BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


giovedì 27 ottobre 2011

28 OTTOBRE 1922: UNA MARCIA PER IL FUTURO



Balla Giacomo - La marcia su Roma - 1932
Dicono che la storia sia ciclica, un continuo susseguirsi di corsi e ricorsi. Non lo so. Nessuno forse può saperlo, dato che bisognerebbe vivere secoli e secoli per poterlo constatare. Io posso solo dire che, talvolta, pone delle coincidenze davvero incredibili.
Non so voi, ma personalmente trovo una certa somiglianza tra la situazione che ha preceduto l’avvento del Fascismo e quella odierna.  Prima dell’ottobre del ’22, infatti, lo stato liberale viveva un momento di pesante crisi sistematica, con effetti che si sentivano soprattutto nell’economia: enorme debito pubblico, (allora dovuto, principalmente, alla guerra; oggi, magari fosse causato solo dalla partecipazione alle “missioni di pace”!), disoccupazione, inflazione e riconversione produttiva, forte esposizione debitoria delle imprese verso le banche, malcontento diffuso tra la popolazione. Una situazione davvero difficile da tutti i punti di vista, che la politica di allora non seppe affatto fronteggiare. Alla luce di tali premesse, si può facilmente prevedere quale fu la reazione delle masse: la protesta violenta, la furibonda manifestazione di insofferenza per un quadro economico-sociale davvero estenuante. Aggravato poi dell’operato delle forze di sinistra, che non persero occasione per cercare di volgere la situazione in proprio favore. Fecero leva, in maniera cinica e sfrontata, sul diffuso malcontento popolare per dare avvio ad una stagione di forti proteste, culminate in mobilitazioni contadine, occupazioni di campi e fabbriche, scioperi, picchetti e violenti scontri, al solo scopo di prendere con la forza un ruolo di primo piano nella vita politica del Paese. E’ il cd. “biennio rosso”, il sogno della “rivolta proletaria” che provava a muovere i primi passi anche in Italia. Quale sia stato il prezzo, quanto sangue sia stato versato a causa di quelle folli idee ormai lo sappiamo tutti o, almeno, dovremmo saperlo bene.
Praticamente, la stessa situazione di oggi. Certo, diverse e più complesse sono le cause dell’odierno debito pubblico, della disoccupazione, dell’inflazione e di tutto il resto, ma il male resta sempre lo stesso: la difficoltà delle famiglie a far fronte alle necessità quotidiane. Identica poi è la reazione della folla, stremata dalle rinunce di oggi e angosciata dalla semplice idea di un domani, che invade Roma, ma solo per devastarla. Così come accomunabile è l’operato delle forze di sinistra, che cercano ancora oggi di aizzare il popolo contro il padrone di turno per avere libero accesso alla stanza dei bottoni. Insomma, nella clessidra della storia è scorsa la sabbia di quasi cento anni, eppure davvero poco sembra essere cambiato. 
Le pur numerose analogie, tuttavia, finiscono qui. Non so se a questa constatazione mi porta il mio pessimismo o, piuttosto, una semplice osservazione della scena contemporanea. Manca, purtroppo, il genio politico di Mussolini, capace di interpretare i bisogni e le richieste delle masse, di stroncare sul nascere i propositi di “sovietizzazione” del nostro Paese, (ancora oggi tutt’altro che sopiti!), nonché di proporre un sistema alternativo, dai profili completamente nuovi. Certo, sull’operato delle Camicie Nere vi furono delle ombre, (anche se molte meno di quelle descritte dalla pseudo-storia tardoresistenziale), e nessuno lo nega; ma furono travolte dalla radiosa luce della vera rivoluzione socialista nazionale.  Manca anche una classe politica degna di tal nome. Sfido chiunque a trovare nella casta dei giorni nostri qualcuno che non dico operi, ma almeno parli di soluzioni concrete e reali per gli strati più sofferenti della società. E’ tutto un chiacchiericcio sterile ed insensato su “misure urgenti per il Paese” ,( che non vengono mai chiarite, né precisate), sulla necessità di un “nuovo governo” e, soprattutto, su una “nuova legge elettorale”. In altre parole, le difficoltà del ceto medio-piccolo vengono tirate in ballo solo come pretesto, una specie di maschera, utile per apparire belli e premurosi , mentre le preoccupazioni reali sono ben altre: quelle elettorali e partitiche. Manca, infine, qualsiasi proposito di unità da parte del popolo italiano, unito solo dalla disperazione e dalla rabbia. E come potrebbe essere altrimenti, dopo decenni di lobotomia democratica, cattomunista e internazionalista, che ha chirurgicamente eliminato dalle menti degli italiani qualsiasi senso di identità, di appartenenza e di nazionalismo? 
Ecco dunque la necessità  di ripensare a quel capolavoro politico che fu la Marcia su Roma, di meditare sullo spirito di quella folla rivoluzionaria che sfidò l’inadeguata classe dirigente solo per dare un futuro al proprio Paese. Un progetto difficile, un compito arduo che presentava così tanti e tanto grandi rischi, ma che incontrò l’approvazione della folla festante, accalcata nelle stazioni e nelle strade mentre aspettava il “passaggio della compagnia”. Una “compagnia” estremamente variegata, fatta di legionari fiumani, fascisti, nazionalisti, popolari, democratico-sociali nittiani, giolittiani, salandrini, indipendenti filofascisti, tenuta insieme da un unico collante: l’amor di Patria. La storia ci dice che quello fu l’inizio di un’epoca di traguardi inimmaginabili per l’Italia,(pur con tutti i suoi lati problematici), fatta di grandi conquiste sociali, record in tutti i fattori produttivi, crescita demografica, culturale e sociale e progresso materiale e spirituale, che solo l’esito di un’infausta guerra, (creata ad arte dalla masnada liberal-democratica), ha rischiato di cancellare . Un meccanismo quasi perfetto, guidato da un condottiero fiero e geniale, che portò l’Italia ad erigersi sopra le altre. Volete un esempio? Vi basti pensare che nel biennio ’29- ‘31, i peggiori anni della tremenda crisi, mentre il “mondo libero” razionava il pane, in Italia si votava il plebiscito per il Fascismo, si inaugurava l’ “Opera Nazionale Balilla” ed i “Campi Dvx” erano sparsi per tutta l’Italia, si apriva l' “Accademia d'Italia”, (che annoverava tra le sue fila Mascagni, Fermi, Marinetti, Pascarella, Romagnoli e Guglielmo Marconi), si mandavano ben 8 idrovolanti alla conquista di Rio de Janeiro, si dava il via alla bonifica dell’Agro Pontino e alle grandi riforme fasciste e si riceveva in pompa magna il “mahatma” Gandhi. Mica male per il “male assoluto” !
Con tutto questo voglio dire che gli italiani d’allora, partendo da una situazione tragica, seppero riscoprirsi popolo, abbatterono il muro delle divisioni ideologiche, sposarono l’ideale di Patria, affrontarono la crisi e costruirono un impero, sebbene a costo di immensi sacrifici e sovrumane rinunce. Quelli di oggi, ahimè, sono incapaci di andare al di là di Berlusconi e si recano in piazza, al comando degli autori della crisi, per spaccare vetrine e gridare insulti alla polizia. Solo una piccola parte d’Italia lotta, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle responsabilità della crisi e per proporre soluzioni operative, senza però incontrare il sostegno della massa, che anzi etichetta ed osteggia, con l’unico risultato che a prosperare sono soltanto i soliti noti e  con buona pace di tutti gli altri. 
Come sono lontani quei tempi, in cui si era disposti a rinunciare a tutto in nome di un ideale, a stringersi attorno ad una bandiera, ad indossare una camicia per lanciare un messaggio: “coraggio Italia, coraggio italiani!” .  Sono andati, forse per sempre. Resta solo il vuoto dei tempi moderni, il nichilismo presente, il lamento di giovani, adulti e vecchi. Una situazione destinata a divenire cronica, a causa dell’assenza di qualsiasi proposito di reazione, (che non sia una semplice esternazione di malcontento), fatto di proposte e soluzioni concrete. Pertanto, vi prego:  non ditemi più che la storia è fatta di corsi e ricorsi perché tanto non ci credo. Pone solo delle somiglianze; ma per il resto è semplicemente un declino costante, una caduta nell’abisso, illuminata sporadicamente da un lumicino di speranza. Flebile, quasi invisibile, ma presente. A noi il compito di far divampare quel lumicino, di riaccendere quella fiamma. Non sarà facile, sarà anzi doloroso, ma dobbiamo provarci. Per noi e per l’Italia. Eja, eja, alalà!
Roberto Marzola.

15 commenti:

  1. e' vero che Mussolini porto' delle innovazioni,migliori etc..purtroppo fene una sola "cosina" sbagliata:LA GUERRA,circa 4 milioni di morti,i bombardamenti degli "alleati" e ancora oggi,l'occupazione AMERICANA,e militare e politica.piu'che al passato,guarderei al futuro.noi,magari lo facciamo,ma quanti altri sono come noi?quanti sanno del SIGNORAGGIO,e delle SCIE CHIMICHE??giusto per nominarne un paio...eppure ci vorrebbe cosi' poco,giusto un po' piu' di PALLE.e vorrei ricordare,che L'unita d'italia e' stata fatta con la guerra,e mantenuta con la violenza e minacce,ovviamente non evidenti ai piu'.

    ciao
    Sandro

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  2. Ci sono tante domande Sandro: siamo così sicuri che la guerra l'abbiano voluta Mussolini e Hitler? Perché Francia e Inghilterra sposarono la causa polacca solo contro la Germania di Hitler e non contro la Russia di Stalin? Perché non sposarono affatto quella finlandese? Non sarà mica che Francia e Inghilterra cercavano a tutti i costi di conservare la loro posizione di egemonia in Europa, conquistata dopo la Prima Guerra Mondiale, minacciata dalla crescita strabiliante dei Paesi del socialismo nazionale? Non sono affatto domande che appartengono al passato; appartengono al presente anch'esse, perché capire le menzogne di ieri, aiuta a capire quelle di oggi. Non si capiscono né il signoraggio né le scie chimiche senza la piena conoscenza dell'operato oscuro delle potenze liberal-democratiche, giacché sono punti diversi dello stesso piano di conquista del mondo. Credo di averne già parlato. Saluti!

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  3. ti aspettavo. sapevo che non saresti mancato e sapevo di cosa avresti scritto in questa giornata. ti dirò che, a mio giudizio, hai redatto uno spartito per 4 mani. le prime 2 le tue, le altre di chiunque altro sia andato oltre "topolino" nelle sue letture, nei suoi studi. la cosa che vorrei rimarcare sono la totale mancanza di carisma da parte di chicchessia se paragonato a mussolini e la triste differenza che corre tra quegli italiani di allora e questi di oggi. quale "compagnia" oggi sarebbe capace di formarsi e per sfilare agli ordini di chi? se dovessi sostituire quelli di allora, per quanto personalmente invisi, mi troverei a dover celebrare chi? formigoni, buttiglione, fini, di pietro, rutelli, casini, vendola? da questi i quadrunveri? credere che da questi l'italia possa trovare la forza per risollevarsi? allora tanto vale pensare che "re travicello" già sia stato spedito nello stagno. per il solo gusto di vederci lamentare. zeus, potrà pur divertirsi? sai cosa mi avvilisce e delude, caro roberto? non la pochezza e la vigliacca pro-positività dei nostri nemici ma i limiti di quelli che dovrebbero essere i "nostri". l'esibizionismo senza contenuto. oggi, una carnevalata mortifera per troppi. per troppo pochi la partecipazione ad una progettualità, ad un percorso di studio e conoscenza. esattamente come scrivi nella tua risposta. è con l'augurio di una nuova marcia, ma questa volta orientata a debellare tutto quanto la prima non riuscì a fare, che lancio il mio eja-eja.

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  4. Caro Nino, ad essere sinceri anche io ti aspettavo e sapevo più o meno cosa avresti scritto, perché gli anni passano e, purtroppo, il problema è sempre quello: la mancanza di una prospettiva diversa nel nostro ambiente, di almeno una personalità che raccolga ed elevi quanto di buono vi è e, al tempo stesso, epuri la nostalgia fine a se stessa, gli slogan vuoti e ripetitivi, il fanatismo cieco.
    Per fortuna, da un lato, e purtroppo dall'altro, le cose all'esterno non vanno molto meglio. Non c'è una personalità che sia in grado di poter gestire la situazione, né a destra, né a sinistra. Confesso che fino a qualche anno fa avevo un debole per Alemanno, ma sappiamo tutti come è finito.Oggi mi è quasi più simpatico Marco Rizzo...ho detto tutto!
    Che vogliamo farci, purtroppo ognuno raccoglie ciò che semina. Il fallimento della politica democratica è sotto gli occhi di tutti, ben rappresentato dall'inconsistenza di quelli che dovrebbero esserne gli attori principali. Il guaio è che non c'è via di fuga, men che meno margine di miglioramento: il sistema partitico e clientelare stronca le gambe a chi vale, scegliendo sempre la persona più conveniente e controllabile.
    L'unica speranza che resta è quella di riuscire a raggiungere finalmente le orecchie della gente onesta, per spiegare i nostri ideali e le nostre proposte concrete,(come ci siamo detti in altre occasioni), senza illuderla, anzi avvisandola che ci sarà molto da rischiare e da lavorare. Speriamo che poi ci segua e ci aiuti ad essere all'altezza del compito che ci spetta. Il guaio è che la gente onesta, ossia i padri e le madri di famiglia, non si convince con l'esibizione di teste rasate, svastiche e slogan razzisti, bensì con l'esempio, la rettitudine morale e, ripeto, proposte concrete. Cose che non sempre abbiamo tutti in testa.

    Grazie ancora di cuore Nino. A presto!

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  5. che sulla guerra ci siano TANTE OMBRE,convengo con te,che tante VERITA'sono state manipolate pure,ma da qui a dipingere Mussolini come quel che non e'...attenzione di cose buone ne ha fatte,e questo,lo ammette uno non di parte.c'e' solo quel neo.ti dico,vuoi far a guerra(!),ma almeno ARMATI COME SI DEVE!!!

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  6. Leggiti Renzo De Felice. Ne "Gli anni del consenso" è riportata una corrispondenza Mussolini- Ciano,(se non erro); quest'ultimo si trovava in Inghilterra ed ebbe modo di parlare con alti gradi della marina britannica. Ebbene, i marinai di Sua Maestà avevano una paura folle di dover fronteggiare l'Italia in mare.
    Ti consiglio di visionare questa corrispondenza solo per invitarti a non prendere come oro colato quel che si dice sulla preparazione militare italiana. Vero è che, talvolta, l'esercito non fu adeguatamente preparato, ma per motivi precisi, legati in primis all'inizio di una guerra che doveva cominciare almeno due anni dopo. Scoprire perché sia cominciata e, soprattutto, perché sia cominciata in netto anticipo potrebbe essere una grande sorpresa. Prova a vedere se su Youtube si trova ancora il seguente video:"Hitler e Stalin: chi fu il vero aggressore?" Contiene un'ampia ed interessante bibliografia sulle ragioni dello scoppio della guerra, stranamente taciute. Spero di essere stato esaustivo! Saluti!

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  7. la preparazione era fuor di dubbio,almeno in alcuni repartir,tipo la x-mas,poi divenuti Incursori della Marina,o dei vari reparti Alpini,i lagunari,etcc.ma in quanto ai mezzi,dai..vogliamo parlar del radar??o dei fucili,degli aerei bi-plano(!!!!),o dei carri armati piccoli balilla(inutili)..di esempi,non ne mancano.pure Mussolini,sapeva,di dover attender il '44 per aver un Esercito pronto,invece...
    certo e' che se non ratificava le leggi razziali,avremmo avuto il "raggio della morte" di Marco,ed il suo radar,la storia,prese un'altra piega..

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  8. Ci sono strani e complessi rapporti interni alle forze armate italiane che andrebbero approfondititi, in particolare un'atavica antipatia reciproca tra marina ed aviazione che costrinse Mussolini a rinunciare alle portaerei. Ne sia la prova proprio il radar: i vertici della Marina italiana non presero mai sul serio le proposte di Tiberio, (se non ricordo male), un giovane ufficiale che fu, in pratica, il precursore del GUFO e del FOLAGA. Solo dopo capo Mapatan ci sono arrivati...
    Ma la cosa più sconcertante è che l'Italia finì per pagare secoli di arretratezza tecnologica, dovuta a delle dominazioni straniere che avevano fatto dell'Italia praticamente un luogo di villeggiatura, (basti pensare ai Borbone, che in tutto il loro regno avevano costruito una sola ferrovia), più che un Paese al passo coi tempi. Se ci pensi bene, anche durante la Prima Guerra Mondiale l'Italia non ebbe mezzi all'avanguardia, eppure vinse contro uno degli eserciti più potenti al mondo. Perché? Perché era diverso il quadro politico sovrannazionale...Questo per dire che la guerra, da quel che posso capirne, non è solo un fatto di armamenti. Anche in questo caso, la prova delle mie parole potrebbe essere trovata nel caso della Germania: forse l'esercito meglio organizzato di tutto il secondo conflitto mondiale, eppure uscito sconfitto. "L'aviatore tedesco sorprese il mondo intero" eppure perse. E sul "raggio della morte" ci andrei piano. Praticamente, tutto ciò che abbiamo è una pagina di diario di Donna Rachele. Non mi pare sia il massimo dell'attendibilità storico-scientifica! Saluti!

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  9. be'pecca ancor maggiore din un CAPO che non riesce a metter d'accordo le varie anime dell'esercito:CAMBIALE,che Capo sei?ho visto il video "Hitler e Stalin: chi fu il vero aggressore?" davvero interessante.che la seconda guerra mondiale avesse ancora cose da dire,non mi e' nuova;e' facile manipolar la storia da parte dei vincitori.purtroppo le Menti che mettono in discussione il dogma,vengo,al meglio emarginate..e poi,cazzo e' evidente che siamo sotto agressione:perche' ci sono ancora le basi americane in Italia se la guerra e' finita da un pezzo?stessa cosa dicasi per Germania e Giappone.anche qui c'e' molto da dire.il massimo sarebbe far un dibattito aperto,sia a chi tiene per una tesi e chi all'altra....

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  10. Sia chiaro che tutto va filtrato con ampio senso critico. Certi lavori servono solo per instillare il dubbio, per muovere ciascuno ad una ricerca personale, a rifiutare i "dogmi" del dopoguerra ed andare oltre le verità di comodo.
    Il discorso sui rapporti interni all'esercito, invece, è molto più complicato di come lo descrivi. Perdonami, ma su questo non sono d'accordo con te. Devi tener presente che Mussolini doveva gestire un complesso gioco di equilibri, piuttosto instabili a dire il vero. L'esercito, (insieme alle masse operaie e contadine), era la base del consenso fascista. Probabilmente furono le alte sfere dell'esercito a convincere il Re a non firmare lo stato d'assedio durante la Marcia su Roma. Mussolini non poteva certo accattivarsene le antipatie, ( in prossimità di una guerra poi!), ma doveva solo cercare di mediare. Una mediazione impossibile, poi divenuta un problema insormontabile che, alla lunga, gli fu fatale. Peccato, sarebbe stato sicuramente un altro mondo.

    Buon fine settimana!

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  11. caro roberto ti prego di acconsentire affincé, da questa tua pagina, possa dire, molto velocemente, qualcosa a sandro. ........la storia d'italia per quanto breve dalla sua unità è sufficientemente complessa da chiedere tempo e sacrificio nello studio dei suoi vari momenti. non per nulla, in questi 150 anni si è avuto un quasi avvento del comunismo, 2 guerre mondiali, una chiesa di fatto riformata, il rischio sincero di una terza guerra mondiale, la caduta del comunismo e dell'ordine geo-politico da esso lungamente pilotato, l'avvento e la crisi del capitalismo. cercare di liquidare il tutto addossando le colpe a mussolini per le eventuali scelte sbagliate mi sembra almeno riduttivo. se mussolini non avesse...... se mussolini non avesse...... se mussolinini non avesse ....... se mussolini "non avesse" non sarebbe stato un uomo ma un dio. se mussolini non avesse fatto non saremmo stati. se mussolini non avesse fatto neppure noi saremmo qui a scaldarci. mi permetto di consigliarti uno studio lineare di mussolini, del fascismo e di tutta la storia italiana e non a sobbalzi, per episodi isolati, per curiosità. ne godrai di una conoscenza migliore e non incorrerai nei soliti ritornelli dei soliti pantafolai. o, peggio, negli isterismi dei traditori di sempre. con il massimo rispetto. nino.

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  12. Touché Nino! E' quello che ho certato di fargli capire in maniera assolutamente pacata. La storia non si fa con i "se" e con i "ma"; si fa con l'applicazione rigida del meccanismo "causa-effetto": ogni evento avviene per un certo motivo, che deve essere studiato ed indagato. E in questa indagine non bisogna affatto accontentarsi delle motivazioni di comodo, specie quando non spiegano come molte delle spiegazioni offerteci dagli storici della "resistenza".

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  13. non sono certo intervenuto per difendere chissa' quale parte,ma piu' che altro per capire,e lasciar alle spalle dogmi di altri.come ti ho detto,so'di mio che la storia e' stata manipolata;chi vince fa' le regole;a suo comodo.e' solo che non so' quanto possa servirci rievocare il passato,coni suoi meriti e demeriti.
    dico,almeno noi,facciamo proposte,crostruiamo altro,e lasciamo il fascimo e l'ancor peggio anti-fascimo a chi non piace evolversi.via il vecchio,sotto con il nuovo

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  14. Caro Sandro, non avessi avuto impegni familiari ieri sarei stato a Roma al presidio organizzato da Forza Nuova, pur senza farne parte e non essendo in piena sintonia con loro. In passato, ho aderito ad iniziative promosse da Casa Pound e La Destra. Questo per dire che, ogni qual volta si presenta un'iniziativa altamente meritoria, cerco di andare oltre le etichette per combattere quella che a tutti gli effetti è una guerra contro la menzogna e la mistificazione. Non conta che siano di ieri o di oggi; sono pur sempre menzogna e mistificazione. Il male non cambia mai! Grazie per il tuo contributo, fa sempre piacere una testa che ragiona da sé. Saluti. Roberto.

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  15. Roberto,grazie per il tuo complimento,anche,nel mio piccolo sto'portando avanti iniziative dove DICO IL COME SI FANNO LE COSE.e' qui che peccano i politicini italioti;"bisogna fare questo e questo e trallallero..",e non dicono mail IL COME.
    concordo con te;le menzogne non hanno tempo e luogo e rimangono cio' che sono,SEMPRE.grazie a te per il tuo blog,e le informazioni che ci metti.

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