BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


mercoledì 27 luglio 2011

QUEL VECCHIO SOGNO CHIAMATO EUROPA

Il post che segue può essere considerato la prosecuzione, logica ed ideale, di quello riguardante i tragici fatti norvegesi e la squallida manovra politica che ne è scaturita. Viste le macchinazioni e le storpiature che sono state operate, è bene cercare di gettare un fascio di luce su quegli ideali sui quali le forze cd. “di sinistra” stanno cercando di gettar fango per l’ennesima volta!
Credo di poter parlare a nome di tanti se dico che il sogno resta quello dell’Europa, della vecchia Europa. Userò il plurale quindi; a questa voce potrà unirsi quella di chiunque voglia dire la sua.
Europa non è e non può essere solo un’espressione geografica. Così come l’Europa non è solo un’accozzaglia di stati satellite, messi insieme da interessi economici e monetari. Nossignore: come ho già detto altre volte, ritengo che l’Europa delle banche e delle monete sia solo un contenitore vuoto, uno strumento buono per soddisfare gli sporchi interessi dei soliti noti.
Noi vogliamo, invece, un’Europa libera da egemonie straniere, orgogliosa del suo passato di dominatrice e civilizzatrice dei popoli, fiera e consapevole delle proprie radici romano-germaniche. Un’identità in cui credere e in cui rispecchiarsi quotidianamente per cercare di sottrarsi al declino del mondo moderno. Perché, in fondo, crediamo che esistano due nature: un ordine fisico e uno metafisico, che si traducono nella “regione superiore dell’essere” e in quella “inferiore del divenire”. Ne deriva che il vostro progresso, ovverosia la graduale perdita di contatto col sovrannaturale e col mondo della Tradizione, è proprio la causa del declino della nostra Europa. Quel progresso, fatto solo di consumo, che ha portato ad un io ipertrofico, che è solo quello mortale del corpo e che attiene solo al mondo materiale, mentre noi abbiamo la necessità di indirizzarci «alla realizzazione di forme effettivamente super-personali, di tendere ad una rinascita in una super- vita» per combattere il materialismo russo-americano. Una super -vita che può sgorgare solo dalla dirompente forza della Tradizione e delle sue categorie, dalla ri- valorizzazione dell’uomo, inteso non come potenziale consumatore, ma come comunità, come insieme di persone, ognuna  sì dotata di una propria specificità, ma pur sempre inquadrata in una visione d’insieme, in una gerarchia predefinita, e ognuna portatrice di valori e tradizioni autoctone, genuinamente e orgogliosamente europee.  Una “visione organica” del tutto: dell’io, dello Stato, della società, della Nazione.
Dobbiamo, in altre parole, riscoprire l’antica anima europea, costituita da tanti frammenti. In particolare, dalla “pietas” romana, ossia quel senso di amore patriottico, di rispetto per la famiglia, (autentico e fondamentale “mattone sociale”), e per la gerarchia, valori magnificamente incarnati da Enea, progenitore di Roma, mezzo uomo e mezzo dio, eppure rispettoso dei valori tradizionali; dalla fierezza e dalla fedeltà dei popoli germanici, legati tra di loro da vincoli familiari, da patti di sangue e di onore; dalla purezza delle genti nordiche, così fiere delle proprio radici eppure così dolci, candide e mansuete come la neve d’inverno.  Nel riscoprire la nostra anima, la nostra identità e le nostre radici possiamo ispirarci alle esperienze del medioevo feudale, imperiale e cavalleresco che videro rinascere gli antichi valori, questa volta impersonati dalla magnifica personalità di Federico II di Svevia, dai cavalieri alla ricerca del Sacro Graal, (che può ben essere la metafora della propria essenza storica, culturale e sociale), dei trovatori che cantano valori immortali, giacché ritraggono l’uomo nel suo continuo sforzo di raggiungere orizzonti sempre nuovi e sempre più alti. Altro che “secoli bui”,insomma, definizione che si addice a ben altre epoche storiche: all’Illuminismo feroce, alla cruenta Rivoluzione Francese, alla Conferenza di Yalta e alla conseguente spartizione del mondo in aree di influenza, entrambe rette dal becero materialismo di cui sopra.
Questo è stato il peccato originale ed è questo che dobbiamo combattere, prima ancora che l’usura bancaria, le daneistocrazie, le barbare ondate migratorie e tutti gli altri mali che affliggono la nostra vecchia Europa!
Il primo passo, insomma, resta quello di riappropriarci di noi stessi. Serve  una “rivolta contro il mondo moderno”, una rivoluzione culturale, (come ho già avuto modo di dire), perché protagonista della storia non è tanto l’uomo, quanto la cultura. E’ la cultura che eleva e distingue dal mondo informe e gelido del materialismo consumista e comunista che attanaglia il mondo moderno. Come dicevo prima, dobbiamo arrivare ad un sovvertimento di tutti gli pseudo-valori di quest’epoca, per tornare ad uno stato primitivo, non ancora corrotto dalla mendacia e dalle convenzioni dell’oggi, e dominato da una sana barbarie, in cui l’uomo sia “buon selvaggio”, in cui riesca a ristabilire una continuità con le origini, nonché un rinnovato equilibrio tra lo spirito “apollineo” e quello “dionisiaco”.
Fatto questo, riscoperto il nostro vero “io”, tutto il resto verrà da sé e l’Europa tornerà ad occupare il posto che le spetta: non più serva, ma regina.  Soltanto riappropriandosi del suo passato, potrà impossessersi del suo futuro.
Roberto Marzola.
Liberamente ispirato da:
J. Evola – “Rivolta contro il mondo moderno
O. Spengler – “ Il tramonto dell’Occidente
F. Nietzsche – “La nascita della tragedia
R.Sermonti – “Stato organico

3 commenti:

  1. Ottime considerazioni: consiglio "Manifesto Antimoderno" di Luigi Iannone.

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  2. Oggi siamo negli anni più tenebrosi che l'umanità abbia mai conosciuto, la crisi della spiritualità oppressa da visioni e illusioni di benessere e bellezza eterna, corrotta dal luccichio dell'oro. Le comunità formate dafamiglie stanno sparendo perchè la famiglia non è più un punto di partenza ma un punto di arrivo, dove tutto finisce quando inevitabilmente si va a toccare gli inderessi dell'individuo, oramai estraneo a qualsiasi forma di sacrificio e rinuncia per un bene collettivo superiore! L'Europa ha nel suo Dna la medicina per questo decadimento spirtuale e culturale ma pochi in piedi tra le rovine, sanno ancora valorizzare il proprio effetto.quindi le speranze di salvare la nostri valori tradizionali e con loro la nostra millenaria civiltà è sempre più debole! Ma Noi Siamo Ancora qui e non consegneremo per una vità borghese e più agiata la spada che dovrà difendere e ripristinare la coscenza ideale che semprè più latita in questa nostra gloriosa terra! Matteo Urbani

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  3. E come dice la canzone: "credo in una gerarchia fatta di persone, NOBILI DI SPIRITO, DI UNA RAZZA SUPERIORE... DISTRUGGERO' L'ANELLO DELLA GLOBALIZZAZIONE, NASCERA' UN ORDINE NUOVO IN NOME DELLA TRADIZIONE"

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