Si può dire di tutto sulle nostre Forze Armate. Possiamo discutere per ore sull'impegno del nostro Paese nelle cd. "missioni di pace", comandate e volute dagli U.S.A. e dai loro servitori. Parimenti, potremmo perderci nel parlare del fatto se sia lecito servire questa Patria o se, piuttosto, non siano meglio la disobbedienza e l'insubordinazione. Ragionamenti leciti ed opportuni di fronte alla recenti notizie che arrivano dal fronte e che vedono protagonisti i nostri ragazzi. Mi riferisco ovviamente ai tre morti ad Herat, (annegati in un metro d'acqua a bordo di un blindato che stava guadando un fiume, ingrossato dalle piogge), e ai due Marò fermati in India con l'accusa di aver aperto il fuoco contro dei pescatori locali, e che per questo rischiano una condanna a morte.Una cosa però non ammetto: che si parli o, peggio, che si mettano in dubbio l'impegno, il coraggio e lo spirito di servizio di questi ragazzi nei confronti della nostra Patria. Hanno lasciato l'Italia per raggiungere quegli angoli di mondo, (spesso sperduti!), dove ancora oggi divampa il fuoco della guerra, per prestar fede al giuramento dato proprio all'Italia. Sfidano climi rigidi, popolazioni talvolta ostili e il fuoco dei ribelli. Circostanze che costringono quotidianamente ad un confronto con se stessi e, al tempo stesso, con la morte; circostanze che ti danno l'idea di quanto importante sia il valore di quella divisa e di quella bandiera che, nel bene e nel male, rappresentano la terra dove sei nato e cresciuto, i genitori che ti hanno messo al mondo, le persone a cui vuoi bene, i valori e le Tradizioni in cui ti riconosci e che fanno di te ciò che sei; ancora: circostanze che ti fanno capire quanto bella ed effimera sia questa avventura straordinaria che convenzionalmente chiamiamo vita.
Non tollero neanche le solite e malevoli frasi di circostanza, secondo le quali questi Uomini, (loro sì con la "U" maiuscola), accetterebbero simili rischi solo per vili questioni monetarie. Ma che ne sapete voi di quanto si viene retribuiti per imbracciare un mitra, sapendo di non poter sparare mai per primi? E soprattutto: quale è il prezzo per mettere a repentaglio la propria pelle? E' dallo stipendio, poi, che si misurano il valore ed il coraggio di un uomo?
Ma è soprattutto un'altra cosa che mi manda letteralmente in bestia e mi fa quasi vergognare di essere italiano: ma che razza di Paese è quello in cui il sacrificio di questi giovani militari non viene apprezzato e celebrato? Che schifo di Paese è quello che permette che la scomparsa di Francesco Currò, Francesco Messineo e Luca Valente venga liquidata con quattro parole, gonfie di retorica, dei pagliacci che li hanno mandati a morire? E, ancora, che Paese è quello che indietreggia di fronte alla diplomazia quando due figli della Patria rischiano di essere messi a morte da uno Stato straniero, il quale probabilmente non ha neanche giurisdizione su di loro?
Ve lo dico io: un Paese di merda, che non merita le sofferenze e il sacrificio di questi uomini e ragazzi straordinari. Proviamo, almeno, ad esserne degni noi. Non con un semplice pensiero o con un bel discorsetto strappalacrime, ma impersonando tutti i giorni i valori per cui sono morti o rischiano di morire, (amor di Patria, fedeltà e onore), e portando alta e sempre nel cuore quella bandiera; "chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la Patria non più Patria quando si è chiamati a servirla dal basso".
Lo meritano loro; lo meritano le loro famiglie; lo merita l'Italia!
Roberto Marzola.
Dopo una lunga gestazione nasce un blog giovane,ponderato e politically Scorrect: senza peli sulla lingua,senza freni.Un viaggio a 300 all'ora sulla realtà passata e contemporanea,per scalzare dal loro scranno i baroni della politica, della morale,della storia e,più in generale,della cultura! Questo blog lotta con ARIES OFFICINA NAZIONAL POPOLARE.
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Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.
Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!
domenica 26 febbraio 2012
QUEI RAGAZZI ITALIANI CHE MANCANO ALL'ABBRACCIO DELLE MADRI
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grazie roberto da un italiano che non vuole vergognarsi di esserlo. grazie per aver ricordato i tre militari caduti in afganistan e quasi dimenticati dai media per la sola colpa di non essere morti in uno scontro a fuoco. in una di quelle situazioni dove la fantasia dei mezzi busti televisivi e dei pennivendoli della carta stampata può meglio scatenarsi. senza riconoscergli "la causa di servizio" ma alla quale ricorrono se qualcuno di questi "robin hood della notizia" ha rimediato un paio di sonori ceffoni da chi si è stancato del loro sproloquiare. quanto al "vil danaro" percepito dai nostri uomini in missione sarebbe ora di renderlo ufficialmente pubblico per poter poi relazionarlo alla retribuzione di chi svolge "rischiosissime" mansioni di funionzrio inps - equitalia. di commesso alla camera o al senato. tutta gente che quotidianamente rischia di "morire dalla noia" e non accidentalmente per il rovesciamento di un mezzo blindato in un difficilissimo scenario di guerra. roberto grazie per aver ricordato i due marò vilmente consegnati ai furbissimi indiani. grazie per aver avuto la chiarezza ed il coraggio di definire "stato di merda" quello che, come il nostro ormai abituato ad essere sodomizzato, prima delega a due soli soldati la difesa di una gigantesca petroliera e poi li abbandona alla loro sorte dopo che, coraggiosamente, hanno rispettato la consegna. per questi uomini la bandiera nazionale garrirà sempre. è a questi esempi ed a questa bandiera che noi tutti dovremmo protendere per nettare, finalmente, la nosrra patria dagli "escrementi che la avvelenano". in attesa che il sole torni a sorgere libero e giocondo sui colli nostri..! ad maiora!
RispondiEliminaE cos'altro mai si potrebbe pretendere da "questa" italia?
RispondiEliminaNon è forse vero che l'atto di nascita di questa italia e il suo valore fondante hanno il loro punto d'origine nella fuga precipitosa di un capo del governo e di un re?
Nella fuga dei capi delle forze armate, dei capi di stato maggiore, dei generali e degli ammiragli?
Quella che oggi vediamo non è altro che la naturale conseguenza del difetto d'origine.