora di salvezza proprio a quei soggetti che la protesta vorrebbe colpire: Napolitano e i suoi figli e figliocci Monti, Fornero, Cancellieri e compagnia bella.
Con la protesta violenta o con i comportamenti delinquenziali, infatti, si permette a questi signori di ripararsi dietro allo scudo dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, legittimandoli pure ad ipotizzare l'ormai celebre "arresto differito" o l'applicazione del DASPO: niente altro che mezzucci per mandare in galera quanti più individui possibile e, quindi, per dissuadere tanti manifestanti dal partecipare. Questa, a casa mia, è repressione della peggior specie; oltrettutto, è un modo disgustoso, (anche se tremendamente efficace), per non dover ascoltare le voci di insofferenza, di stanchezza e di malcontento che si leveranno delle piazze romane (nella maggior parte dei casi, perché bisognerà aspettarsi pure manifestazioni di bassa lega!). Voci che porranno l'attenzione sui tanto declamati diritti, con cui per un settantennio si sono ammansite le masse; proprio quei diritti a cui lo stato "democratico" non vuole né può dare attuazione, perché troppo impegnato a servire i poteri forti e a curarsi dei privilegi della casta.
Per cui, cari i miei manifestanti, vedete di usare il cervello, almeno stavolta. In ballo non ci sono soltanto la vostra incolumità e la vostra incensurabilità; ci sono anche i destini di tutti quegli italiani che, per i più disparati motivi, non potranno unirsi alla vostra protesta, che -a ben vedere- è la nostra protesta.

Roberto Marzola.

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