E’ da un po’ che si parla del problema delle lucciole ai margini delle strade. I sindaci di città e paesi non le vogliono per tutta una serie di motivi: squallore urbano, concitazione notturna, urla e schiamazzi, rischi sanitari, proliferazione della criminalità organizzata ecc. Si sono escogitati tanti sistemi per arginare il fenomeno: oltre agli strumenti penalistici atti a contrastare lo sfruttamento della prostituzione e la riduzione in schiavitù, si sono messe in campo multe ai clienti delle lucciole, videocamere nelle zone interessate, passeggiate per scoraggiare i frequentatori e chi più ne ha, più ne metta. I risultati sono stati a dir poco insoddisfacenti. Sarà forse perché la prostituzione, notoriamente, è il mestiere più vecchio del mondo; fatto sta che non se ne è mai venuti a capo.
Davanti a questa situazione mi chiedo, dunque, perché a nessuno sia venuta in mente la soluzione più logica, l’unica in grado di salvare proverbialmente “capra e cavoli”, ossia ripensare alle cd. “case chiuse” ? Se il nome vi crea problemi, chiamatele come preferite: bordelli, case di tolleranza, lupanari, maisons; ciò che conta, infatti, è la sostanza: luoghi chiusi, tenuti sotto stretto controllo legale ed igienico-sanitario, da destinare al soddisfacimento del piacere sessuale previo pagamento di denaro. Se ci pensate bene, risolverebbero molti problemi: strade libere, nessun sentore di degrado cittadino, possibilità di monitorare costantemente il quadro sanitario, (e quindi prevenire la diffusione di malattie trasmissibili per via sessuale, in particolare la temutissima AIDS), significativo freno al fenomeno dello sfruttamento, tutela delle “operatrici del settore” e dei loro clienti. Basterebbe davvero poco, insomma, per risolvere il problema che, mi preme dirlo, non è certo lo scambio di denaro per sesso. Affrontare la questione in tali termini, infatti, significherebbe sconfinare nel campo dell’etica e chi, oggigiorno, può davvero giudicare qualcuno? Il problema, invece, riguarda il fatto che tutto ciò avvenga in strade e stradine con tutti i rischi annessi e connessi, da un punto di vista sanitario e non solo.
E allora perché continuare a ripetere gli stessi sbagli? Perché continuare a seguire la strada tracciata dalla famigerata Legge Merlin che, almeno secondo le intenzioni della promotrice, doveva far sparire il problema della prostituzione, (un po’ come la chiusura dei manicomi, che più o meno è coeva, avrebbe dovuto far sparire dalla faccia della terra le patologie psichiatriche )? Forse perché siamo tutti un branco di moralisti bigotti e, come tali, preferiamo improvvisarci professori di etica e morale piuttosto che risolvere definitivamente il problema. O forse perché, ma non ci voglio pensare, le case chiuse ebbero molta fortuna negli anni del Ventennio e allora devono essere distrutte con tutto ciò che può essere messo in relazione ad esso. E guardate la sbornia progressista dove ci ha portati: secoli indietro!
E dire che a livello concettuale la soluzione sarebbe davvero molto semplice, poco dispendiosa e addirittura remunerativa. Da parte mia ipotizzerei la creazione di edifici, privati sì, ma sotto stretto controllo pubblico, gestiti da tenutari che abbiano superato positivamente tutti gli accertamenti pubblici riguardo i loro rapporti con la legge penale, la loro onorabilità e la loro competenza. Le forze dell’ordine e il personale medico dovrebbero poi operare controlli continui su persone e luoghi. Si potrebbe pensare anche di registrare gli ingressi, tutelando al massimo ovviamente la privacy dei clienti, affinché la situazione possa essere sempre monitorata. Tanto i tenutari quanto le signorine poi, avrebbero precisi oneri tributari a cui adempiere, con un indubbio vantaggio anche per l’erario.
Questo,insomma, è il mio punto di vista, una prima bozza, un primo approccio progettuale. Fatemi sapere come la pensate in merito.
Roberto Marzola.
Questione "anziana" questa delle " case chiuse", maimportante ed esplicativa della sbornia pseudo-democratica e dei danni infami portati dalla vigente vulgata politicamente corretta. Mi è già capitato di dover esternare qualche campione di pensiero personale sopra temi che i media embedded definirebbero "di scottante attualità". Com'è ovvio rappresentano l'assoluto opposto delle tesi che "vanno per la maggiore" come il tatuaggetto sul culo o l'ennesimo buco sul naso o orecchia. Bene ha fatto Roberto nell'indicare quelli che le locali amministrazioni paventano come mali irrimediabili che la regolamentazione del settore dell'amore a pagamento porterebbe. In verità, è proprio a quei mali che si porterebbe finalmente soluzione, incluso il sostegno a persone "bisognose d'affetto" nonchè ad handicappati ovvero uomini che per una serie di deficienze fisiche ovvero mentali, possono trovare quasi impossibile dar sfogo ai propri bisogni psico-fisiologici. Ora, in questa sottospecie di società in cui ci si trova a sopravvivere, governata finanche dalla confusione dei ruoli e dei sessi, da una sorta di ipocrita matriarcato dove tutto è ammesso a chiacchiere, ma "fuori dal proprio cortile", tutto ciò che ho indicato verrà coraggiosamente redarguito nel nome del "progresso materialistico" e delle belle conquiste sociali che hanno già portato qualche generazione ben oltre il punto di non ritorno.
RispondiEliminaDa sempre credo che bisogni tornare alla vecchia casa chiusa per risolvere uno dei problemi più gravi che l'italia deve fronteggiare,Operando un controllo statale sul fenomeno prostituzione come si controlla una clinica privata convenzionata con le Usl si avrebbero molti vantaggi,oltre a quello di un amaggiore igene,del decoro urbano,e di soldi freshi per le casse sempre più misere dello stato si darebbe anche un bel colpo alla criminalità organizzata che gestisce l'attuale mercato del sesso in stretto rapporto con quello degli stupefacenti! Ci sono non uno ma mille reali motivi per riaprire le "case chiuse" Raccogliamo 500.000 firme e proviamo a cambiare la storia! MATTEO!
RispondiEliminascusate ma allora quello che si trova a Roma non è una casa di tolleranza? Perchè io credevo che montecitorio lo era!!!!
RispondiEliminaComunque apparte gli scherzi, la chiusura era una stupidagine, non avrebbero mai potuto debellare la prostituzione, mestiere arcaico, oserei dire, il problema come sempre è a monte, o meglio chi dovrebbe avere determinati ruoli e ricoprire determinate cariche, non è competente di dovuti argomenti, ricordate quando avevamo la Bindi alla sanità? Che neanche sapeva quanti tipi di epatite ci fossero? O quell' altro zozzone di de lorenzo che infetto persone con del sangue infetto da HIV che partiva dall' Africa per passare in Francia e poi in Italia? Oppure quel voltagabbana di Fini insieme a Giovanardi con la loro bella tabella sulle droghe? come si può ricoprire un determinato ruolo quando si è incompetenti in materia? Come se io sono un muratore e ricopro il ruolo di chirurgo di cardiologia.....mmmmm............quanti cuori riuscirei a rimettere in sesto?
Io abito a Porto San Giorgio, nelle Marche. Il sindaco di Porto Sant'Elpidio, per contrastare il fenomeno della prostituzione ha deciso di fare multe sia alle prostitute che ai clienti (500 euro). Non solo ... ma l'ordinanza prevede anche (udite udite) la schedatura del cliente della prostituta (cosa secondo me contraria alla privacy perché se io voglio andare con una donna nessuno me lo può impedire, la vita è la mia e faccio quello che mi pare) ... sarebbe ora di proporre un referendum per l'abrogazione della Legge Merlin, che ne dite ?
RispondiEliminavorrei dire una cosa anch'io...
RispondiEliminaper me la legge merlin, E' UNA CAGATA PAZZESCA!