Basta prendere un giornale, accendere la TV o andare su un qualsiasi sito d'informazione per rendersi conto che lo scenario è di quelli apocalittici: il Meridione che annega sotto fango e acqua, l'economia italiana che impazza, (almeno così dicono), la crisi che lambisce pure i galletti francesi e gli spacconi tedeschi, una nuova ondata di violenza in Egitto e il crescente trambusto in Siria. E di fronte a tutto questo cosa fa il Presidente della Repubblica italiana? Fa come quei bambini o, se preferite, quei giocatori incalliti che, ubriacati da una vittoria personale, (leggasi governo Monti), ne vogliono un'altra, e poi un'altra e un'altra ancora. Gioco al rialzo costante. Così, piuttosto che preoccuparsi di risolvere almeno uno dei problemi interni o lasciare che si parli di almeno uno di quelli internazionali, Giorgio Napolitano si concede una grossa sparata: “E’ una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale”. Non è certo una novità e non dovrebbe sorprendere il tenore di una tale affermazione, giacché conosciamo benissimo l'indole comunista e anti-italiana di questo signore, da sempre simpatizzante per l'URSS dura e pura; tuttavia, meraviglia la sfacciataggine con cui si accende il dibattito su certi temi in un momento così delicato. A pensarci bene, forse, è un vizio di tutta la sinistra italiana. Un po' come quando è andata al governo l'ultima volta per salvare l'Italia da Berlusconi, portando in Parlamento la questione dei PACS e dei DICO, anziché quella del legittimo impedimento o del conflitto d'interesse, salvo poi lamentare una carenza di leggi in tal senso.
A parte questo, comunque, Napolitano dovrebbe spiegarci come mai un governo, imposto agli italiani con la scusa dell'emergenza e della crisi economica, debba occuparsi di questioni squisitamente etiche. Anche perché, a ben vedere, in questo campo non c'è proprio alcuna necessità impellente, dato che la fattispecie è già ampiamente regolata dalla legge 91/1992, che recita: "Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta età”. Vi sono poi altre norme di dettaglio che danno il quadro di una normativa piuttosto chiara e curata (potete constatare di persona qui ). Semmai, quindi, il problema è come tutelare gli italiani nati in Italia, ormai privati di tutto dalla politica liberale e progressista.
Alla luce di tutto questo, mi sento soltanto di dire una cosa al Presidente della Repubblica: farebbe bene a lasciar cadere la maschera e a lasciar svanire le sue nostalgie internazionaliste e i suoi sentimenti anti-patriottici, per dire finalmente la verità. E, cioè, che il suo è solo un tentativo di ritagliarsi un ulteriore spazio personale sulla scena politica. Insomma, dopo aver imposto un governo senza elezioni, ora Napolitano vorrebbe modificare la Costituzione, inserendo il presidenzialismo. Il tutto senza mai interpellare gli italiani. E questo dovrebbe essere il tutore della democrazia in Italia? Ma per favore! E' solo un vecchio comunista, (uno dei tanti), e questi sono i risultati.
Roberto Marzola
Dopo una lunga gestazione nasce un blog giovane,ponderato e politically Scorrect: senza peli sulla lingua,senza freni.Un viaggio a 300 all'ora sulla realtà passata e contemporanea,per scalzare dal loro scranno i baroni della politica, della morale,della storia e,più in generale,della cultura! Questo blog lotta con ARIES OFFICINA NAZIONAL POPOLARE.
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ma che gli devo far agli i-taliani per prender coscenza di quello che succede??questo video e' tremendo,vabbe' per chi non conosce monti..
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=HORaWaxi6io
"..... è solo un vecchio comunista (uno dei tanti) .......". quale novità? non avremmo dovuto averne memoria da sempre? prevedere che chi nasce quadro non può morire tondo? eppure, per quanto scavi nella mia memoria, non ricordo nessuna avversione all'elezione di napolitano a capo dello stato. non ricordo disordini nelle strade, barriccate, scontri, sollevazione popolare. già il popolo era stato sedato dalla simpatia dei "resistenziali" con pertini in testa. il presidente dei mondiali. l'italiano di cutugno. la fortuna vestita di rosso. tanto è bastato per aprire la porta ad un uomo di parte quando i livori delle parti stesse ancora non sono sopiti. cosa aspettarci, allora? quale altro momento migliore per offendere l'italianità dal vecchio servitore bolscevico? lanciare il sasso e nascondere la mano. tanto non sarà lui a doverne pagare il prezzo. espressione del nuovo comunismo della proprietà, del patrimonio, del benessere senza alcun chiedersi a danno di chi. comunista dalle vecchie convivenze, se non appartenenza, con la massoneria, con un universalismo appiattente e babilonico. nei tempi dove ci si batte per la bio-diversità delle micro-aree, quando si cerca di dare una nazionalità o, ancora meglio, una regionalità ad un pomodoro, una mela, un'alice ..... beati noi.... la saggezza rossa torna ad imperare. "compagni-fratelli-operai portate in italia le vostre donne a sgravare perchè è li che sorge il sole dell'avvenire. il vostro e solo il vostro.". tra le virgolette un arbitrio che a ben riflettere arbitrio non è. il golpe nel golpe. no, stavolta no. il comunismo non passerà! anche se con il volto pacioso di napolitano è pur sempre.... "un vecchio comunismo". i risultati li conosciamo. eja-eja
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