Visto e considerato come vanno le cose nella società del 2011, credo che oggi trasgredire voglia dire essere tradizionalisti. I comportamenti eccentrici,il look singolare, l'abuso di alcol,l'uso di sostanze di stupefacenti e gli eccessi in generale che fine hanno fatto? Da sempre sono stati il simbolo e l'espressione della ribellione alle convenzioni etico-sociali. Basta pensare alla figura del "poète maudit" o, in epoche più recenti, agli anni della contestazione '68ina e a quanto è avvenuto dagli anni 70 in poi, epoche in cui alcuni dei personaggi più influenti della scena artistica e culturale hanno avuto problemi di dipendenze varie:Kerouac, Hemingway, Stephen King,Bukowski per quanto riguarda la letteratura; Pollock e Basquiat per la pittura; Jim Morrison e Jimy Hendrix per la musica, (mi fermo qui perché il fenomeno dell'abuso di sostanze psicotrope nella musica meriterebbe una trattazione a parte).
Oggi, invece, questi comportamenti sono diventati la norma: non tanto e non solo nella elite degli intellettuali o sedicenti tali, ma dilagano tra la gente comune, indipendentemente da questioni anagrafiche. Come è possibile? Semplice, molto semplice. In un mondo che,proprio a partire dal 68,ha scelto di tagliare i ponti con tutto ciò che era passato e tradizione, si è fatta strada la mentalità consumistica e capitalistica. Tutto ciò che conta sono la produzione ed i profitti che porta con sé. Valori, emozioni, insegnamenti, esempi di vita, esperienze comuni e millenari saperi,(tramandati di padre in figlio), non sono merce di scambio,non portano profitto economico e dunque vengono lasciati nel dimenticatoio. Abbiamo scelto tutti,chi più, chi meno, di barattare, più o meno consapevolmente, millenni di storia e di tradizione con quattro idee progressiste che non hanno fatto altro che tapparci gli occhi e mettere a tacere qualsiasi capacità critica, qualsiasi scrupolo di coscienza. Ci hanno impedito di sognare cose più grandi e più alte del misero bene di consumo. Ci hanno detto che siamo tutti uguali e che abbiamo gli stessi diritti; che la Patria, (cioè la terra dei Padri), non è altro che una pia illusione,dato che i suoi confini geografici,storici,politici e culturali sono stati cancellati;ci hanno detto che appartenere ad uno Stato e ad una Nazione significa apporre, di tanto in tanto, una crocetta con matita copiativa su una tessera elettorale; sono riusciti addirittura a farci credere che quei trenta denari presenti sul nostro conto corrente sono un qualcosa di simile ad una grazia ricevuta, più che lo scarno risultato del nostro sudore della fronte. Insomma, ci hanno riempito la pancia,cucito gli occhi e le orecchie e legati mani e piedi per svuotarci meglio l'anima.
L'unica conseguenza possibile di questo inferno è che l'uomo si ritrova solo ed indifeso di fronte al mondo, esposto a tutte le intemperie, senza un riparo e senza un punto fermo su cui fare affidamento. Privo di ogni appiglio, il mondo sembra sprofondare nel baratro, abilmente spinto da "poteri occulti", (chiamiamoli così, per ora). Il completo disastro credo sia sotto gli occhi di tutti e noi,(nessuno escluso), somigliamo parecchio a colui che mise sé stesso <<per l'alto mare aperto, sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fu(i) diserto>>,ma con la non trascurabile differenza che, diversamente da lui, siamo senza meta, in balia delle onde e quindi senza speranza di salvezza.
Tuttavia, non è ancora detta l'ultima parola. Dobbiamo ribellarci, ma in maniera completamente diversa da quanto sino ad ora è stato fatto. Lasciate perdere i comportamenti stravaganti, le droghe e tutte le altre fesserie di cui si diceva sopra. C'è ancora una speranza, ossia riscoprire l'identità culturale;riscoprire e ri-valorizzare la nostra Cultura, le nostre Radici, la nostra TRADIZIONE. Si ridesti il mito di Roma; si consegni nuovamente la parola all'ingegno dei Padri del pensiero italico; risorga l'aquila imperiale e torni a solcare i nostri cieli; cingano i vessilli dell'impero il nostro Tricolore e cancellino per sempre questa <<maledetta semenza>>,questa stolta e arrogante massa di <<pecore matte>>, dimentiche del Padre e della Patria, indegne di ciò che fu, che è e che sarà.
Dobbiamo cominciare a costruire il mito "dell'Uomo dritto tra le rovine", forte, tenace, consapevole dei propri mezzi, orgoglioso del proprio passato e fiducioso per il futuro, figlio della Patria e amante della Nazione. Un vero e proprio "HOMO NOVUS". Dobbiamo, in altre parole, sposare l'idea di una cultura comune, di un'esperienza condivisa, di un comune orizzonte di senso, che tutti lega ma che ci divide e distingue da tutti gli altri; ovvero scegliere una strada diversa da quella del becero e piatto egualitarismo, che in pochi vogliono imporre a tanti, per renderci schiavi e facilmente manipolabili.
Solo così avremo la speranza di risollevarci mentre tutto rovina!
“Enos, Lases, iuvate, enos Lases iuvate /neve lue rue Marmar sins incurrere in pleoris/ satur fu, fere Mars, limen sali, sta berber/ triumpe triumpe triumpe triumpe triumpe”.
(“Lari aiutateci/non permettere,Marte, che disgrazia cada su molti/sii sazio, crudele Marte,balza oltre la soglia/trionfo,trionfo,trionfo,trionfo,trionfo”).
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