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Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


martedì 16 agosto 2011

SIRIA: VITTIMA O CARNEFICE?

Al Camerata Davide D'Amario

Come cambia la bandiera della Siria dopo la rivolta...

Strane analogie sullo scacchiere internazionale. Si apre uno strano asse Nordafrica, Siria, Inghilterra. Paesi che hanno davvero poco in comune, sotto tutti i punti di vista: geograficamente, politicamente, economicamente, culturalmente e storicamente. Eppure, in questi ultimi periodi, presentano così tanti punti di tangenza, dato che tutti sono interessati da ondate di rivolte popolari.
Tutto è cominciato nell’Africa settentrionale. L’hanno chiamata la “primavera araba”; definizione che vorrebbe sottolineare la sete di libertà di quei popoli, oppressi dall’integralismo religioso. Definizione che condivido, non certo per il motivo appena ricordato, bensì per la sorte che è toccata ad alcuni di questi Paesi, la Libia in particolare: la repressione. Come la Cecoslovacchia di Dubcek, infatti, anche la Libia di Gheddafi ha dovuto fare i conti con l’ira funesta di un regime sentitosi minacciato e infastidito, che non è quello comunista, certo, ma quello demo-pluto-cratico capitanato dagli USA. La sorte toccata allo “scatolone di sabbia” non si è estesa alla Tunisia, all’Egitto e alla Siria per un semplice motivo: questi Paesi non hanno scorte petrolifere paragonabili a quelle libiche. Londra, invece, è stata risparmiata per una legge di natura, ovvero l’autoconservazione della specie… Ecco cosa muove davvero questi signori: l’interesse economico; altro che le aspirazioni all’emancipazione politico-sociale di quelle genti!
Lasciamo da parte questa digressione, che porterebbe il discorso troppo lontano. Mi interesserebbe concentrarmi un po’ sulla situazione in Siria, Paese in agitazione dal marzo scorso, di cui però si è parlato scarsamente e del quale si sa davvero poco. Il presidente Bashar Al-Asad, il quale non ha mai fatto mistero delle proprie antipatie per l’imperialismo americano  e sionista, si trova a dover fronteggiare un’ondata di protesta contro il suo governo, partita, guarda caso, dalla zona meridionale del Paese, quella al confine con Israele. Sarà una semplice coincidenza che il rappresentante di uno Stato che non ha mai voluto trattare con il “popolo eletto” e che, anzi, chiede la restituzione di terre indebitamente sottratte quali sono le alture del Golan, sia interessato da un’insurrezione che proviene da quelle zone? Che sia tutta una situazione creata ad arte e rispondente ad un disegno politico preciso, vale a dire la piena affermazione ed espansione dello Stato di Israele, coadiuvata dai fedelissimi U.S.A. e dagli asserviti Stati d’ Europa? Stai a vedere che il Sionismo non è una balla messa in giro da nostalgici antisemiti? Vogliamo scommettere che la Siria, (come, in fondo, la Libia), sia vittima di un complotto?
La risposta a queste domande (retoriche!), si ottiene dall’analisi della situazione di fatto, ben riassunta dalle dichiarazioni del Presidente Bashar Al-Asad, che ha parlato proprio di «complotto […] che affligge la Siria sin dal periodo pre-indipendenza», ordito da «intellettuali radicali e blasfemi che stanno scatenando il caos in nome della libertà». Al complotto la Siria ha reagito con la forza, proprio come ha fatto Cameron a Londra. Solo che mentre il Premier britannico disponeva che fosse ripristinato l’ordine con qualsiasi mezzo e dichiarava che «la controffensiva è in corso, decideremo qualsiasi azione necessaria per riportare ordine nelle nostre strade» e «non consentiremo che vinca la cultura della paura», l’Occidente si spellava le mani dagli applausi e si spendeva in lunghe pantomime per esprimere solidarietà e vicinanza; se, invece, a comportarsi nella stessa maniera è il Presidente siriano, allora si levano al cielo grida di sdegno e ferme condanne, si applicano sanzioni politiche ed economiche e si tirano in ballo i diritti umani. Due pesi e due misure, proprio come è nello stile radical-democratico, dove le differenze, semmai, sono segnate dal PIL nazionale e/o dalla sfera di influenza. Ecco un’altra dimostrazione del fatto che i diritti dell’uomo, al di là delle dichiarazioni di facciata, sono tutt’altro che assoluti e dipendono proprio da queste due variabili.
A rafforzare la tesi del «complotto», comunque, stanno alcuni elementi a mio avviso preoccupanti. Innanzitutto, è il comportamento grottesco dell’informazione mediatica, la quale si occupa della Siria in maniera assolutamente residuale e quando lo fa, lo fa solo per dire peste e corna dell’operato di Al-Asad. Il fatto, poi, che queste notizie trovino spesso secca smentita offre una prova ulteriore e forse decisiva. Poche notizie, insomma, e pure false. Ecco alcune dimostrazioni: il falso rapimento della blogger lesbica Amina; la morte, (in realtà mai avvenuta!), di alcuni neonati a causa della volontaria interruzione di corrente all’ospedale da parte dell’esercito siriano; la presunta dipartita del ministro della difesa siriano, rimosso da Al-Asad per motivi di salute, del quale si diceva invece che fosse stato ucciso da uomini vicini al regime perché si rifiutava di eseguirne gli ordini. In sostanza, proprio come avvenuto in Libia, dove i mass-media descrivevano un quadro di violenze a senso unico, (da cui risultava la diabolica perfidia delle truppe di Gheddafi e il carattere angelico dei ribelli), anche in questo caso vorrebbero farci credere che stiamo assistendo ad un altro episodio della lotta del bene contro il male, in cui ovviamente il bene è rappresentato dalla popolazione insorta, (che magari cela infiltrati al soldo di chissà chi, porta violenza nelle strade, appicca incendi, ruba e sparge terrore), ed il male dall’esercito siriano guidato da Al-Asad, (che cerca semplicemente di tenere la situazione sotto controllo, rispondendo alla violenza con la violenza e proponendo addirittura un’amnistia generale e una riforma della costituzione).
In definitiva, alla luce di quanto appena detto appare chiara una cosa: la “libertà” e le aspirazioni democratiche c’entrano ben poco con questa rivolta, così come con gli interventi armati delle potenze occidentali. A mio avviso, siamo solo in presenza di una nuova fase di assestamento del “nuovo ordine mondiale”, al quale si sta lavorando tanto nelle strade, (creando situazioni pericolose e aizzando la folla contro l’ordine costituito), quanto nelle stanze del potere, (pianificando interventi militari per dare manforte alla popolazione insorta nel detronizzare i “dittatori” che non cedono ai ricatti di questi oscuri signori). Del rispetto dei diritti umani, della sovranità nazionale e di tanti altri elementi di cui straparlano LorSignori non vi è traccia; vi sono solo interessi politici ed economici. Una colonizzazione del mondo che si muove su più livelli e che viaggia su più continenti: dal rinsaldamento dell’asse Israele-U.S.A. alla “Primavera araba” e alla conseguente guerra in Libia; dalla crisi pilotata al debito americano, ormai completamente in mano cinese; dalle denunce contro Al-Asad alle dichiarazioni di George Soros, (ebreo sionista), che parla di uno spostamento del centro del mondo dall’America alla Cina.
Vecchi interessi e nuovi schiavi. Strane coincidenze e assurde divergenze. Un incredibile gioco di contrasti che rende la situazione così complicata, eppure così chiara: i giochi sono fatti o stanno per farsi, e le vittime di tali ludi politici siano proprio noi. Ci trattano come scimmie ammaestrate e noi, stando zitti, osserviamo impassibili ed impotenti alla restaurazione del mondo secondo questi interessi.
Non ci credete? Fatevi un giro per la rete, iniziando dalle fonti sotto riportate. Vedrete che, purtroppo, le cose stanno proprio così. Se non peggio. SVEGLIA!
Roberto Marzola.

3 commenti:

  1. LA definizione che dipinge il ritratto della maggior parte degli italiani e degli europei..Scimmie addestrate...Una tristezza unica.
    Siamo pochi in piedi tra le rovine che lottano una guerra impari contro gli organi di informazione convenzionali, e ad ognuno di noi ogni giorno ci capita di scontrarci con persone che oltre ad ignorare quello che nel mondo sta succedendo una volta informati a dovere continuano a fregarsene! Scimmie Scimmie addestrate dal sistema per non essere fastidiose e nocive...Se morissero tutte nessuno sentirebbe la loro mancanza! Matteo

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  2. Stelle di david che fanno bella mostra sulla bandiera siriana avevi qualche dubbio??

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  3. Grazie caro fratello di lotta!
    tenere alta la vigilanza informativa, sia sulla situazione libica che l'attuale attacco subdolo alla Siria. Lotta dentro e fuori!

    L'imperialismo UsaIsraeliano è il nemico di sempre. Loro arma Usura, Sfruttamento, Vampiriamo, Individualismo ... Mondialismo!

    Continua così Roberto ...

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