BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


lunedì 8 ottobre 2012

VENEZUELA: QUEL CHE CONTA ' IL TONFO DEL F.M.I.

Hugo Chavez, presidente del Venezuela, può piacere o non piacere. Di lui s'è detto tutto il contrario di tutto: c'è chi lo considera un satrapo antisemita e chi, invece, l'ultimo dei grandi leader; chi lo ritiene il padre del moderno socialismo e chi un chiacchierone a cui è soltanto antipatico lo Zio Sam.
Da oggi, però, c'è un "piccolo", (si fa per dire), dato di fatto su cui concentrare l'attenzione: Hugo Chavez l'ha spuntata di nuovo, avendo vinto le elezioni per la quarta volta, con olte il 54% dei suffragi in suo favore. Una sconfitta piuttosto netta, dunque, per lo sfidante Henrique Capriles, un discendente di stirpe ebraica, spudoratamente sostenuto dal Fondo Monetario Internazionale. Dobbiamo riflettere sull'esito di queste votazioni, soprattutto noi europei. In Venezuela, infatti, abbiamo un capo di stato che fa del sociale il suo cavallo di battaglia, alzando le pensioni, allungando le ferie, aumentando i salari minimi e mettendo sotto controllo statale la PDVSA, (ossia la principale holding petrolifera del paese), ed un popolo che sceglie di seguirlo, di credere alla sua concezione statualistica, non mercatistica, della politica; qui in Europa, invece, possiamo osservare solo tanti piccoli burocrati, i quali, in nome dell'austerity, non fanno altro che parlare di "andamento dei mercati", "fiducia dei mercati" e "condizioni dei mercati", senza mai nominare il popolo, senza mai pensare a quella che, tradizionalmente, si definisce "econonomia reale". Un fenomeno da cui si può cogliere una grande lezione: per sottrarsi all'inabissamento del capitalismo moderno, rappresentato in toto dalla crisi mondiale, bastano proprio un leader, (capace di avere idee diverse dal normale, tanto in politica interna quanto in politica estera, ed imbevute di patriottismo e giustizia sociale), e un popolo, (che sia disposto a credere e a ribellarsi alla tirannide finanziaria). "Uno Stato, un Popolo, un Capo", disse Qualcuno tempo fa; evidentemente, un progetto d'azione valido ancora oggi, con buona pace dello spread, delle borse e di tutte le altre entità virtuali imposte dai signori dei mercati.

Roberto Marzola

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