BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


sabato 5 novembre 2011

PIOGGIA E FANGO: TROPPE MORTI ASSURDE

Da tempo scrivo dell'assurdità dei tempi moderni. Un'epoca dominata dalla tecnica e dalla scienza; eppure un'epoca in cui si muore a causa delle piogge,delle frane, dei fiumi e torrenti in piena, nonostante sia ormai possibile prevedere con ampio anticipo quanta pioggia cada su un singolo centimetro quadro di territorio nazionale e malgrado l'ingegneria disponga, ormai, di strumenti per costruire edifici a prova di qualsiasi catastrofe, oltre a migliaia di soluzioni per evitare proprio le catastrofi.
Negli ultimi due-tre anni in Italia si è ripetuto con una certa frequenza una sorta di macabro copione: piove più del normale, i fiumi s'ingrossano, si staccano frane da montagne e colline, nascono dal nulla impetuosi torrenti di fango e detriti. Tanti i casi: basti pensare allo smottamento di terra che ha fatto crollare un pezzo di ferrovia in Alto Adige; alle alluvioni nelle Marche, ove rigagnoli d'acqua hanno assunto le dimensioni e mostrato la forza di un impetuoso fiume di montagna; alla provincia di Messina e al dissesto idrogeologico che l'ha colpita, travolgendo decine di edifici e di auto; a Roma, sommersa da una barriera d'acqua in poche ore; alla Toscana e alla Liguria già colpite due volte dalle alluvioni negli ultimi due anni. Troppi i morti. Onestamente non so a quanto ammontino di preciso; ma, in casi del genere, è uno scandalo che vada persa anche una vita soltanto.

Fa male vedere che in Italia si muore così. Fa ancor più male dover pensare che certe tragedie potevano essere evitate. Forse poteva bastare davvero poco. Magari, poteva essere sufficiente controllare che non si costruisse troppo vicino al letto dei corsi d'acqua; probabilmente una gestione più attenta del territorio e una maggior cura dell'ambiente naturale non avrebbero fatto esondare i fiumi; presumibilmente, una manutenzione della rete fognaria e dei canali di raccolta e scolo dell'acqua avrebbe fatto salire molto più lentamente il livello d'acqua in città; con buona probabilità non bisognava prendere alla leggera gli allarmi meteo e si doveva allertare la popolazione con maggior anticipo.
Già, "forse", "magari", "probabilmente", "presumibilmente" : tanti avverbi di dubbio che esprimono tutte le mie perplessità verso questo modo di intendere e gestire la cosa pubblica e il rapporto con l'ambiente circostante. Troppa negligenza, imprudenza e imperizia nel primo caso; troppa violenza, superficialità e disattenzione nel secondo. E' la regressione dell' "homo sapiens", capace di dominare e tutelare la natura, ad "homo vacuus", all'uomo vuoto, incapace persino di vivere; l'involuzione delle specie, causata dal moderno progressismo. Un destino tragico e beffardo. Forse un segno e una lezione per l'uomo dimentico di essere soltanto una creatura calata in un ordine cosmico superiore, che per primo è chiamato a difendere. A noi saperla interpretare e magari coglierla.  A noi il compito di andare oltre il dolore, le parole indignate e le candele alle finestre, (per quanto doverose). A noi il compito di impedire che altre vite possano essere spazzate via dal fango e dal menefreghismo odierno. Riflettiamo. Cambiamo. Agiamo.


Roberto Marzola.

2 commenti:

  1. ciao, roberto. rieccoci a piangere, ancora una volta, morti che non sarebbero dovuti morire. vittime di un'accidentalità che accidenti non è. travolti da un destino che non ha più nulla di insolito. morti per normalità di negligenza, di irresponsabilità, di criminale presunzione. non l'eccezionalità dell'evento ma il pietoso perpretarsi di un'abitudine. ogni volta che la natura alza la voce offriamo un tributo umano. ogni volta, pensando di acquietare l'ira degli elementi, sacrifichiamo un pezzetto di noi stessi. salvo, poi, disperarci del prezzo pagato. abbiamo sfidato la natura con la nostra presunzione, la boria dei saccenti. convinti che tutto si sarebbe dovuto piegare alla nostra convenienza abbiamo superato il limite dell'arroganza. proprio quando l'uomo, con le sue conquiste tecnologiche, avrebbe potuto avere una qualità di vita migliore riprecipita nei tempi oscuri della paura. ed ancora una volta per colpa di chi comanda, di chi regge le redini della nazione. di chi dovrebbe preoccuparsi del bene della collettività e non del nominativo conto correnti. dopo le grande bonifiche del fascismo per decenni e decenni nessuno si è preoccupato della salute del nostro territorio. senza alcuna differenza tra "regnanti ed oppositori". per un piatto ci ceci, si è autorizzato tutto: dal costruire nell'alveo di un torrente ai piedi di un vulcano. e poi .... lacrime di coccodrillo!!! a giusto 45 anni da firenze altre vittime di "una natura maligna". sempre lo stesso copione, sempre la stessa regia. perchè, almeno per una sola volta, i veri responsabili di tutto ciò non ci evitano le loro passarelle fatte di visi ebeti e frasi scontate. voglio vederli, tutti, con la tuta da lavoro a spalare fango nei "carrugi", a trasportare detriti con la "proletaria" carriola, a spaccarsi le mani a fare qualcosa di utile e tangibile. sempre che qualcuno, finalmente, non gli spacchi prima qualcosa d'altro. voglio vederli cementarsi nel fango in attesa che arrivi un'altra onda. quella finale. quella di quell'alluvione che sta tardando troppo a venire. quella della purificazione. chiedo troppo, roberto?

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  2. Il brutto, caro Nino, è che non possiamo neanche piangere, perché altrimenti rischiamo di inondare di lacrime altre zone d'Italia! E dire che ce ne sarebbero tante da versare, perché la situazione è davvero scandalosa. Ormai siamo arrivati al paradosso: le zone della Liguria e della Toscana vengono abbandonate a loro stesse; al San Paolo di Napoli, invece, viene annullata la partita mentre spunta il sole. Due pesi e due misure? Forse...
    E sul Fascismo: in Italia circa 70 anni fa si tenevano le campagne come orti, anzi giardini; si rimboschivano i monti; si dava il via alla raccolta differenziata; grazie all'autarchia, si dava impulso costante al riutilizzo dei materiali. Era il "male assoluto";in democrazia, invece, crescono e si sviluppano le peggiori minacce ambientali e va bene a tutti, (o quasi). Che schifo...si può dire?

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