BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


sabato 26 marzo 2011

LE IDIOZIE DI PALMIRO TOGLIATTI.

Nell'anniversario della nascita di Palmiro Togliatti, definito nel corso del tempo "il migliore", provo a rinfrescare la  memoria degli Italiani sul suo conto.
Di questo signore ancora oggi si tessono le lodi; difatti, sotto la sua segreteria, il P.C.I. divenne il più grande partito comunista d'Europa,(arriverà a sfiorare il 35% dei consensi alla Camera alle elezioni del 1976, quando il testimone fu raccolto da Berlinguer). Un partito vicino a Mosca, dove i suoi membri erano soliti passare lunghi periodi d'indottrinamento forzato con lo scopo di divulgare il "vangelo comunista" al loro rientro in Italia. Togliatti fu bravo anche a ritagliarsi un ruolo importantissimo a livello internazionale: membro di spicco del Comintern e  vicino alla presidenza del Cominform. Fu amico e collaboratore di Stalin, nonché del maresciallo Tito. In Russia esiste addirittura una città che porta il suo nome.

Forse però non tutti gli Italiani ricordano certe sue esternazioni. Mi prendo la briga di riproporle, lasciando a voi qualsiasi giudizio in merito. Il mio punto di vista a circa questo figuro è sin troppo noto, (ed emerge già dal titolo). Buona lettura!

"è per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano"
XVI Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica, tenutosi a Mosca nel 1930.


Parlando della situazione politica italiana ebbe a dire che si doveva: "abbattere il fascismo; scartare dalla scena politica i partiti d'opposizione costituzionale e riformista; riunire dietro di sé le masse operaie e contadine per un'azione di classe mirante alla conquista del potere" 
"Lo stato operaio. Programma d'azione 1924"


Allo scoppio della Rivoluzione Ungherese, etichettò come "fascisti" gli insorti d'Ungheria facendo pressioni sul PCUS perché li schiacciassero. Votò a favore della condanna a morte di Imre Nagy,  membro del partito comunista ungherese, favorevole ad un'apertura con l'occidente e personalità di spicco della rivoluzione ungherese, giustiziato nel 1958 a seguito del fallimento della rivolta.
 [Fonte: WIKIPEDIA- ENCICLOPEDIA TRECCANI]


Alla morte di Stalin, tenne un discorso alla Camera in cui diceva che: "Giuseppe Stalin è un gigante del pensiero, è un gigante dell'azione. Col suo nome verrà chiamato un secolo intero, il più drammatico forse, certo il più denso di eventi decisivi della storia faticosa e gloriosa del genere umano [...]". Successivamente, i mutati equilibri all'interno del PCUS, (che pose in essere un'opera di destalinizzazione forzata), lo costrinsero a dire che: «Stalin divulgò tesi esagerate e false, fu vittima di una prospettiva quasi disperata di persecuzione senza fine, di una diffidenza generale e continua, del sospetto in tutte le direzioni». 
(Fonti: seduta del 6 marzo '53 e "L'Unità" 15 marzo '56).



Tra il 1945 ed il 1948 il PCI esalta Tito, che definisce il nuovo Garibaldi, e solidarizza con lui fino ad appoggiare le sue pretese sulla Venezia Giulia. Il 7 novembre 1946 Palmiro Togliatti va a Belgrado e rilascia a L'Unità la seguente dichiarazione: Desideravo da tempo recarmi dal Maresciallo Tito per esprimergli la nostra schietta e profonda ammirazione...
Il PCI si adegua immediatamente ed in occasione di un nuovo viaggio di Palmiro Togliatti a Belgrado, L'Unità del 28 maggio 1956 pubblica un'intervista in cui il segretario afferma: (...) Scopo della mia visita a Belgrado è di riannodare relazioni regolari con i comunisti jugoslavi dopo la grave frattura provocata dall'erronea decisione del Cominform (...). (Wikipedia)




Sempre a proposito dei rapporti con Tito scriverà: "Lavoratori triestini! Il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con esse nel modo più stretto"


Degli esuli istriani, dalmati e giuliani dirà: "in Sicilia hanno il bandito Giuliano, noi qui abbiamo i banditi giuliani" [...]"Questi relitti repubblichini, che ingorgano la vita delle città e le offendono con la loro presenza e con l'ostentata opulenza, che non vogliono tornare ai paesi d'origine perché temono d'incontrarsi con le loro vittime, siano affidati alla Polizia che ha il compito di difenderci dai criminali. Nel novero di questi indesiderabili, debbono essere collocati coloro che sfuggono al giusto castigo della giustizia popolare jugoslava e che si presentano qui da noi, in veste di vittime, essi che furono carnefici. Non possiamo coprire col manto della solidarietà coloro che hanno vessato e torturato, coloro che con l'assassinio hanno scavato un solco profondo fra due popoli. Aiutare e proteggere costoro non significa essere solidali, bensì farci complici" (archivio centrale di Stato, Pres. Cons. Ministri,48-50, serie 1.6.1, fasc. 25049/1a).

Infine dalle pagine dell'Unità (1945), a proposito degli stessi esuli, fece scrivere: "Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall'alito di libertà che precedeva o coincideva con l'avanzata degli eserciti liberatori. I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune, non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi".




Non c'è che dire: un bell'esempio di politico "illuminato", "lungimirante" e "amante della Patria", vero? Onestamente, più che Palmiro Togliatti, mi sembra Palmiro Cangini, personaggio comico di Zelig..

R.M.
 



1 commento:

  1. altro che idiozie! se mi consenti il neologismo, le frasi che hai riportato sono "comunistate". la prima, quella di sentirsi onorato di non appartenere ad un popolo di mandolinisti, basta ed avanza. tutto il resto non può che esserne la conseguenza. questa volta, però, non mi scaglierò verso il nemico ma verso quelli che, a quei tempi, come oggi dell'azione avevano perso ogni ricordo. eppure la cruenza e la vicinanza degli eventi avrebbe dovuti sorreggerli nella determinazione. possibile che nessuno dei vecchi brigatisti neri, dei legionari, della X avesse imboscato un moschetto? possibile che nessuno abbia avuto il coraggio di abbattere il "migliore" maiale che la storia italiana abbia dovuto registrare? una pallottola, una sentenza. senza i clamori di improbabili attentati destinati al fallimento ed accrescergli l'aureola di una mistica predistinazione. la vera colpa dello squallido profferire di alcuni è maggiormente ascrivibile a chi non glielo ha impedito che neppure a chi ha dato fiato al culo. tragicamente ieri come mestamente oggi.

    RispondiElimina