BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


martedì 2 agosto 2011

STRAGE DI BOLOGNA: LA STRAGE NON E’ FASCISTA!


Ricorre oggi, 2 agosto 2011, il 31° anniversario della “Strage di Bologna”.  Alle ore 10:25 del 2 agosto 1980 una valigia piena di tritolo esplose nella stazione ferroviaria del capoluogo emiliano, causando la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200.
La città e l’Italia piombarono in un clima di profonda angoscia, sgomento, dolore ed indignazione, a cui si cercò di porre rimedio con la caccia al colpevole. Nel gennaio 1987 prese avvio un lungo e travagliato iter processuale, durante il quale la magistratura italiana offrì davvero una pessima immagine di sé: errori clamorosi, prove insufficienti, mandati di cattura per persone completamente estranee ai fatti, un giudizio di secondo grado completamente da rifare per ordine della Corte di Cassazione, in quanto la sentenza d’Appello appariva  illogica, priva di coerenza, non ha valutato in termini corretti prove e indizi, non ha tenuto conto dei fatti che precedettero e seguirono l'evento, immotivata o scarsamente motivata, in alcune parti i giudici hanno sostenuto tesi inverosimili che nemmeno la difesa aveva sostenuto”. Alla fine, vennero condannati all’ergastolo, essendo ritenuti autori materiali della strage, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, entrambi attivisti di estrema destra; a 30 anni di reclusione, invece, fu condannato Luigi Ciavardini. Vi furono altre condanne, stavolta per depistaggio, a carico di Licio Gelli, arcinoto gran maestro della loggia massonica P2, dell'ex agente del SISMI Francesco Pazienza, degli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci Giuseppe Belmonte, di  Massimo Carminati, estremista di destra, di Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e di Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. 
Non vennero mai accertati i moventi, né furono mai trovati mandanti della strage. Tutto fu grossolanamente ricondotto nell’alveo del “terrorismo nero”, cioè neofascista.
La sentenza desta ancora oggi non pochi sospetti. Aleggia il terrore che si tratti di un provvedimento assai distante dalla verità dei fatti, giustificato solo da deplorevoli interessi politici. I presunti autori della strage, infatti, continuano a dichiararsi tutt’oggi innocenti. Le incriminazioni paiono assurde: basta dire che Nanni De Angelis e Taddeini, tirati in ballo nelle indagini, si trovavano addirittura in Umbria per giocare un torneo di rugby; Luigi Ciavardini è stato coinvolto a seguito delle dichiarazioni di Angelo Izzo, meglio noto come il “mostro del Circeo”, che seppe dire soltanto che “De Angelis, Taddeini e Ciavardini erano inseparabili” e  che, quindi, dovevano per forza di cose aver partecipato tutti e tre alla strage. La magistratura ha considerato attendibile tale deposizione, sebbene sapesse che i primi due membri del triumvirato neofascista si trovavano altrove. Ma non è tutto. Vennero comprovati numerosi depistaggi, non sempre tenuti nella giusta considerazione dagli inquirenti.
Di fronte a tale marasma giudiziario, sono stati molti i tentativi di fare chiarezza. Prima di allegarvi qualche stralcio interessante, (nella speranza di incentivarvi  a cercare e consultare direttamente le fonti , dato che questa è e vuole essere solo una ricostruzione di massima degli eventi), voglio dirvi che a mio parere è chiara una cosa: la strage non è fascista
Troppe incongruenze, troppe illogicità, troppe tesi stiracchiate. Manca il movente, mancano i mandanti e non si capisce come dei 20enni dell'epoca abbiano potuto procurarsi e gestire in maniera così efficiente grossi quantitativi di esplosivo. 
Molto probabilmente la strage, assai simile a quella di Ustica, è da considerarsi una vera e propria strage di stato, originata e orchestrata da soggetti che non parlavano italiano, ma così potenti da mettere a tacere lo stato italiano, (minuscola voluta), dato che quest’ultimo ha prestato la propria, ripugnante e viscida complicità a questo sporco gioco.
Vi lascio con alcune dichiarazioni che smentiscono seccamente qualsiasi forma di responsabilità neofascista nella strage, molte delle quali davvero autorevoli, eppure ignorate dalla magistratura italiana. Mi raccomando però: non fermatevi qui! Cercate e approfondite queste informazioni perché, come diceva Orwell, “la verità in tempi di assoluta menzogna è un atto rivoluzionario”.
Roberto Marzola.
Ø  
  1. ..."c'è da chiedersi se, prima di indignarsi, il Prc emiliano si sia preso la briga di consultare gli atti processuali che hanno portato alle condanne dei Nar..”.  Andrea Colombo, giornalista de "Il manifesto".
  2. Ø  “Premetto che non ho mai ritenuto la Francesca Mambro e Giusva Fioravanti responsabili dell’eccidio di Bologna. L’ultima, assai debole sentenza di condanna è da ascriversi alle condizioni ambientali, politiche ed emotive della città in cui è stata pronunziata, nonché alle teorie allora largamente imperanti nella sinistra e nella collegata "magistratura militante": essere funzione della giustizia quella di partecipare alla lotta...”- Francesco Cossiga, Presidente emerito della Repubblica e all'epoca della strage ministro dell'Interno
  3. Ø  “...da quella lapide dobbiamo togliere le parole "strage fascista", perché ciò è riduttivo e fa parte del depistaggio operato sulla strage di Bologna, diversa dalle altre stragi e che ha molto più a che fare con Ustica e con i rapporti tra Italia, Francia, Stati uniti, i servizi occidentali e le strutture segrete. Dire che sono stati Fioravanti e compagni è stato un depistaggio: su quella lapide bisogna scrivere "strage di stato"- On. Cipriani, Democrazia Proletaria
  4. Ø  La strage del 2 agosto, a Bologna, non è opera dei fascisti. […]quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. Il guaio è che l’Italia è una semicolonia degli Stati Uniti, ragion per cui nel vostro Paese non si possono risolvere i tanti misteri… L’Italia dal 1943 è metà pizzeria e metà bordello degli americani, per questo non si risolve nulla… e lo stesso vale per la Germania, semicolonia americana dal 1945. […]In quegli anni -- il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani, coi quali noi rivoluzionari trattavamo personalmente, i compagni potevano attraversare l’Italia, così come la Grecia, con tutte le armi in arrivo da Saddam Hussein. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Non sarebbe sfuggito a noi e di certo non lo potevano avere in mano i neofascisti italiani. Quel tritolo viene dai militari… Tra i rivoluzionari palestinesi e l’Ori (l’Organizzazione dei rivoluzionari internazionali, quella di Carlos, ndr) - puntualizza il terrorista - i patti con i servizi segreti italiani erano chiari: in Italia traffico di armi sì, attentati no… E noi abbiamo mantenuto la parola” - Ilic Ramirez Sanchez, meglio conosciuto con il nome di “Carlos”, terrorista filo-palestinese che si dice convinto che a colpire l’Italia furono la CIA e il Mossad che la ritennero responsabile di tenere una politica filo-palestinese.


Fonti principali:
..chi cerca trova..

4 commenti:

  1. ottimo
    (jacopo venanzi)

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  2. Grazie Jacopo!

    E complimenti e onore a Voi. Mi pare di aver visto qualche Vostro manifesto commemorativo in giro!

    Facciamoci sentire!

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  3. era una domenica pomeriggio, se ben ricordo, ed ero militare a sabaudia (LT). portavo una piccola croce celtica d'argento al collo che mi permise di scoprire i tanti camerati silenti presenti in caserma. non scorderò mai un ragazzo alessandrino che presomi da parte, non senza allarmarmi, mi abbracciò e mi raccomandò "attenzione". era il tempo delle caserme rosse e temetti qualche "comunistata" allora molto in voga a "nostro" danno. dovetti ricredermi, purtoppo, non appena mi spiegò quanto avesse appreso dalla tv. l'accaduto era qualcosa di devastante, imparagonabile a qualunque altra cosa figurarsi a qualche eventuale schiaffone dato o preso. era la follia umana che prendeva corpo. una follia senza colore e senza bandiere. sapevo che fosse così ma .... quella matrice "neo-fascista" subito sventolata mi turbò. temetti, fortunatamente per solo poche ore, che qualcuno "della mia parrocchia" avesse potuto veramente fare tanto. poi, ringraziando iddio, il cervello ritornò a svolgere la sua mansione. pensai e non poco, riflettetti e non poco, mi interrogai e non poco, mi confrontai con alcuni giovani camerati delle più svariate parti d'italia ed alla fine sovvenni all'unica conclusione possibile, all'unica certezza: i fascisti vecchi o nuovi che fossero con quella barbaria non avevano nulla a che vedere. quella macelleria non era nostra, non rientrava nel nostro stile, non aveva il nostro d.n.a. il vecchio e vigliacco teorema delle bombe era storicamente anarchico e successivamente appannaggio dei soli servizi segreti dei vari stati che avevano scelta l'italia come terreno di confronto e di pressione. avevamo già avuto in tal senso ed avevamo già dato alla logica complottista a nostro danno. noi, quelli della bella morte, parlavamo ed agivamo per la nostra di morte con il nemico di faccia a sfidarlo occhi negli occhi. parlavamo ed agivamo per il nostro martirio e non per la strage degli innocenti. la gloria della nostra azione stava nel manifestarla e non nel nasconderci come ratti nella cloaca. il nostro agire voleva essere un esempio di coraggio e non la viltà di colpire nel mucchio. non avevamo alcun interesse a fare ciò che avrebbe portato ad una reazionaria militarizzazione della nostra italia. questo era il gioco del nostro principale nemico: il mondialismo che all'epoca ancora non sapevamo bene cosa fosse ma che già lavorava a suo favore affidandone i lavori ai soliti massoni. quelli che ben sapevano di coltivare un orto dal quale, solo loro, avrebbero poi avuto beneficio. son passati 32 anni da quel maledetto giorno ma nulla sino ad ora è stato chiarito. vi pare che possa essere stato il frutto di un gruppetto di ragazzini in camicia nera ed orbace per quanto potessero essere operativi e folli? possibile che fossero così ben organizzati da ridicolarizzare polizia, carabinieri, servizi? possibile che fossero più strutturati dell'eta e dell'ira messi insieme? possibile che i riina, i provenzano, i cutolo sembrino dei boy-scout a confronto di questa macchina perfetta che dovrebbe essere il neo-fascismo? ma esiste ancora un'ombra di serietà in questa nazione? ci sarà ancora un giudice che si ispiri alla giustizia e non alla convenienza del suo "appartenere"? per davvero sono sconfortato! 32 anni di vergogna, 32 anni di anime senza pace, 32 anni di dolore senza fine, 32 anni di assassini impuniti!!! .....rimisi al collo la mia piccola croce celtica d'argento che mi aveva regalato la mia scomparsa mamma e l'ho sempre portata con orgoglio ed onore. quell'orgoglio e quell'onore che gli assassini non hanno!!! ad majora!

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    1. Hai fatto una sintesi perfetta, come al solito Nino. Un fatto che non ci appartiene, né storicamente, né politicamente. E che pure ci viene attribuito per convenienza, come se dei ragazzini degli anni '80 potessero facilmente reperire e far brillare dell'esplosivo militare. Che vergogna!

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