Sono i commenti a caldo dopo l'ultima interpretazione di Angelina Jolie. Solo che stavolta non si tratta di un film, ma della triste e squallida realtà. Recatasi di persona a Lampedusa in veste di ambasciatrice ONU, ha lasciato dietro di sé quantità industriali di melassa e, aggiungerei, un certo senso di ipocrisia. Ha detto che "Lampedusa è la porta d'Europa" e che "serve più tolleranza". Che belle parole, fanno scendere la lacrimuccia. Si è sottoposta volontariamente al rilevamento delle impronte digitali. Allora non è vero che questi vip non si sporcano mai le mani! Insomma, ha fatto di tutto pur di far passare il messaggio che, in fondo, lei è un'immigrata come tante.
Nulla da eccepire. E siccome non ho nulla da controbattere, allora dico che, se così è, non vedo perché si sia dovuto mettere in piedi un vero e proprio cordone di sicurezza, con gli uomini delle forze di sicurezza in massima allerta. Non vedo perché sia arrivata a bordo del suo lussuoso jet privato. Se proprio voleva essere una di loro, avrebbe dovuto affrontare una lunga traversata in mare, in condizioni disumane, affidando la propria vita a gente tutt'altro che raccomandabile. Doveva scendere da una carretta del mare, non da un jet privato. Doveva essere vestita di cenci, non di abiti firmati. Doveva patire fame, sete, miseria e disperazione, condizioni che non credo sappia neanche cosa siano.
Invece, di tutto questo nulla. Solo parole. Solo frasi e gesti ad effetto per dare l'impressione che lei è buona e sensibile e, quindi, può dare lezioni agli altri, che lei fa il bene. Solo che il bene, come il male, si fa in silenzio, senza ostentazione.
Rispondo con una frase di Totò e non aggiungo altro: "Ma mi faccia il piacere! ".
Roberto Marzola
Nessun commento:
Posta un commento