BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


domenica 24 aprile 2011

25 APRILE: E SE LA PIANTASSIMO?

Mi approprio, spero non indebitamente, del titolo di un articolo sul 25 aprile del dr. Paolo Deotto, libero ricercatore , fondatore della Rivista storica on-line “Storia in Network”, collaboratore del sito di “Storia Libera” e dell’ “Istituto Storico per l’Insorgenza e l’Identità Nazionale”, nonché delle riviste “Nova Historica” e “Radici Cristiane”. Vi propongo questo articolo tratto dal suo blog, (http://detto.blogspot.com), non prima di aver fatto, però, alcune riflessioni personali su questa giornata, indebitamente spacciata per “festa nazionale”.
Il 25 aprile si chiude la triste ed ingloriosa parabola chiamata “guerra di liberazione” o “resistenza”, durante la quale l’Italia si è conquistata lo stigma perpetuo della viltà, del servilismo e del più becero opportunismo. Evito, per ora, di parlare della vergogna del 28 aprile.
Sia ben inteso che questi non sono giudizi personali, ma niente altro che la traduzione e la sintesi dei pensieri dei protagonisti di quei giorni. Non mi riferisco agli uomini e ai ragazzi di Salò; se mi riferissi a loro, verrei accusato di inattendibilità e di faziosità. Così mi limito a riportare ciò che dissero di quel periodo quelli che, almeno in teoria, erano i nostri alleati: americani, inglesi, australiani,francesi, marocchini e russi.
Ad esempio, il Generale Eisenhower, comandante delle forze Alleate in Europa, scriveva nelle pagine del suo diario che “il tradimento dell'Italia è stato un brutto affare e una delle pagine più buie della storia di questa guerra, solo il sacrificio dei militi della RSI ha permesso di mantenere all'Italia un briciolo d'onore”. Di lì a poco ribadì il concetto, scrivendo che “la resa dell'Italia fu uno sporco affare. Tutte la nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia é la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della RSI”.
Il giudizio non muta se si volge l’attenzione agli inglesi. Così il Generale Alexander Harold, comandante in capo delle forze inglesi in Italia, ebbe a dire: “il fatto é che il Governo italiano decise di capitolare non perché si vide incapace di offrire ulteriore resistenza ma perché era venuto, come in passato, il momento di saltare dalla parte del vincitore”, (tratto da “Le armate alleate in Italia”, di Alexander Harold). Gli fece eco il celebre Maresciallo Montgomery che fu lapidario nel dire: “il voltafaccia italiano dell’8 settembre fu il più grande tradimento della storia”.
I russi, dal canto loro, non qualificarono diversamente l’infame gesto: “l'Italia fu fedele al suo carattere di sciacallo internazionale, sempre in cerca di compenso per i suoi tradimenti”, ( da “"Storia della diplomazia" di Potemkin, ambasciatore sovietico a Roma”).
Giova ricordare, poi, come furono gli stessi Alleati a coniare il verbo “to badogliate”, che indica un’azione maldestra, furbesca, infestata dal tradimento.

Le summenzionate parole pesano come marmo sull’operato della resistenza in Italia e sul conseguente giudizio storico che di essa si dovrà dare, prima o poi, quando cioè la sbornia antifascista sarà svanita e le fandonie che porta con sé si scioglieranno come neve al sole, vinte dai colpi inferti dalla verità storica. Qui siamo di fronte ad alti gradi dell’esercito alleato che provavano più simpatie per chi sparava loro addosso, gli arruolati nella Repubblica Sociale Italiana,i quali sin dal 10 giugno 1940 aveva dichiarato loro guerra, piuttosto che nei riguardi di chi combatteva al loro fianco che, anzi, veniva guardato con sospetto:  il cd. esercito di “Liberazione nazionale”.

Come dar loro torto, sebbene dar ragione ad un forestiero bruci come una ferita profonda nel mio spirito nazionalista?
In fondo, l’Italia, scesa al fianco della Germania, aveva cambiato indegnamente bandiera, quando le cose iniziavano a prendere una brutta piega; anzi, solo una sua parte, perché ben altra parte rimase fedele all’alleato teutonico fino all’ultimo giorno, scegliendo di combattere non per la vittoria, ma per l’onore, proprio e dell’Italia.
Il senso dell’onore, questo semi-sconosciuto in casa nostra, ma che per tanti uomini e ragazzi fu più forte della paura della morte e che, invece, getterà eterna infamia addosso al maresciallo Badoglio e al re Vittorio Emanuele III, in fuga per l’alto mare, seguito dal codazzo dei suoi uomini, ognuno dei quali implorava vigliaccamente di poter darsela a gambe. Costoro abbandonarono l’Italia al suo tragico destino, lasciarono l’esercito italiano incerto sul da farsi ma, ciò che peggio, consentirono alle formazioni partigiane di scendere dai monti, sui quali si erano rifugiate, per compiere alcuni dei più atroci atti di tutta la guerra, poi spacciati indegnamente per “liberazione”: le stragi di Oderzo e della cartiera di Mignagola, gli eccidi dei conti Manzoni, di Codevigo, di Argelato, di Schio,dell’ospedale psichiatrico di Vercelli e tanti altri episodi cruenti e efferati, poi riesumati da un giornalista di sinistra, evidentemente schifato dall’assurdità della nostra storia, che ancora vengono snobbati dagli idioti che si riempiono la bocca dell’anti-fascismo. Costoro ignorano o fingono di ignorare anche che la guerra partigiana fu addirittura fratricida, giacché non solo condotta contro fascisti e nazisti, ma anche contro le stesse formazioni partigiane. Lo testimoniano numerosi episodi, come ad esempio la strage della Missione Strassera e l’eccidio di Porzus, dove fu fatto scempio dei partigiani di ispirazione cattolica e socialista. Un’ombra pesante che rende quanto meno plausibile la teoria che, in realtà, buona parte delle forze partigiane lavorava per la consegna del Paese alla “Grande Madre Russia”.

E così, ignara di ciò che dice la Storia, l’Italia si avvierà per l’ennesima volta a commemorare festosa quel giorno, che la stessa Storia marchia come riprovevole, spacciandolo per “liberazione”.

Ma liberazione da chi o da cosa? Siamo stati invasi, tanto da nord, (a causa del tradimento, mica per caso!), quanto da sud; solo che nel settentrione,checché se ne dica, vi era un legittimo governo plenipotenziario; al centro-sud, invece, gli Alleati imponevano persino la moneta ed esautoravano dei poteri più significativi il cd. “Regno del Sud” prima e  poi il “Regno d’Italia 1944-46”, targato Umberto II, il “Re di maggio”, che dovevano acquisire il placet degli stessi Alleati per diverse tipologie di provvedimenti.
Come si può vedere siamo schiavi sin da allora, purtroppo. Men che meno siamo “liberi” o “liberati” oggi, vittime come siamo di istituzioni tanto inutili quanto ingombranti, del consumismo capitalista, delle oscillazioni del mercato finanziario, del petrolio e di tutti gli altri bubboni del sistema attuale. Come sono lontani i tempi in cui l’Italia è stata veramente sovrana e “fabbro del suo destino”, qualunque esso fosse!

E’ per questo che dico, sin dai primi scritti di questo blog, che è giunta l’ora di riappropriarci del nostro passato e di riappacificarci con esso, perché farlo significa riprendere in mano il nostro futuro. Per riuscirvi occorre liberare la mente e la memoria storica da quelle nefandezze ideologiche che ci hanno portato a giudicare come “nemico” ciò che fu pienamente italiano, anche per stessa ammissione dei nostri avversari, poi divenuti sospettosi alleati. Cancellare una giornata vergognosa come il 25 aprile, abbandonare l’assurda definizione di “male assoluto”  e cominciare a tributare il giusto merito a chi ha pagato con la vita per tenere alto l’onore d’Italia, sarebbero di sicuro degli ottimi primi passi verso una nuova coscienza nazionale, questa sì realmente “libera e liberata”.

W l’Italia.

Roberto Marzola.
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Paolo DEOTTO
25 aprile: e se la piantassimo?
tratto da: http://deotto.blogspot.com, 20.4.2009.

Scrivo queste righe la sera di lunedì 20 aprile 2009. Fra pochi giorni assisteremo alla consueta orgia celebrativa, e quest’anno si aggiunge una nota in più molto interessante. Silvio Berlusconi, che è il Capo del Governo, carica alla quale è arrivato con regolari elezioni e con una maggioranza indiscutibile, ha espresso la volontà di partecipare alle manifestazioni che si terranno a Milano. Il 25 aprile, si badi bene, è festa nazionale italiana. Berlusconi guida il Governo italiano. Orbene, è stato addirittura “diffidato”, dai soliti comunisti in s.p.e., a partecipare ad alcunché. Questo dovrebbe farci riflettere anzitutto su un paio di cosette: se ci sono italiani che vogliono impedire al Capo del Governi italiano di partecipare a una festa nazionale italiana, vuol dire che c’è già qualcosina che non quadra. In secundis dovrebbe farci riflettere sulla sostanziale cretineria di questo atteggiamento intimidatorio da mafiosi (ANPI e altre frattaglie comuniste) perché Berlusconi, per ragioni anagrafiche, difficilmente può aver avuto parte attiva nel regime fascista.

Ma torniamo a noi. Cosa si festeggia il 25 aprile? La “Liberazione”. Ora, che l’Italia è stata liberata dai tedeschi è verissimo, e allora se si volesse festeggiare questo sarebbe doveroso invitare rappresentanze di quelle nazioni, dagli Stati Uniti alla Polonia, dal Marocco, all’Inghilterra, all’Australia, che lasciarono sul nostro suolo, per la nostra libertà, migliaia e migliaia di caduti. Ma purtroppo non si festeggia solo questo, e oltretutto di quanti diedero la loro vita per il nostro Paese, ce ne freghiamo. Si festeggia anche la fine di una guerra civile, una spietata macelleria fra italiani, che peraltro non finì affatto il 25 aprile, perché ebbe, lo vedremo tra poco, lunghi strascichi.
In questo siamo davvero un Paese unico, ma non certo in senso positivo. Si vuole scordare una banale realtà. Dalla seconda guerra mondiale l’Italia uscì sconfitta, e duramente. Purtroppo i governanti dell’epoca, il Maresciallo Badoglio e la sua corte, non ebbero neanche la dignità di comportarsi da sconfitti. Dopo aver tradito l’alleato tedesco (piaccia o meno, così fu; non per questo giustifichiamo ciò che combinò la Germania nell’ultimo conflitto), vollero servilmente buttare altre vite nel carnaio, con quella qualifica bislacca di “cobelligeranti” con gli Alleati ex-nemici, che servì soprattutto ai politici riemergenti per farsi una verginità antifascista.
Ma se già questa vergogna sarebbe più che sufficiente per farci tacere per decenni, in più l’Italia fu anche teatro di una crudelissima guerra civile, con italiani che si ammazzarono tra di loro. La parte più importante della Resistenza fu costituita dai primi nuclei di militari, sbandati dopo l’8 settembre e riorganizzati da ufficiali che si consideravano ancora vincolati dal giuramento al Re. Ma di questi si parla poco o nulla. La Resistenza nella “vulgata” divenne presto monopolio della parte più sanguinaria, che non esitò ad ammazzare non solo tedeschi, non solo fascisti, ma anche gli antifascisti anticomunisti. Il partito comunista giocò le sue carte, condusse la sua propria guerra che era, peraltro dichiaratamente, una guerra per realizzare la folle utopia marxista, per asservire l’Italia al giogo di Mosca. 

Il 25 aprile entrò a Milano un animoso comandante partigiano, l’avvocato Sandro Pertini, alla testa di una colonna di valorosi. Venivano a liberare Milano, ma da uomini saggi avevano giustamente atteso che Milano fosse liberata dagli americani, che il Duce fosse scappato, che i tedeschi, ancora asserragliati all’Hotel Regina, avessero fatto con gli americani patti ben precisi per tornarsene a casa loro. E quindi divenne facile poi fare gli eroi contro i fascisti sbandati.
Bande di sconfitti, animati solo dal loro odio fazioso, sfogavano livori antichi e potevano ammazzare senza più correr rischi. I comunisti, che già nel periodo bellico, con il terrorismo dei GAP avevano provocato infinite sofferenze alla popolazione (bersaglio delle inevitabili rappresaglie tedesche, inevitabili anche perché i vigliacchi “gappisti” si tenevano ben nascosti…) furono lesti nell’organizzare “Tribunali del Popolo”, che in poco più di un mese fucilarono, dopo processi farsa, senza difesa e senza appello, un enorme numero di fascisti, o anche di semplici avversari. Si parla di cifre che oscillano tra i cinquemila e i quindicimila morti. Piazza Loreto a Milano ebbe l’osceno spettacolo del Duce appeso a testa in giù, insieme ad altri gerarchi e alla sua amante, Claretta Petacci, tutti ammazzati dopo la loro cattura a Dongo. 
Per inciso: motivi per ammazzare Mussolini, ce n’erano tanti. Uno dei principali senza dubbio era costituito dal fatto che nella colonna di fascisti in fuga si trovava anche il tesoro della Repubblica Sociale. I morti non parlano, così come non parlarono un’altra decina di persone che sul c.d. “oro di Dongo” la sapevano lunga. Il PCI poté acquistarsi il palazzo di via Botteghe Oscure a Roma.
Ma la furia omicida dei comunisti non si era esaurita il 25 aprile. Sicuri ormai dell’impunità, i comunisti andarono avanti per anni a regolar conti con gli oppositori che consideravano più pericolosi. Chi non ricorda la strage di Schio? Chi non ricorda la famigerata Volante Rossa? Chi non ricorda la strage di preti, andata avanti fino al1951?

Ora gli ultimi sopravvissuti di questa parte delinquenziale della Resistenza hanno ancora la spudoratezza di volersi ergere a monopolisti della conquista della libertà. Sono ormai vecchie cariatidi, seguiti da gruppetti di giovani stupidi e ignoranti, pronti a gridare il loro “no al fascismo” senza probabilmente aver mai studiato cosa fu il fascismo, come finì (per mano fascista, il 25 luglio del 1943), ma allevati all’odio da queste cariatidi, che di odio sono vissute e sull’odio hanno costruito le proprie fortune politiche ed economiche. Non scordiamoci che il terrorismo degli anni 70 si ispirava esplicitamente ai gloriosi gappisti, ai gloriosi partigiani comunisti, e così via. Sangue, odio, cieco fanatismo. Davvero un bel bagaglio per costruire un Paese nuovo e libero.

E allora, per amor di Patria, non potremmo piantarla di festeggiare questa sconfitta? Ripeto: sconfitta. Perché l’Italia perse la guerra, e perché una guerra civile è sempre e solo una sconfitta per tutte le parti in conflitto, perché scava solchi di odio tra quanti dovrebbero essere invece affratellati dall’amor di Patria. Se le vecchie cariatidi vogliono riunirsi, fasciarsi di bandiere rosse e gridare “no al fascismo” (sempre che non gli caschi la dentiera), lasciamoli fare. Che male fanno? Ma perché un grande Paese come l’Italia deve, una volta l’anno, assistere a queste manifestazioni che stanno tra il tragico e il grottesco, con selve di bandiere rosse, da sempre simbolo di morte e di sangue? Perché ogni anno dobbiamo fare “festa nazionale” quando questa viene monopolizzata dai rappresentanti della più grande associazione per delinquere che abbia mai afflitto il mondo, il partito comunista?

Piantiamola, per favore, cerchiamo di essere seri e finalmente, realmente, uniti almeno dall'amore comune per il nostro Paese. Il giudizio sul fascismo lo ha dato e lo darà la Storia, il giudizio sull’odio può essere sempre e solo negativo.

E Lei, presidente Berlusconi, perché deve venire a Milano? Per farsi fischiare da quattro scalzacani? Sono morti in piedi, ormai, e il Paese è, nella sua grandissima maggioranza, con Lei. Ma piantiamola con la “festa nazionale”. Abolire il 25 aprile come giorno di festa potrebbe essere finalmente il primo serio passo verso una vera concordia nazionale.



PS: un interessante memoria storica. In periodo fascista fu reintrodotta la pena di morte, prevista per alcuni reati, tra cui l’attentato alle persone del Re o del Capo del Governo. Per applicare queste leggi eccezionali fu costituito un organo “ad hoc”, il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, che non era costituito da magistrati, bensì da ufficiali dell’Esercito e della Milizia. Tale tribunale pronunciò, nei suoi diciassette anni di attività, 42 condanne a morte, di cui 31 vennero eseguite. Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) la pena di morte fu abolita, e poi reintrodotta, dopo la Liberazione, con il DL 10.5.45 num. 234, che istituiva anche le Corti d’Assise straordinarie. La pena di morte era prevista per i più gravi reati, alo scopo di arginare la criminalità del dopoguerra, nonché per il reato di collaborazionismo. In ventidue mesi di intensa attività (fino al 5 marzo 1947) questo Corti straordinarie mandarono al muro 88 persone, quasi tutte per il reato di collaborazionismo. Insomma, furono molto più efficienti del Tribunale fascista…


PPS: provate a chiedere a qualche cariatide rossa che biascica di "resistenza" chi fu Alfredo Pizzoni. Fatemi sapere. Ricchi premi a chi sa rispondere

14 commenti:

  1. Non si "citano le svastiche" perché io con le svastiche non ho niente a che fare. Applicando l'idiota ragionamento di "qualcuno" si potrebbe dire che, dato che la resistenza fu in gran parte segnata da una fitta militanza di membri del PCI, allora essa era in combutta con Stalin, ergo va debellata da un paese democratico. Pensate che razza di gente: vittime della logica, prima che della storia!

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  2. "Il 25 Aprile è nata una Puttana il suo nome è: Repubblica Italiana".

    Motto della R.S.I.

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  3. "In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde (...) Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo".

    J.V.Borghese

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  4. con tutto il rispetto, fossi nella vostra persona, mi leggerei un poco di storia italiana, e non solo quella dei testi universitari classici, ma anche del "revisionismo" se così possiamo chiamarlo, più che revisionismo potremmo chiamarle verità occulte.
    se aveste fatto ciò, non sareste qui ad infangare una data come il 25 aprile, se oggi l'italia è un paese suddito, non è certo colpa del CLN,non tutti i partigiani, e non la resistenza fù una congregazione di santi, ma c'era gente che era stanca, e desiderava un mondo migliore e ci stava provando.
    il corporativismo fascista ha bellamente fallito il suo obbiettivo negli anni 20-30, ha finito per fare quello che tutti hanno fatto in italia, appogiare le lobby industriali, la povera gente, con le camice nere ha guadagnato solo calci(e pallatole) e miseria, non meno di quella dell'era giolittiniana (che potremmo considerare un apertura verso i ceti meno abbienti).
    siamo passati dal rischio di diventare sudditi del URSS, a diventare di fatto sudditi degli usa, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, si è alimentata una guerra eversiva, di stampo nazifascista, che per decenni ha perturbato l'italia è in particolare il meridione, è riuscita nello scardinare, e nell'evitare che il PCI e PSI stettero al potere, nonostante la parentesi post 25 aprile sia stata politicamente una delle più proficuie nell'intera europa.
    i nazifascisti con il loro piano "azienda agricola" guidato dalla germania, e gestisto da vari latifondisti e imprendotori Fascisti, hanno suggellato l'infame connubio tra potere e interessi mafiosi, hanno reso accettabile l'osceno, hanno regalato gli interessi italiani agli altri paesi, quindi, per carità non esordite con complimenti della serie "viltà,indecenza" e via discorrendo. se c'è in italia un movimento vile che si nasconde dietro false idiologie, questo è il fascismo, o i fascismi, essendo il terzo reich una sua possiamo definirla "emanazione".
    a mè sinceramente dell"onore" della "patria", ma non me ne frega una benemerita cippa! qua gli unici vittime del sistema siete voi, la chiesa prima, e l'idea e esaltazione della "nazione" e dei "nazionalismi" dopo il 700 ha portato solo guerre e morti, se secondo voi migliaia di vite, valgono la parola Onore, se generazioni segnate dal dolore possono valere anche una minima parte di quei confini che si possono espandere, come un trentino alto adige che preferisce parlare tedesco, e si considera estero, allora non andremo mai d'accordo.
    considero il 25 aprile, una finta festa, noi, in Italia del fascismo non ce ne siamo mai liberati, ci avete regalato la DC,e adesso stianmo ancora pagando i debiti di questo, e voi avete il coraggio di venire a incolpare il CLN, fatevi un esame di coscienza, e di storia per carità.
    cordiali saluti Simone

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  5. Se il risultato di studiare "verità occulte" su libri non "universitari" deve essere questo, è quasi meglio la vulgata resistenziale. E' davvero difficile leggere un coacervo di inesattezze e macchinazioni come questo, con tutto il rispetto parlando. Che il Fascismo nell'ultimo periodo avesse perso la bussola rispetto alle origini è pacifico. Non a caso erano in più d'uno a volere un ritorno al Fascismo di San Sepolcro, il Fascismo della prima ora, movimento di popolo e di piazza. Ma questa, semmai, è una conferma ulteriore che il Fascismo fu un movimento del popolo e per il popolo. Ed è ampiamente testimoniato dalle riforme e dalla politica dei Ministri di Mussolini. Se si eccettua quota 90, (manovra di sostegno per l'industria, pur controbilanciata con tutta una serie di iniziative di sostegno al popolo piccolo e medio), le riforme vanno tutte in una direzione precisa: sviluppare la base della piramide sociale. Lo indicano la battaglia del grano, la riforma Gentile, le varie opere di assistenza, le bonifiche ...
    Il corporativismo ha tutt'altro che fallito. Non a caso la "lotta di classe" è scoppiata dopo, non durante il Fascismo e ci ha macchiato di sangue le strade per decenni.

    La DC fascista? Talmente fascista che per decenni ha perseguito l'apertura verso la sinistra comunista, mica verso il M.S.I. (salvo la brevissima esperienza del governo Tambroni).

    "Nazifascista" poi è la più grossa inesattezza storica che si possa mai compiere. Pur avendo una matrice comune, il Fascismo è andato in una direzione; il Nazismo in tutt'altra, sotto tutto i profili.

    Infine, facci capire a chi dovremmo dare la "colpa" della consegna del Paese in mani straniere? I partigiani, volenti o nolenti, avevano un dante causa straniero, americano o russo che fosse. Così come i mafiosi, reintrodotti dai "liberatori" per combattere il Fascismo.

    Prossimo appuntamento sui libri di storia...

    Saluti.

    Roberto Marzola.

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  6. Rispondo per punti,
    Dunque mi pare di essere tutto tranne che fazioso, correggimi se sbaglio, la lotta di classe nel ventennio fascista non v'è stata perchè improvvisamente le condizioni di vita e lavoro degli operai è migliorata da un dì al seguente? o forse perchè, era intrinseco nel corporativismo l'eliminazione della lotta di classe? forse perchè tramite la legge si mise fine alla libera aggregazione sindacale ? forse perchè vi fù una dura ritorsione in tutto quello che poteva essere definito rosso? tutto culminò nel omicidio Matteotti e nel successivo aventino, un vero regola della sinistra al fascismo.
    gli squadristi che picchiavano a sangue gli esponenti di sinistra non è forse spargimento di sangue, o erano dunque meritatevoli di sofferenza questi individui? per favore nessuna persona dotata di buon senso dipingerebbe il comunismo o il socialismo immacolati, ma da qui a dipingere il fascismo, anche quello degli anni 20, con questa aureola di perbenismo è falso e ipocrita. Le violenze, che seppur non commissionate dalla persona del duce, furono perpetuate alle popolazioni e agli oppositori sono molteplici, gravissime e a tratti bestiali.

    Parlo di fascismi, per rifarmi al capitolo "consenso popolare", dato che la nascita del partito fascista ha visto una grande spinta nell'utilizzo, e manipolazione,dei mass media per ricevere consenso anche ove non vi fosse, volete forse farmi credere che la votazione del 28, è l'esempio del governo del popolo?oppure la riforma acerbo del 23, come il maggioritario oggi, è un insulto al governo popolare travestito da “necessità di maggioranza solida” (basti vedere in Germania oggi, dove con un proporzionale, e una votazione finita in parità, si possa governare benissimo e con ottimi risultati) non siamo ridicoli.
    la rivalutazione della lira ha messo in ginocchio i meno abbienti, sopratutto al sud, peggiorando quello che era già un quadro di miseria istaurato dalla "battaglia del grano".
    Vi ricordo che il sud, era fornitore a livello europeo, di oli di oliva per consumo alimentare e industriale (prima degli oli minerali, si utilizzavano quelli di oliva per lubrificare le parti meccaniche)da maggiore esportatore, è divenuto importatore d'olio! notate questa incongruenza? il sud Italia già messo in ginocchio dalla devastazione dell'unità d'Italia, ha trovato nel fascismo un altro aguzzino da aggiungere nella lista.
    vogliamo parlare di mafia? ha avuto la decenza di non tirare in ballo il prefetto mori, perchè la cosa sarebbe finita in braghe di tela, quando mori fù ad un passo da cominciare ad eliminare “la vera cricca” mafiosa, fu esautorato, dal duce in persona, dal suo incarico e trasferito, a Firenze? O Padova mi pare adesso non ricordo bene, ma come disse lui in persona “per debellare la mafia bisogna andare nei ministeri, non nelle campagne” occhio lungo il suo.

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  7. Parlo invece di Nazifasciti, perché mi rifaccio al piano “Azienda agricola” (tratto da” la lotta segreta alla democrazia in Italia del 43-47), il piano che prevedeva atti di sabotaggi dietro le linee nemiche (dopo lo sbarco in S.) e che prese forma a partire dal 43-42 circa, su diretto sostegno tedesco(marconisti da Berlino,al Vaticano, alle dipendenze del Reich,scuole di sabotaggio,in Italia,Germania,Grecia ecc..) ,questo subdolo artifizio, ha permesso quei legami malsani tra il potere e la mafia, la “santissima trinità” che di certo il fascismo non ha mai debellato, questo terrore del bolscevico ha portato alle stragi avvenute dal 47 in poi, come non ricordare Portella della Ginestra, volete forse dirmi che fu un mero atto mafioso? Allora sono totalmente falsi i rapporti del cic e del oss che parlano di legami tra mafia e gruppi di eversione nera (la decima mas,la rete Pignatelli ecc…),per un piano anti-comunista in italia? Che avrebbe avuto il suo apice nel 46-47-48? Da tutte le forze in campo l’avvento della reppublica in Italia era vista come la prima apertura verso l’urss del PCI e PSI per “regalare” l’Italia ai Russi,per questo cominciò la mattanza, soprattutto al sud.
    Gli Usa hanno spinto per 5 anni perché l’Italia prendesse una via centrista (DC), seguendo il principio del “facciamo i liberali in casa, ma rinunciamo alle libertà a casa degli altri”, ci sono riusciti bene in Grecia, dove ancora prima che in Italia erano rivolte le loro attenzioni, vorrei rammentare la legge contro la libertà di stampa e la messa a morte di decine di rappresentati e giornalisti socialisti.
    Sono poi riprovati tutti i legami tra la DC e la mafia nel corso degli anni, tanto che persino la corte di cassazione ha provato oltre ogni ragionevole dubbio i legami tra Andreotti, la DC e esponenti mafiosi, per traffici illeciti di vario tipo.
    Queste non sono macchinazioni di parte, è la storia!

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  8. Poi se vogliamo riportare in auge il fascismo facciamo pure, vorrei proprio vedere dove andremmo a finire, tanto, non vi è stata in Italia una sola forse politica che non ha difeso gli interessi degli imprenditori, e del nord soprattutto (e parlo da padano) tranne brevi parentesi (ovviamente represse).

    Nel suo sito parla di valori come “famiglia,dio e patria” ma non sono forse valori vuoti di valenza?
    Concorda con me almeno su un punto , che una nazione (anche se personalmente il termine nazione, non lo amo) debba concorrere allo sviluppo (sostenibile) della gente che lo abita e al miglioramento della qualità della vita di tutti;che debba promuovere valori di comunità,integrazione e fratellanza? Quale allergia le provoca il cardine della democrazia mondiale nato dalla primavera Francese “libertè,egalitè,fraternitè” ? siamo forse o no tutti uguali su questo minuscolo pianeta, o vogliamo continuarci a nascondere dietro a false ideologie e ipocrisie?
    Che significato ha PATRIA, quando questo deve voler dire guerra e sangue? Chi li decide i confini di una patria, quando questa è decisa da interessi economici e non da senso di nazione? Se il termine nazione già di per sé è privo di senso, perché preclude il fatto di sentirsi superiore alle altre nazioni, ancora meno senso ha in Italia dove fino alla metà del 900, grandi cose in comune tra Palermo e Milano non vi erano. “patria è la dove vuoi vivere senza subire ne infliggere umiliazione” Emmanuel Robles… è forse questo il caso del Fascismo? Non credo.(le leggi razziali)
    Io non sono comunista, ma alle mie domande di giustizia sociale (e non giustizia contro chi ruba per la fame per esempio) di trasparenza politica, di governo di tutti, di fratellanza e uguaglianza i principi del fascismo non hanno,non possono e non potranno mai dare risposta.
    Non lo è neanche il comunismo, o il socialismo, ma sono convinto che coltivare nei propri lobi celebrali un orticello di idee sociali, che vadano al di là della nazione, al di là del partito, o della difesa dei proprio status sociale, sia la premessa per un evoluzione, morale, culturale e sociale del paese, altro che chiesa e famiglia.

    Questa è una parentesi, ideologica.
    Saluti simone

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  9. Innanzitutto dammi del tu: sono un normalissimo ragazzo, non chissà quale eminenza...
    Detto questo,provo a rispondere anche io per punti, anche se di carne sul fuoco se ne sta mettendo davvero tanta e,con tutta franchezza,non sempre in maniera ordinata.

    Se non erro stai parlando del famigerato "Lupara nera", opera tanto suggestiva quanto criticabile. Come mai cotanta mole di agenti segreti nulla ha previsto o niente ha fatto per impedire lo sbarco Alleato in Sicilia? Voglio dire: inviarono un numero piuttosto basso di uomini e, almeno in quel momento, non era certo impossibile inviarne altri...E' molto singolare poi che, come arcinoto, a penetrare nell'isola con l'aiuto della Mafia fossero stati proprio gli Stati Uniti che si avvalsero dell'aiuto di Lucky Luciano e compagnia. Se non erro fu Pantaleone che la Mafia, d'accordo con i gangster americani, fece di tutto pur di permettere agli americani di entrare nello stivale. C'è anche un rapporto della commissione antimafia:""la mafia rinascente trovava in questa funzione, che le veniva assegnata dagli amici di un tempo, emigrati verso i lidi fortunati degli Stati Uniti, un elemento di forza per tornare alla ribalta e per far valere al momento opportuno, come poi effettivamente avrebbe fatto, i suoi crediti verso le potenze occupanti”. Ora, quanto meno, la situazione non quadra per gli anni durante la guerra. Trovo molto difficile, praticamente al limite della fantascienza, che le due forze,(Alleati da un lato, e Fascisti e Nazisti dall'altro), fossero in combutta in quegli anni: ne andava pur sempre della loro sopravvivenza. Che poi lo siano stati dopo la guerra è ancora tutto da provare. Fino a prova contraria, (mai data concretamente), a sparare a Portella della Ginestra fu l'EVIS,capitanato da Giuliano. Costui indicò quali mandanti, tra gli altri, Bernardo Mattarella, uomo di fiducia del CLN, che aveva ricoperto vari incarichi di governo dal 44 in poi.

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  10. Ora, se vuoi prestare credito a quelle teorie, fai pure. Del resto c'è ancora gente disposta a credere che Bologna,Ustica e Piazza Fontana,(tanto per dirne alcune), furono stragi nere...Permettimi solo di accampare, quanto meno, dei presunti dubbi. Anche perché, se vogliamo addentrarci sul sentiero della semplice logica, uno dei corollari delle teorie esposte è che la minaccia comunista era concreta, (cosa di cui sono stato sempre convinto). E la paura, a mio avviso, non era generata tanto dal fatto che i comunisti potessero vincere regolarmente le elezioni,(come mi pare sia scritto nel libro), quanto semmai dal fatto che erano già riusciti a turlupinare tutti con il famoso referendum, (o meglio plebiscito), '46, dove il "buon" Togliatti era riuscito a realizzare i suoi insani propositi. Del resto, anche la vicinanza di buona parte dell'Italia a Tito era cosa ben nota. Se così è, allora è stata questa l'autentica liberazione, ovvero l'aver impedito con il Fascismo prima, e con simili atti poi, la "comunistizzazione" dell'Italia.

    Mi pare,insomma, che quanto da me affermato in questo spazio, ossia che dopo il Fascismo l'Italia sia sempre stata un Paese a sovranità limitata, trova una ulteriore, per quanto inattesa, conferma.

    Infine, mi danno molto fastidio le idee illuministiche. Non è assolutamente vero che siamo tutti uguali; è vero il contrario: siamo tutti diversi e per 2000 motivi, che vanno dalla biologia alla cultura. E le ragioni di queste diversità poggiano innanzitutto sull'idea di Patria e di Nazione, concetti che esprimono il legame indissolubile con il suolo su cui è nato, sia in senso fisico che culturale, etico e valoriale. Patria è la "terra dei padri", il legame di sangue che lega con il proprio passato, con i valori, le tradizioni, le speranze. Stessa cosa per la nazione, ovvero la "terra dei nativi" che esprime una rivendicazione di appartenenza. Non c'è nulla di aggressivo in tutto questo; anzi, è una profonda dichiarazione d'amore. E' un teorema sgangherato quello in base al quale certi sentimenti provochino forme di aggressione nei confronti degli altri...Il concetto è semplice: ad ognuno la sua terra, i suoi valori, la sua lingua, le sue tradizioni. A ciascuno,insomma, la sua Patria,(quella assegnata dal "caso"), il suo Dio,(inteso quale sistema di valori fondanti), e la sua Famiglia,(intesa come "mattone sociale", come cellula fondamentale dello Stato, concetto mussoliniano citato recentemente anche da Obama).

    Spero di essere stato chiaro. A disposizione per chiarimenti.

    Roberto Marzola.

    P.S. Qui non si tratta di riproporre il Fascismo. Nessuno, (almeno non io), credo si sogni neppure un ritorno sic e simpliciter al Fascismo mussoliniano, se non fosse per mere questioni epocali. Si tratta, piuttosto, di smantellare vere e proprie falsità storiche, falsi miti e falsi ideali, per riproporne altri, ingiustamente messi al confino, che hanno fatto grande questo Paese...

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  11. Sinceramente, che queste stragi siano state commissionate da esponenti del CLN, non ne ho mai avuto notizia, ho pile di libri ancora da leggere, tra cui, il sangue dei vinti che dovrebbe trattare proprio l'argomento della 2° guerra mondiali.
    sinceramente per le informazioni in mio possesso, e per gli incroci di più testi e documentazioni che confermano la stessa tesi, tendo a "credere" alla versione dell'intrigo americano-eversivo nero.
    puoi non certo negare che la maggioranza di esponenti fascisti, fossere più interessati a mantenere il loro status sociale, che al benessere della "patria" (di tutti), forse questo più che altro ha portato al fallimento dell'idea maestra del coroporativismo.
    ovviamente l'interesse degli USA di estendere la propria egemonia sul Europa, e quella in Italia della elite,di mantenere il proprio status, non potevano che andare a braccetto, il nemico comune, un po’ per paura, un poco per fondato timore era il bolscevico.

    Per quel che riguarda le ideologie,ognuno ha le proprie, io considero i popoli, intesi dal punto di vista culturale come un puro intreccio di occasioni/avvenimenti, sono diventati così perchè il territorio li ha plasmati in un determinato modo e la loro storia ha preso una determinata piega,e li ha formati culturalmente, penso però, che i confini delle varie nazioni non costituiscano i confini reali delle culture, anche perché confini precisi non si possono tracciare perché le culture si sfumano mano a mano che ci si allontana dall’epicentro.
    non dico che siamo tutti uguali perchè lo siamo esteriormente, ma perchè possediamo tutti 4 arti e un cervello (e altre cose :D) e volenti o nolenti, aldilà delle peculiarità di ognuno (chi è mediamente basse,chi è mediamente alto, chi è mediamente un armadio a 4 ante, chi ha i denti bianchi della pubblicità della vivident…. Si scherza ovviamente),siamo tutti in grado di fare le stesse cose.
    è un visione idealistica quella del mondo unito senza barriere, ma io spero che sia questa la direzione da prendere.

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  12. Ci sono italiani che vanno in america e si innamorano di quel territorio e vorrebbero viverci, Arabi che vanno al nord e gli piace il nord, Scandinavi che si trasferiscono in Spagna, credo che la liberta di poter scegliere liberamente la propria "patria" sia fondamentale, per esempio, se io nascessi in Germania, ma poi durante una vacanza mettiamo per esempio: in Marocco, mi innamorassi di usi costumi sole mare, mi piacerebbe poter ricominciare la mia vita in quel luogo..
    Ci sono poi popoli che nella loro terra (o non terra vedesi palestinesi e israeliani)sono oppressi, e se non hanno la forza di guadagnarsela la liberta, è giusto che possano poter fuggire e cercare altri lidi.
    io ho un idea diversa del mondo, sono chiaramente attaccato alla mia terra, ma non per questo debbo esserci costretto a vivere in eterno, non lo trovo giusto, io mi considero più “cittadino del mondo” e questo concetto, è vecchio come la storia.

    In ultima istanza, parlando del presente; alla fine questo è quello che conta, mi sento sicuro di affermare, che se l'occidente in particolare è oppresso e schiavizzato dal sistema da lui stesso creato (il finanzcapitalismo) è solo grazie alla corrente liberale (e successivamente neo-liberale) che ha investito il mondo a partire dagli anni 70-80, anche alla puntata scorsa di annozero, ho potuto ascoltare le parole di quello che per quel che mi riguarda è l'unico baluardo di speranza per l'Italia, Vendola. (e non solo per mè a quanto pare a vedere le vittorie del SEL a Napoli e Milano)
    Ci troviamo davanti non ad una semplice crisi economica, ma alla CRISI del sistema come lo abbiamo generato, il liberismo sfrenato, dell’economia, l'assunto preso per legge che in realtà l'industria, o il capitale genera ricchezza (e invece vediamo multinazionali che aumentano il fatturato ma licenziano con il macete).

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  13. Se prendiamo per esempio l'Italia, vediamo che il 55% della ricchezza nazionale è in mano a meno del 10%della popolazione, ovvero che ci sono i molto ricchi, e i molto poveri, 1 Italiano su 4, rasenta il limite di povertà assoluta, e l'istat (mi pare) fissa il limite di povertà relativa (con rischio di esclusione sociale) a stipendi netti di 930€, adesso quanti operai hanno stipendi da meno di 900€ ? tantissimi, e a molti di questi viene detto "o lavori di più (aumento produttività con più ore) o ti diminuiamo lo stipendio... oppure peggio, stai a casa" .
    Lo trovo un mondo ingiusto quello dove, quando tutto va bene i ricchi diventano sempre più ricchi, e quando c'è una crisi, questa la si fa pagare ai più bisognosi, e i ricchi concentrano ancora di più i propri capitali.
    Non sono comunista, ma penso che il mondo dei tutti uguali e della giustizia sociale, che tu accusi, non sia mai esistito, e non vedo la luce in fondo al tunnel; quindi posso affermare che se non la legge del capitale, e del soldo, nulla lo abbia sostituito nel potere.
    Ho visto che bene o male qualsiasi esponente politico abbia preso il potere in Italia in particolare, sia stato esso di destra sinistra o centro, ha fatto nientemeno che gli interessi delle lobby più influenti, il chè, è una cosa schifosa e meschina.
    Mi duole poi ammettere, che la maggior parte di riforme economiche tese a liberalizzare la finanza e l'economia, siano state fatte prima in Francia (che in America come molti dicono, e da cui è partita la crisi) e ad opera di governi socialisti.
    Rinnego questa classe politica, ma faccio miei i principi guida, sono per la partecipazione statale nelle grosse imprese, sono per le banche pubbliche (vedesi lo scempio della stampa della moneta e degli interessi applicati), insomma sono per una società più equa.
    E che la piantino con questa frottola del capitale, che francamente ha stancato.
    Saluti Simone.

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  14. Ma credi davvero che in qualsiasi Paese del mondo ti diano permesso di soggiorno e/o cittadinanza così liberamente? Della serie: mi piace questo Paese, resto? Dovresti vedere qualche legge in materia di immigrazione, in primis quelle degli USA, ove di ogni immigrato si fa notoriamente un americano, (si parla di "meltin' pot". Come vedi è proprio in quei paesi che tu, seppur implicitamente, additi come "liberi" che il concetto di Patria viene ulteriormente rinforzato. La Patria è quella in cui nasci e nessun'altra. Nelle altrui Patrie puoi avere al massimo la cittadinanza, anche se io respingo in maniera quasi violenta l'equiparazione tra ius sanguinis e ius soli. A mio avviso non basta nascere in Italia per essere italiani. Sono d'accordo con Te quando dici che il discorso è prettamente culturale; io aggiungo culturale e valoriale. Per essere italiani occorre nascere in Italia, da genitori italiani, di cultura e tradizione italiana.
    I confini tra culture, invece, sono molto più netti di ciò che pensi. Guarda i territori di confine: l'Alto Adige italiano è nettamente differente dal Sud Tirolo austriaco. Non a caso gli alto atesini si definiscono italiani di lingua tedesca, (anche se poi normalmente non parlano proprio il tedesco, ma una forma dialettale). E i confini delle nazioni, almeno in linea teorica, dovrebbero rispettare i confini dei popoli e delle etnie. Guarda cosa succede quando queste vengono mescolate entro gli stessi confini: israeliani e palestinesi, uto e tutsi, bosniaci,serbi, montenegrini ecc.

    Evito di rispondere su Vendola: un autentico combinaguai, l'autore del disastro della sanità in Puglia, colui che ha preferito spendere i soldi della C.E. per finanziare il concerto del 1 maggio a Roma piuttosto che per sistemare le cose in regione. Un chiacchierone buono solo per il vaniloquio. Se un soggetto del genere non è in grado di reggere una regione, (pur importante come la Puglia), come può sperare di reggere un Paese? Come si può anche solo lontanamente pensare che possa risolvere il disastro attuale, sul quale in linea di massima sono d'accordo? Ciò su cui non concordo, invece, è che attualmente non ci sono uomini capaci di risollevare il Paese, né a destra né a sinistra.L'intera classe politica democratica e repubblicana va interamente rottamata, in quanto ogni suo ramo è espressione di un interesse più grande e neanche tanto occulto. Bisogna debellare la rete di interesse; partire del pesce piccolo per arrivare a quello grosso. Proprio come fece Mussolini in Sicilia.

    Ah, un'ultima cosa: vedo che insisti sul presunto "fallimento del sistema corporativo". Il corporativismo non ha fallito, anzi...E' stato soppiantato dal sistema sindacale per una scelta meramente politica. I risultati sono tutti gli occhi di tutti...

    Roberto Marzola.

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