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Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


venerdì 1 luglio 2011

PAGINE DI STORIA DIMENTICATE: PERASTO

Credo che l'Italia sia uno di quei Paesi che ha la memoria storica più corta di tutti gli altri. Per l'italiano avere coscienza piena del proprio passato è compito assai arduo, perché trattatasi di una storia avvincente sì, ma enorme, sconfinata, e che si muove in una direzione tutt'altro che retta!
Così capita, purtroppo, di dimenticare pagine di storia importantissime, forse "scomode" da un certo punto di vista; ma la loro importanza resta scolpita nel marmo.

E' il caso di
 Perasto, cittadina situata all'interno delle Bocche di Cattaro, oggi Montenegro. La sua storia è commovente per via della fedeltà, per il senso d'appartenenza e per il patriottismo che ne emergono. Difficile trovare una città che si senta più italiana, (anche se allora era forse più corretto dire veneziana, più che italiana); eppure l'abbiamo dimenticata, permettendo che la polvere del tempo la sommergesse. Cerchiamo allora di riportarla alla memoria, come sicuramente meritano le gesta dei suoi cittadini!
Perasto

Perasto entrò a far parte dei possedimenti di Venezia nel corso del Medioevo, pur a periodi intermittenti. Entrò definitivamente nella sua orbita a partire dal 1420. Vi rimarrà fino al 1797. Per la sua posizione strategica a ridosso del mare divenne un importante centro navale che ospitava ben 4 cantieri, una flotta di oltre 100 navi, (destinate a distinguersi nell’epica battaglia di Lepanto del 1571), e ben 1700 abitanti, (contro i poco più di 350 odierni)[1]. La sua fedeltà alla madrepatria veneziana , dimostrata nel corso dei secoli durante assedi e guerre sulla terra e sul mare, valse numerosi e prestigiosi riconoscimenti. In particolare, fu concesso alla città l’onore di custodire il gonfalone di guerra della flotta veneta; la guardia personale del Doge in battaglia, poi, era costituita dai "Gonfalonieri di Perasto", un Corpo indipendente della Milizia Veneta da Mar, sotto il diretto comando del Capitano Generale da Mar [2].
La pagina più commovente della sua storia, però, resta quella della sua caduta per mano delle truppe austriache. Le armate di Venezia, infatti, vinte dal nemico, decisero di abbandonare il campo; i perastini, invece, decisero di darsi un autogoverno e di rimanere veneziani fino all’arrivo definitivo del nemico. Scelsero di seppellire i vessilli, di cui erano i difensori, sotto l’altare del duomo, piuttosto che consegnarli al nemico. Durante la solenne cerimonia, Giuseppe de Viscovich, capitano della guardia, pronunciò un discorso che trasuda di eterno, di amore, di patriottismo, di lealtà e di fedeltà. Un discorso che vale la pena di leggere  e che dà il senso della differenza di valori tra ieri ed oggi, di come quei valori oggi siano ridotti al nulla e di come dal nulla siano stati rimpiazzati. Ed è con le sue parole che mi commiato e vi do appuntamento al prossimo articolo.
Buona lettura,
Roberto Marzola.


In questo amaro momento che lacera il nostro cuore; in questo ultimo sfogo d'amore e di fede al Veneto Serenissimo Dominio, ci sia di conforto, o Cittadini, il Gonfalone della Serenissima Repubblica, ché la nostra condotta presente e passata giustamente ci assegna questo atto fatale, per noi virtuoso e doveroso.
Sapranno da noi i nostri figli, e la Storia del giorno farà sapere a tutta Europa, che Perasto ha degnamente sostenuto fino all'ultimo l'onore del Veneto Gonfalone, onorandolo con questo atto solenne e deponendolo bagnato del nostro universale amarissimo pianto.
Sfoghiamoci, Cittadini, sfoghiamoci pure; ma in questi nostri ultimi sentimenti, con i quali sigilliamo la gloriosa carriera corsa sotto il Serenissimo Veneto Governo, rivolgiamoci a questa insegna e in essa consacriamo il nostro dolore.
Per trecentosettantasette anni la nostra fede e il nostro valore la hanno custodita per Terra e per Mare, ovunque ci abbiano chiamato i suoi nemici, che sono stati anche quelli della Religione.
Per trecentosettantasette anni le nostre sostanze, il nostro sangue, le nostre vite sone sempre state dedicate a Te, San Marco; e felicissimi sempre ci siamo reputati di essere Tu con noi e noi con Te; e sempre con Te siamo stati illustri e vittoriosi sul Mare.
Nessuno con Te ci ha visto fuggire; nessuno, con Te, ci ha visto vinti o impauriti!
Se il tempo presente, infelicissimo per imprevidenza, per dissennatezza, per illegali arbitrii, per vizi che offendono la Natura e il Diritto delle Genti, non Ti avesse tolto dall'Italia, per Te in perpetuo sarebbero state le nostre sostanze, il sangue, la nostra vita; piuttosto che vederTi vinto e disonorato dai Tuoi, il nostro coraggio e la nostra fede si sarebbero sepolte sotto di Te!
Ora che altro non resta da fare per Te, il nostro cuore Ti sia tomba onoratissima e il più puro e grande elogio, Tuo elogio, siano le nostre lacrime” [3].

2 commenti:

  1. Sarebbe stato bello metterlo anche in lingua originale.

    "Ti con nu, e nu con ti"


    E per chi viva? SAN MARCO !!!!

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  2. Lo so caro Giorgio!

    Difatti ho messo il link in cui è contenuto il discorso in lingua originale. L'ho messo in italiano perché io, ad esempio, non riesco a capirlo tutto!

    Grazie per la "fedeltà" e per la puntualità. Di cuore!

    Roberto

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