BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


venerdì 14 ottobre 2011

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL FASCISMO IN ETIOPIA (MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE)

«Non capisco - disse - perché fare tanto gli schizzinosi riguardo l'uso del gas. Sono fortemente a favore dell'impiego di gas velenosi contro tribù non civilizzate». W. Churchill, riportato nella "Biografia ufficiale di Winston S. Churchill", di Martin Gilbert (Londra, Heinemann, 1976).  (grazie all'amico Giorgio per la segnalazione).

Strana bestia la Storia. O meglio, diventa tale quando se ne racconta una versione di comodo, poi stravolta dal reale rincorrersi degli eventi. E’ così che nasce lo stupore, la sorpresa. Peccato che non sempre nasca la rabbia per essere stati PRESI PER IL CULO (lasciatemelo dire).
Così capita che qualcuno, tempo fa, ci abbia raccontato che nella metà degli anni ’30 del 1900 c’erano grandi e potenti Stati che difendevano il “bene”, loro e delle povere genti africane; dall’altra parte c’era un piccolo stato malvagio ma in forte ascesa, unitosi da poco sotto un’unica bandiera, che portava morte e distruzione in Africa orientale, giusto per compiacere le diaboliche mire espansionistiche del suo cattivissimo condottiero.

Bene, questo è quello che ci hanno raccontato: l’ennesima frottola, buona solo per continuare ad alimentare il quanto mai falsato immaginario collettivo, che si regge sulla divisione del mondo in “buoni” e “cattivi”. In questo scenario, U.S.A., Inghilterra e Francia rivestono sempre la parte dei “buoni”; l’Italia e la Germania quella dei “cattivi”. 
Ma sarà poi vero? Facciamo la vecchia prova del nove, osservando ciò che realmente accadde.

Nel 1935 l’Africa appariva un continente piegato all’Europa: Francia e Inghilterra possedevano ampie porzioni del continente, conquistate con la spada nel corso dei decenni. Il resto se lo dividevano belgi,tedeschi,portoghesi,spagnoli e italiani. Pochissimi erano i Paesi indipendenti, (tra questi l’Etiopia). 
Inutile dire che il colonialismo bianco in quelle terre si macchiò di crimini atroci, (anche se il processo di decolonizzazione è riuscito a fare anche di peggio!) : basta pensare a Leopoldo II di Belgio che massacrò qualcosa come 10 milioni di indigeni nello Stato Libero del Congo; massacri analoghi si registrarono nel vicino Congo Francese. Si può parlare di veri e propri stermini anche da parte dei tedeschi con gli Herero , (65.000 persone, circa l’80% della popolazione totale), e degli inglesi nei confronti dei Boeri, (si stimano 30.000 civili morti nei campi di concentramento)[1]. Volendo, di crimini inglesi in Africa si può parlare anche a proposito della rivolta Mau Mau in Kenia, avutasi tra gli anni ’50 e ’60 del secolo, in cui i sudditi di sua maestà, pur di non perdere il potere coloniale, distrussero circa 10.000 villaggi ed uccisero circa 20.000 indigeni[2].
Questo è solo un assaggio di ciò che è avvenuto in Africa nel 1900. Ci sarebbe tanto altro da dire, ma  non è questa la sede idonea. Mi preme solo sottolineare come di quanto appena ricordato si parli pochissimo. Non si dice, cioè, che Francia e Inghilterra hanno sottomesso ,passato per le armi, schiavizzato e depredato intere popolazioni africane per decenni e, ciò malgrado, nell’ideale collettivo passano per Paesi civilizzatori; l’Italia nel 1935 assoggetta militarmente uno degli ultimi Paesi indipendenti, (pur facente parte della Società delle Nazioni), proprio come avevano fatto gli altri Paesi europei, e diviene la bestia nera dello scacchiere politico internazionale: scattano le sanzioni economiche, ovvero l’embargo. “Niente più armi, niente crediti, niente materie prime, non si importano più merci italiane. Sembrano provvedimenti duri ma non sarà così. La rete delle sanzioni è piena di buchi: Germania e Stati Uniti non aderiscono e altri Paesi non le applicheranno con rigore. Sarà un embargo blando e distratto, ma intanto il 7 novembre le sanzioni sono ufficialmente decretate e il 18 dello stesso mese diventano operative. In Italia si afferma una parola magica che uscirà da molte bocche: autarchia[3].

Si sono scritte tante altre corbellerie a proposito delle operazioni fasciste nell'Africa Orientale. In particolare, Del Boca sostiene che l’Italia abbia sottomesso l’Etiopia solo grazie all’impiego massiccio dell’Iprite e di altri gas vescicanti e armi batteriologiche[4]. Di diverso avviso Petacco[5], il quale in maniera molto più prudente e credibile postula che i supposti bombardamenti furono così scarsi da non poter influenzare il corso della guerra. Diversi elementi sembrano andare a favore dello storico ligure: i telegrammi di Mussolini, (che autorizzavano il ricorso alle armi chimiche solo come extrema ratio), i supposti quantitativi di armamenti impiegati, la mancata dotazione dell’esercito italiano di protezioni specifiche contro questi gas, le testimonianze dei presenti. Ipotesi che, considerate unitamente, portano a concludere che,se questi gas sono stati effettivamente impiegati, hanno avuto un ruolo marginale. Probabilmente per il controllo dei territori occupati o a titolo di rappresaglia, ipotesi tollerate dal Protocollo di Ginevra del 1925, (l'uso, la produzione e lo stoccaggio di armi chimiche e batteriologiche è stato vietato solo nel 1993)[6]
Nulla si dice poi delle torture subite dai militari italiani caduti nelle mani del nemico, (oggetto spesso di riti tribali, incentrati sull’evirazione), né dell’impiego di armi proibite da parte degli etiopi, (come ad esempio di proiettili “dum-dum”, anche detti “ad espansione” o “a fungo”). Questo, tuttavia, non è un gioco a chi fu più crudele. Vi invito, pertanto, a ricercare nella rete la descrizione di questi trattamenti. Fatelo per cultura personale: la ricerca non è difficile! 
Ma ciò che non riceve mai la dovuta considerazione è la soppressione della schiavitù nel Tigrè da parte del governo Fascista. Non tuttia sanno, infatti, che il primo atto ufficiale compiuto da Emilio De Bono, nominato comandante delle truppe italiane in Etiopia, fu appunto la liberazione degli schiavi. Il 14 ottobre 1935 ad Adua promulgò il bando, scritto sia in italiano che in aramaico, con cui sopprimeva la schiavitù sotto qualsiasi forma, vietando la compravendita degli schiavi. In caso di mancato rispetto degli ordini in parola, si prospettavano sanzioni severe, riservate alla determinazione del Governo. Più precisamente, nel bando potete leggere:
Genti del Tigré, udite: Voi sapete che ove sventola Bandiera d’Italia, ivi è la libertà. Perciò nel Vostro Paese la schiavitù, sotto qualunque forma, è soppressa. Gli schiavi che sono attualmente nel Tigré sono liberati ed è vietata la compera e la vendita degli schiavi. Chi contravverrà alle disposizioni del presente bando sarà severamente punito, siccome trasgressore agli ordini del Governo. Dato ad Adua il 14 ottobre 1935 –XIII E.F. (3 tekemt 1928) DE BONO”.

E noi italiani saremmo i “cattivi”? Ma per favore! Questo è un segno di chiara emancipazione, di civilizzazione portata dal Fascismo in quelle terre, non solo un escamotage per giustificare l’intervento armato, (del resto le sanzioni c’erano già state, cosa poteva mai cambiare?). Una secca smentita a chi sostiene l’indole "barbara e crudele" del Fascismo, nonché la sua "impronta razzista"; un punto a favore per chi ne sottolinea la portata civilizzatrice, il suo messaggio innovatore e distensivo, evidenziato dalla parole della canzone simbolo del Ventennio, “Faccetta Nera”, che lanciava un messaggio di fratellanza verso le genti abissine, invitate a godere della radiosa luce del “Fascismo redentor”.
In un Paese normale, simili considerazioni dovrebbero portare ad un processo di profonda revisione del giudizio storico su ciò che è realmente stato il Fascismo in Italia, non certo per motivi ideologici o comunque politici, bensì per “obblighi di servizio” nei confronti della Storia. Una volta descritti in maniera fedele i fatti, ciascuno formi su quelli e solo su quelli la propria idea. Sarebbe già un bel passo avanti. Purtroppo, mi tocca ancora utilizzare il condizionale, perché in questo Paese la becera ideologia tardo-resistenziale e veterocomunista sembra ancora farla da padrona. “Quousque tandem abutere patientia nostra?”. Purtroppo non è dato saperlo e la menzogna riscuote ancora i suoi successi balordi. Speriamo sia solo questione di tempo, anche se ne è già passato troppo.

Roberto Marzola.


[4] Angelo Del Boca, La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo
[5] Arrigo Petacco, “Faccetta nera”. Storia della conquista dell’impero
[6] Ronzitti “Il diritto dei conflitti armati”.

3 commenti:

  1. non per mancanza di sete di apprendimento ne per mancanza di riguardo alla tua penna ma mi sono rifiutato di leggere il testo dell'articolo. mi è bastato il documento a firma de bono sulla fine della schiavitù e la casualità del primo commento musicale (ragazzi di buda) per ri-convincermi su cosa sia stato il fascismo in termini di libertà e progresso in aperta antitesi all'arcaica concezione della vita proposta dal comunismo. mentre i nostri avi liberavano quelli che sarebbero dovuti essere gli schiavi delle nostre colonie l'orso sovietico, ancora anni dopo, schiacciava le libertà di quei popoli che pur definiva "fratelli". solo la malafede ha permesso che si mistificasse la storia recente. quella dove per la prima volta l'italia era soggetto e non più l'oggetto dei giochi altrui. tanto può bastare. più di tante parole vuote e utilizzate senza cognizione alcuna. grazie per il tuo impegno, grazie per dare la possibilità a chi, come me, trovi dentro di se l'orgoglio di un'appartenenza senza sputtanarla con le solite frasi fatte. ad maiora!

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  2. Ciao Roberto
    Posso portarti in merito la mia testimonianza?
    Mio nonno, Camicia Nera della prima ora, ha partecipato come tanti alla Guerra d'Etiopia eppure non ha mai sentito parlare di "gas".
    Per un periodo fu anche l'autista del Luogotenente Generale Alberto Galamini, Vice Comandante della 1^ Divisione CC.NN "23 Marzo", un incarico dove avrebbe potuto ascoltare molte cose di cui i fantaccini solitamente non vengono a conoscenza.
    Nemmeno in tale occasione ebbe mai a sentire nominare i "gas", nonostante la quotidiana vicinanza con Ufficiali di rango molto elevato e la frequentazione di Comandi e Stati Maggiori.
    Evidentemente se uso ci fù dovette essere di veramente scarso rilievo militare.

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  3. Grazie a Nino per l'ormai consueta iniezione di fiducia. Sicuramente un grande stimolo per andare avanti.

    Grazie a Giorgio, che già da tempo è diventato per me una fonte vivente di testimonianze dirette e di approfondimento quotidiano.

    Grazie di cuore ad entrambi.

    Roberto Marzola.

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