Il confronto con la realtà è sempre duro. Per il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta diventando un vero e proprio incubo. Da un po' di tempo, infatti, ogni volta che scende dal suo trono per mescolarsi con la plebaglia, non fa altro che collezionare fischi, contestazioni e insulti, rigorosamente bi-partisan. In sua presenza tutti hanno da rimproverargli qualcosa ed è giusto che sia così. Già, perché è bene che scelte folli e senza criterio come quella del governo Monti, uscite infelici e decontestualizzate come quella sullo ius soli e, più in generale, la retorica di chi vive distante anni luce dalla realtà e per giunta immerso nella bambagia, paghino dazio.
E'successo ieri in Sardegna, dove Napolitano è stato contestato dai pastori sardi, attivisti del Partito Comunista dei Lavoratori, contestatori anti-Equitalia, artigiani e liberi commercianti. Era già successo nei mesi scorsi all'Università "La Sapienza" di Roma, dove era in programma la presentazione del suo volume sull'Unità d'Italia; era accaduto anche a Bologna un mese più tardi, ove si era recato per ricevere una laurea ad honorem. Due sottili fili rossi legano tutte queste proteste: la mancanza di un impegno serio e concreto per risolvere i problemi del Paese e la sua sudditanza nei confronti delle banche. In particolare, di quest'ultima si sono accorti praticamente tutti: è un uomo delle banche, un servo dei poteri forti; re Giorgio, invece, continua a negare, seguitando ad elargire melassa a più non posso.
Una situazione triste, perché dà il senso del declino del nostro Paese e delle sofferenze crescenti che affliggono la gente comune. Allo stesso tempo, però, è quasi incoraggiante: alimenta la speranza che gli italiani inizino a capire con che razza di gentaglia abbiamo a che fare. Una manica di inetti che prendono ordini dalle più ributtanti lobby economico-finanziarie, le quali compiono i loro loschi affari alle spalle del popolo, con l'ampio avallo di questi signori, di cui Napolitano è il capo-fila. L'unica nota di rammarico è causata dalla constatazione che, malgrado le proteste, il Capo dello Stato non rischierà nulla, forte come è dell'appoggio dei partiti e delle congregazioni che contano. Un altro esempio dell'inadeguatezza di un sistema che protegge i propri interpreti, con buona pace di tutti coloro che ne sono al di fuori e che sputano sangue per mantenerlo in piedi. Bisogna cambiare e subito, perché nessuno debba essere costretto a sorbirsi simili sermoni e simili affronti alla decenza e all'intelligenza. Guardia alta e coraggio!
Roberto Marzola.
Dopo una lunga gestazione nasce un blog giovane,ponderato e politically Scorrect: senza peli sulla lingua,senza freni.Un viaggio a 300 all'ora sulla realtà passata e contemporanea,per scalzare dal loro scranno i baroni della politica, della morale,della storia e,più in generale,della cultura! Questo blog lotta con ARIES OFFICINA NAZIONAL POPOLARE.
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Io ti dico la verità sono stufo di vedere questi personaggi che fingono di salvare il paese. Li vedi tutti incravattati, dove il più giovane avrà 70 anni, in questi salotti tutti ovattati, con queste poltrone dorate...e poi anno anche il coraggio di venire a fare la morale, con Napolitano che dice "la contestazione si la violenza no". Volevo vedere lui che faceva se stava senza lavoro, strozzato dai debiti e senza una prospettiva futura.
RispondiEliminaScusami ma sto avvelenato in questi giorni....
noiroma.blogspot.com