Ogni individuo pensa e agisce per se stesso e per la sua specie:
mi pare sia questo, in estrema sintesi, l’insegnamento darwiniano. Ora, se le
cose stanno realmente così, potrebbero spiegarsi veramente tante cose. In particolare,
si potrebbe finalmente capire la ragione per cui le istituzioni italiane
agiscono in questo modo. Già, perché in fondo parlare di governo, parlamento e affini significa parlare di “casta”,
(come si dice da qualche tempo), ossia di una sorta di organismo vivente che,
contrariamente alla propria funzione e alle finalità per cui è stato creato,
pensa a curare i propri interessi, nella speranza di darsi un futuro.
Non dovrebbe essere così, ma è diventato così, piaccia o non
piaccia. A questa conclusione sono arrivato osservando gli ultimi avvenimenti:
i suicidi da insolvenza, le imprese che finiscono a gambe all’aria, l’episodio
dei due Marò prigionieri in India e, infine, il drammatico terremoto che sta
colpendo l’Emilia. Eventi diversi, ma collegati tra loro da un sottile filo
rosso, rappresentato dal menefreghismo e dall’assenteismo dello Stato. Operai
ed imprenditori si tolgono la vita? Chi se ne frega, precedenza alle borse e
allo spread. I giovani non trovano lavoro e le famiglie faticano a portare due
pasti in tavola? Anche qui chi se ne frega, dobbiamo parlare di Lusi, del Trota
e compagnia bella. Due soldati italiani sono ingiustamente detenuti in un Paese
straniero, che muove loro accuse infamanti senza manco tener conto delle perizie
tecniche? Chi se ne frega di scagionarli; speriamo solo di riuscire a comprare
la loro libertà con i soldi dei contribuenti. In Emilia si verifica un
cataclisma che uccide più di 20 persone, demolisce municipi, capannoni
industriali, edifici storici e di culto e centinaia di case? Chi se ne frega
anche in questo caso, noi pensiamo ad aumentare la benzina e a fare la figura
dei pagliacci per le strade di Roma, per commemorare quella data farlocca che è
il 2 giugno. Al massimo aumentiamo la benzina e poi cazzi degli italiani!
Davanti a questi eventi che sconvolgono il Paese non c’è uno
straccio di dignità da parte di chi, in teoria, dovrebbe rappresentare il
Paese, né un’assunzione di responsabilità o un gesto di solidarietà. Tagliare i
costi della politica, gli stipendi dei parlamentari e dei loro portaborse per
dare il buon esempio? Macché, sarebbe chiedere troppo. Destinare all’Emilia
alcune accise già gravanti sui carburanti senza metterne di nuove? Un
provvedimento troppo semplice e di buon senso, quindi non da “tecnici”. Cancellare i finanziamenti pubblici a
partiti, TV e giornali? Eh no, signori, perché la servitù va pur sempre mantenuta.
Obbligare le banche, (visto che non pagano nemmeno l’IMU e altri tributi), a
farsi carico di almeno una parte della ricostruzione? Non sia mai che si
pestino i piedi al padrone! Chiedere un aiuto alla Comunità Europea, visto che
già riceve così tanto da noi? Nossignore!
Così, per rinunciare a nulla e per non attrarre le antipatie
dei potenti, si preferisce scaricare ancora una volta tutto il peso di tutte immani
tragedie sul popolo italiano, oggi “bue” più che mai. Mi chiedo solo due cose:
che gusto ci proviamo tutti quanti e cosa ci stia a fare questa gente. Ditemelo
voi, vi prego, perché io non lo so più ed inizio a rimpiangere le ghigliottine.
Rispondetemi e siate convincenti; ma fatelo in fretta, prima che sia troppo
tardi!
Roberto Marzola
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