"Anacronistici",
"passatisti", "nostalgici", "fuori dal
tempo"...Quante etichette si porta addosso chi, come me, crede ancora in
certe idee! Già, "noi non siamo uomini d'oggi", diceva
Morsello, il quale aggiungeva pure: "siamo nati in un tempo sbagliato,
ma siamo nati per davvero". E, allora, proprio perché siamo qua vivi e
vegeti, in carne ed ossa, con noi questi signori, così bravi ad inquadrare, a
dare etichette e a cucire numeri e simboli identificativi, (nemmeno fossimo ad
Auschwitz, a Dachau o a Treblinka!), devono fare i conti.
Anziché
aprire la bocca a caso, devono considerare il nostro modo di essere, la nostra
sostanza, ma anche la nostra anima, la nostra essenza. Sì, perché davanti alla
nullità del materiale, a tali latitudini ancora si crede fermamente in un
qualcosa di mistico e trascendente, che distingue l'uomo dal sasso, dalla
fredda pietra marmorea, dalla roccia inanimata.
Devono fare
i conti- si diceva- con noi che crediamo che "nello spirito attivo come nel terreno fertile non si perde alcun seme".
Con noi che
siamo convinti di un “io” che si identifica con il mondo e in un mondo che si
identifica con l' “io”. Un mondo che, per queste ragioni, va protetto e
tutelato, non saccheggiato e sfruttato, piegato alle ragioni del profitto
smodato e ad ogni costo.
Con noi che
nell’individualismo di massa cerchiamo di vivere come una comunità di fratelli.
Con noi che,
solitamente, non frequentiamo spiagge affollate
e che non vestiamo "cool", "trandy" o
"alapage", preferendo indossare le nostre magliette nere, vecchie di
anni, le nostre cinghie mai restituite all'esercito e calzare i nostri
scarponi, chi per assaggiare la strada, chi invece per sfidare le cime, per
raggiungerle, per lasciarsi andare nelle "meditazioni delle vette".
Con noi che
alla musica assordante dei locali alla moda preferiamo il suono del mare, il
brusio dei boschi, l'eco delle gole e di un canto, espressione di “un particolare stato d’animo, di un’armonia
interiore” che ci distingue da chi “ha
l’animo roso dalle passioni e dall’odio”.
Sì, con noi
che non sopportiamo le luci stroboscopiche della discoteca e andiamo a cercare
quelle soffuse dei vicoli o quella filtrata dai rami degli alberi.
Con noi che
di un certo passato andiamo fieri e da esso prendiamo esempio, stimolo e
coraggio.
Con noi che
ci sentiamo figli di una Terra, di una Patria, di una Storia e di una
Tradizione che avvertiamo così nostre da portarle sempre con noi, vuoi con un
marchio sulla pelle o con un'incisione nel cuore.
Con noi che
ci sentiamo discepoli di tanti uomini capaci di considerare la loro vita ben
più leggera dell’idea che erano chiamati a difendere da tutto e tutti.
Con noi che
prima dello Stato mettiamo la Nazione; prima i nati, poi le istituzioni; prima
i popoli, poi gli interessi ed i guadagni.
Con noi che
vogliamo essere protagonisti dell'oggi, padroni del domani e che, quindi, non
vogliamo intromissioni, né poteri soverchianti.
Con noi che
non accettiamo l'idea di un governo rappresentativo, (specie se a distanza o
comunque straniero), per amministrare le sorti nostre e dei nostri figli, ma
difendiamo il diritto di ogni popolo a governare direttamente sulla Terra che
l’ha visto nascere, tramite le proprie rappresentanze corporative.
Con noi che
crediamo che ognuno debba avere un’istruzione, un lavoro, una casa e una
famiglia, non il diritto all’istruzione, al lavoro, alla casa e alla famiglia.
Con noi che
non ne possiamo più di questa ricchezza effimera e virtuale, contrapposta a questa povertà
così reale e concreta.
Con noi che
non consideriamo lo spread, l’andamento delle borse e le fasi cicliche
dell’economia, ma guardiamo alle mani, all’ingegno e all’intelletto del
lavoratore.
Con noi che
non ci pieghiamo ai voleri del latente dio mercato, “creato, non generato, dalla stessa sostanza dei suoi padri”.
Con noi che
difficilmente cediamo alle mode del momento e proponiamo uno stile di vita
diverso dal consumismo presente.
Con noi che
non crediamo nel falso progresso materiale, bensì cerchiamo l’elevazione morale
e fisica dell’uomo.
Con noi che
non facciamo un uso smodato dell’inglese e delle altre lingue di tendenza, ma
che ci sforziamo di parlare un italiano corretto; con noi che, di conseguenza,
non cediamo al “politicamente corretto” e ci ostiamo a chiamare “travestito” un
“transgender”, “disabile” un “diversamente abile” e“negro” un “uomo di colore”,
come il nostro idioma vorrebbe.
Ebbene sì,
con noi e con tutto quanto scritto sopra dovete fare i conti, perché, a
ben vedere, non siamo poi così “anacronistici”, “nostalgici” e tutto il resto;
semplicemente, vediamo il mondo con altri occhi e vogliamo per esso un destino
diverso. Non ci rassegniamo all'idea che le vostre modernissime convizioni possano
ridurlo ad un corpo morente, ad un ammasso di materia destinata a spegnersi nel
buio più totale, e contrapponiamo le nostra fede, i nostri valori.
Chissà,
magari queste sono “parole contro il
vento” e “contro il tempo”; o
forse, per capirle basta prendere uno specchio e guardarsi in faccia. Magari per realizzare che si era solo prigionieri di vecchi schemi mentali,
afflitti da decennali ferite agli occhi e sofferenti per risalenti menzogne,
mentre tutto scorreva e mentre pochi pazzi "lanciavano la loro sfida
alle stelle".
Roberto
Marzola.
Nell'ardore generato dalla fede si accende un fuoco che ti fa essere in contro tendenza con un mondo una mentalità che non ti appartiene, perchè il cuore e l'anima vanno oltre gli orizzonti di questo mondo...Gli ultimi di ieri e i primi del domani...in alto i cuori!!!
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