BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


sabato 26 novembre 2011

CITTADINANZA: MICA UNA BARZELLETTA!

Lo dico subito: quanto sto per scrivere mi renderà impopolare molto più di tanti altri miei scritti. Ancora una volta, infatti, la mia coscienza mi impone di dover andare contro l'idea dominante e stavolta persino bipartisan. Destino beffardo!
Così, se mi chiedete, (come qualcuno ha già fatto), se Napolitano ha ragione, mi vedo costretto a rispondervi con un secco NO, se non altro perché stiamo parlando di cose serie. Mi dispiace, ma chi nasce in Italia non è e non può essere italiano a prescindere.Sarebbe questa, a mio modesto parere, la vera assurdità.
In questi ultimi giorni in tantissimi si sono scagliati contro il sistema di riconoscimento della cittadinanza basato sullo ius sanguinis. Si obietta che essere italiani non può essere un fatto di sangue, anche se così è stato da decenni a questa parte e sebbene sia così anche in quasi tutti gli altri Paesi d'Europa e del mondo; ma se non può essere un discorso di sangue, men che meno può essere la conseguenza di una nascita, magari casuale, su una certa porzione di suolo piuttosto che su un'altra. Peggio ancora, non può essere una questione di comodità, magari per accedere al wellfare di un Paese piuttosto che di un altro.
In un mondo dove tutto gira in fretta, comprese le persone, il diritto di cittadinanza, (ossia la facoltà di far parte di un determinato Stato e di godere dei diritti civili,sociali e politici ivi riconosciuti), deve essere legato a parametri ben più solidi e concreti. Serve un qualcosa in più al mero ius soli: magari la permanenza per un dato periodo entro i confini dello Stato, la frequentazione delle scuole d'istruzione primaria e così via.
Anche perché, a ben guardare, essere italiani più che un diritto, dovrebbe essere un privilegio e una responsabilità. Significa, infatti, essere figli e custodi di una cultura e di una tradizione millenarie, che devono essere insegnate laddove non assorbite spontaneamente. Significa anche sentire il desiderio, la passione e la necessità di essere parte di una comunità, di una NAZIONE che, purtroppo, ancora stenta a nascere, anche a a causa di idee perverse e malsane come queste.
Spesso e volentieri siamo proprio noi italiani di vecchia generazione a non essere all'altezza di tutto ciò e a non sentire quel richiamo, distratti come siamo dai piaceri del vivere capitalista; mi spiegate, con tutto il rispetto parlando, come possa esserne all'altezza un tale originario dell'Africa Nera, delle remote steppe dell'Asia o delle alture del Sud America? Cosa ha in comune con l'Italia quest'uomo, anzi questo bambino nato in Italia ed in procinto di essere uomo? Verrà educato da italiano questo bambino o, come sarebbe normale e comprensibile, la sua famiglia lo crescerà secondo usi e costumi della terra d'origine? Vorrà essere lui stesso essere italiano? Perché, poi, deve essere italiano a tutti i costi quando, magari, domani si troverà in Francia, in Cina o in Brasile e l'Italia sarà solo un ricordo? Dobbiamo ancora tollerare il fenomeno della doppia,tripla,quadrupla nazionalità per scopi utilitaristici? Quando è che potremo iniziare a parlare seriamente di nazionalità nel senso pieno del termine?
Semplicemente non riesco a rispondere a tutto ciò e, francamente, temo che nessuno possa dare risposte razionali a queste domande senza sconfinare nell'ideologia. Per cui mi sento di dire che, per una volta tanto in cui non si avverte la necessità di cambiamento e le cose vanno bene così come stanno, forse non è proprio il caso di perdersi in simili questioni. Focalizziamoci su altro: lotta all'immigrazione clandestina, censimento, regolarizzazione e/o espulsione degli extracomunitari già presenti in Italia, verifica e miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro, accertamenti su eventuali rapporti con la criminalità organizzata e così via. Questi, se non altro, sono problemi reali, riscontrabili nella vita di ogni giorno; il resto, invece, rimane sospeso tra le nuvolette dell'ideologia o dell'ortodossia cattolica. Direi che la scelta tra l'occuparsi dell'impellente e dell'inesistente dovrebbe essere scontata; ma è pur vero che siamo in Italia e non si può mai sapere. In tempi di deriva economica, noi italiani siamo capaci di metterci a discutere del sesso degli angeli. Sempre i soliti. Che noia, che barba, che noia!

Roberto Marzola.

6 commenti:

  1. Complimenti, pienamente d'accordo.

    RispondiElimina
  2. vallo a trovare un italiano,tra invasioni barbariche,spagnole,mussumalma,gli italiani sono un crogiuolo di razze..chi e' italiano alzi la mano..

    RispondiElimina
  3. Io la alzo. Sono bianco, occhi verdi, non ho occhi a mandorla né altri segni particolari. Il mio cognome, addirittura, è riconducibile ad un termine dialettale che descrive un'erba spotanea che si trova in primavera. Non penso di avere contaminazioni. Più legati al territorio di così si muore...

    RispondiElimina
  4. direi ottimo!ma passare ste cose di divisione,e vederci tutt'uno??magari cittadini del mondo,ed invece di levare quel poco che troppi non hanno,rispettare e riconoscere a tutti I SACROSANTO DIRITTO ALLA VITA ABBONDANTE che si ha per nascita??

    RispondiElimina
  5. Ma esiste questo diritto poi? Francamente, per il resto, non mi sento cittadino del mondo; mi sento italiano e basta. Non ho nulla in comune con un inglese, o con un francese, o con un cinese o con un brasiliano. Ognuno ha la propria lingua, le proprie tradizioni, i propri usi e costumi. Ed è fondamentale che sia così. Come dice una canzone: "un mondo tutto uguale è una tragedia, non un sogno da cullare"

    RispondiElimina
  6. complimenti, hai pienamente ragione. In tanti dovrebbero avere queste idee, ma purtroppo per la maggior parte dei casi così non è. Spero che andando avanti con il tempo si rendano conto che stanno facendo perdere all'Italia il suo inestimabile valore.

    RispondiElimina