BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


venerdì 27 aprile 2012

GIOVANI E SOTTOPAGATI: I LAVORATORI DELLA FORNERO

La maestrina ha parlato. Elsa Fornero torna a farci il predicozzo sulla riforma del lavoro. In sostanza dice: "fate lavorare il Governo e poi, vedrete, sarà un mondo più giusto, più libero, più bello!".
Sarà che sono prevenuto, sarà la solita e triste manfrina sull'art. 18, sarà perché l'ha detto "sua lacrimosità", ma io non credo a mezza parola. Anzi, vi dirò di più: mi preoccupo! Già, perché ad essere preoccupanti sono le premesse logiche su cui poggiano i 69 articoli varati dal governo Monti.

Innazitutto, la copertura finanziaria. Per sostenere il suo progetto, la Fornero & co. hanno pensato ad una vera e propria stangata sugli affitti per quei proprietari che non applicano la cedolare. Per questi, di fatto, vi sarà un aumento pari al 10% della base imponibile. Seguono aumenti sui biglietti aerei e tagli alle deduzioni sulle auto aziendali, sulle assicurazioni ecc.

Vi è poi il problema dei licenziamenti. A tal proposito, se è vero quanto sostenuto da Monti, ossia che un'azienda non può fallire per mantenere tutti i propri dipendenti, è altrettanto vero che la riforma mette nelle mani del datore di lavoro uno strumento potente per liberarsi del proprio dipendente, svincolando persino il giudice dalla necessità di reintegrarlo, salvo il caso, (che appare alquanto difficile da provare), dell'abuso del licenziamento per motivi economici.

Desta, infine, molta preoccupazione la cd. "flessibilità in entrata". Non vorrei dirlo troppo forte, ma temo che i contratti costeranno molto di più per le imprese. Così come temo che il voler "valorizzare l'apprendistato per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro", (così recita il primo articolo del ddl), sia solo un modo, tanto raffinato quanto subdolo, per dire che, in fondo, si vuole creare soltanto una massa di giovani, disperati dall'assenza di lavoro, da arruolare alla bisogna, con doveri sempri più gravosi e diritti sempre più tenui.

Come andrà a finire? Non lo so. Purtroppo non ho la palla di vetro. So solo che sono ben 1048 gli emendamenti previsti al progetto di legge sul lavoro. Il che, a mio modesto parere, significa una cosa soltanto: Monti chiederà la fiducia. C'è da scommettere che i partiti politici, pur di non esporsi in un momento di obiettiva difficoltà, voteranno per l'ennesima volta la fiducia a questo esecutivo. E sarà una nuova disgrazia, un nuovo aggravamento della situazione per noi poveri Cristi, consumato con il benestare del Parlamento, nella connivenza e reticenza della politica italiana. Cosa gliene frega a loro dei nostri dubbi e delle nostre paure? Hanno già ricevuto l'applauso dall'Unione Europea e a loro basta quello. Cosa aspetteremo a dare il benservito a certi signori non lo so proprio. E, ormai, smetto pure di chiedermelo. Non ha davvero più senso.

Roberto Marzola.

1 commento:

  1. della serie: PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE

    oppure: GENTE SENZA SENSO DELLA VERGOGNA

    Tratto dal CORRIERE DELLA SERAit

    http://www.corriere.it/politica/12_febbraio_07/La-titolare-del-welfare_1369e9e4-5167-11e1-bb26-b734ef1e73a5.shtml

    La brillante carriera della figlia di Elsa Fornero
    Due posti fissi nell'università di famiglia
    Insegna nell'ateneo dei genitori e guida una fondazione finanziata dalla Sanpaolo, di cui la madre era vicepresidente

    tra i bersagli delle proteste e
    delle ironie della Rete c'è anche Silvia Deaglio, figlia del ministro Elsa Fornero e di Mario Deaglio, economista e giornalista. Perché, di posti fissi, denuncia il web, ne avrebbe due, a 37 anni: professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino (dove insegnano sia il padre che la madre) e responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente. Il profilo professionale di Silvia Deaglio è di rilievo, ha alle spalle esperienze in alcune tra le più prestigiose strutture sanitarie del mondo, le sue pubblicazioni sono di alto impatto. Eppure dai commenti raccolti sulla rete - blog, twitter, facebook - si palpa con la mano lo stupore della carriera della figlia del ministro in relazione ad alcune recenti dichiarazioni di vari autorevoli membri del governo a proposito della monotonia del tempo indeterminato, i giovani mammoni e sfigati e l'illusione del posto fisso vicino casa.

    LA REPLICA - Il ministero del Welfare ha precisato che Silvia Deaglio non ha due lavori, ma è docente universitario, pagata solo dall'ateneo. E che la ricerca, alla quale si è dedicata dopo avere lavorato per due anni ad Harvard, è sostenuta da un finanziamento internazionale.

    LA PROFESSORESSA DEAGLIO - Nata nel 1974, a soli 24 anni si è brillantemente laureata in Medicina, per poi specializzarsi in Oncologia nel 2002, con il dottorato in genetica umana conseguito nel 2006. Appena conseguito il Master, e mentre ancora svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il celebre college di Boston. Alcuni blog sulla rete segnalano che in quel periodo Silvia Deaglio era contemporaneamente ricercatore non confermato a Torino, dottoranda nella stessa Università e collaboratore (per la precisione instructor) dell'università del Massachussets.

    IL CURRICULUM - Anche in passato, la Deaglio, ha capitalizzato più di un incarico contemporaneamente. Come si diceva è diventata associata a 37 anni, sei anni in anticipo rispetto alla media di ingresso dei professori di prima fascia. E il concorso è andato a vincerlo nella facoltà di Psicologia di Chieti, nel 2010, prima di essere chiamata nell'ottobre del 2011 a Torino, l'università di famiglia. Nonostante vanti un curriculum di 21 pagine e oltre cento pubblicazioni, e sia riconosciuta come una brillante ricercatrice, alla professoressa Deaglio ha probabilmente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all'Hugef. L'incarico risale al settembre 2010, quando la ricercatrice era ancora al gradino più basso della carriera accademica. Nello stesso periodo la commissione d'esame che l'ha nominata docente di seconda fascia si riuniva per l'ultima volta. Come detto, l'Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all'epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero. I due fatti non sono collegati. Nei verbali del concorso, oltre ai molti titoli, corsi e premi vinti, si legge testualmente: «La candidata dimostra inoltre un'ottima capacità di attrarre fondi di finanziamento per la ricerca: infatti è responsabile di rilevanti progetti di ricerca».

    Redazione Online

    7 febbraio 2012 | 16:53
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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