BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


giovedì 17 marzo 2011

CL ANNIVERSARIO UNITA' D'ITALIA

E' ormai alle porte questa festività nazionale, da poco istituita dopo le mille e più polemiche che l'hanno riguardata. Anzi, ad essere fiscali, l'orologio dice che è già iniziata.

Tra poche ore assisteremo tutti ad uno spettacolo parzialmente nuovo per l'Italia: tricolori appesi ai balconi, negli uffici pubblici, coccarde tricolori, notte tricolori e tutta una serie di altre manifestazioni che si terranno da Aosta a Canicattì. A tutte queste iniziative si unirà, giusto per dargli un tocco quasi "vintage", il teatrino della politica. Già, perché quello non cambia mai. Purtroppo.
Così vedremo il Pres. della Repubblica calcare la scena, speriamo non per rispolverare la solita retorica e la consueta melassa. Dopo di lui, toccherà alle altre istituzioni dello Stato e, quindi, sarà la volta dei singoli attori politici. Ci sarà chi cercherà di richiamare l'attenzione sui meriti di un Governo che ha istituito la festa e chi,invece, reclamerà i meriti dell'opposizione che su quella festività ha condotto la sua parte di battaglia. In altre parole, avremo tutti l'opportunità di vedere i soliti tentativi di convogliare persino il 150° anniversario dell'Unità d'Italia a destra o a sinistra. Del resto si sa: la situazione politica non è delle più stabili;ci sono in palio voti e voti e l'occasione è talmente bene in vista da non poter essere buttata al vento.

Finalmente in Italia si comincia a parlare di "patria" e di "patriottismo"; addirittura da qualche parte è comparso anche il termine "nazione", relegato,fino a qualche tempo fa, negli ambienti che si è soliti definire di "estrema destra".

Me ne compiaccio...fino ad un certo punto! 

In primis, è la festa di per sé che non mi convince molto. Vero è che il 17 marzo 1861  viene proclamato ufficialmente il Regno d'Italia; è pur sempre vero, però, che a quella data mancavano il Veneto,(annesso con la III Guerra di Indipendenza nel 1866), Roma, (che entrerà a far parte del Regno d'Italia nel 1870), il Trentino-Alto Adige, Gorizia e il Friuli orientale, Trieste in particolare, (acclusi, rispettivamente, solo con la Prima Guerra Mondiale  e con il referendum 1954 e il Trattato di Osimo del 1975). Tengo volutamente fuori la questione fiumana e istro-dalmata, perché meriterebbe una trattazione a parte. Quindi, in buona sostanza, è una festa che nasce già con una vocazione tutt'altro che unitaria e che celebra un singolo evento,pur fondamentale, della storia d'Italia.

Al di là di questo, mi pare strano che un Paese inizi a parlare di Patria  dopo ben 150 anni dalla sua nascita. Eppure, già nel Risorgimento il problema della creazione del Popolo e della Nazione d'Italia era già stato posto all'ordine del giorno. Come non ricordare la famosa frase pronunciata (forse) da D'Azeglio, il quale ebbe a dire: "Purtroppo s'è fatta l'Italia ma non gli Italiani". Cosa si è fatto da allora per raggiungere quest'altra meta? Forse tanto, forse poco, molto poco. Non sta a me dirlo, ma agli storici. Io posso solo azzardarmi nel dire che vari fattori hanno ostacolato il raggiungimento di questo traguardo: l'indole degli italiani,(da sempre litigiosi e divisi), le dinamiche sovranazionali, la Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, gli Anni di Piombo, la Caduta del Muro di Berlino. Questi eventi, in un modo o nell'altro, non hanno fatto altro che dividere l'Italia e gli Italiani. Solo per un certo periodo, (durato formalmente vent'anni), l'Italia ha provato ad essere un sol corpo.Mi piacerebbe dilungarmi in questa analisi, ma poi rischio di dar fiato alle solite male lingue...

Dicevo che soprattutto gli anni dal '68 in poi sono stati, a mio avviso e non solo, una vera palla al piede per la nascita della Patria e della Nazione. Anni in cui si è guardato sempre e solo o all'estremo occidente o all'estremo oriente. Credo che nessun altro Paese al mondo sia stato così spaccato dalla disputa tra U.S.A. e U.R.S.S. . Forse il motivo risiede nel fatto che, in teoria,  è altamente improbabile vedere un partito apertamente comunista e filo-sovietico raggiungere il 34% alle competizioni elettorali in un Paese occidentale; invece, questo in Italia è accaduto a metà del anni '70. Se al dato elettorale si aggiunge il protagonismo nella scena culturale, (frutto di un generosissimo regalo della D.C., molto interessata a dare il contentino ai compagni), la penetrazione capillare nei sindacati, nelle fabbriche e nelle scuole, gli strani matrimoni con l'alta finanza e con l'editoria, le più recenti municipalizzate e le cooperative, allora si capisce come fosse impossibile addivenire ad un risultato diverso. Quei signori il Tricolore erano solito bruciarlo; erano soliti abbracciare la bandiera rossa più che quella di casa nostra: non ce lo dimentichiamo per favore!
Ad onor del vero, bisogna anche dire che chi questa situazione avrebbe dovuto contrastarla, giacché aveva i numeri per farlo, non è che lo abbia fatto nel migliore dei modi. Mi riferisco naturalmente alla Democrazia Cristiana, (anch'essa divisa da correnti interne che la volevano un po' più a destra e un po' più a sinistra),la quale per fronteggiare i sovietici si è letteralmente buttata sotto la bandiera a stelle e strisce, lasciando l'Italia ancora una volta sola ed esposta a quelle correnti ideologiche, che la sferzavano da nord a sud e da est ad ovest. Restavano solo quelli del M.S.I. a difendere lealmente la bandiera italiana, ma non hanno mai avuto i numeri per farlo sul serio, soli contro tutti come erano.

Queste ed altre osservazioni,(su cui magari tornerò), mi inducono a muovermi con cautela e a non abbandonarmi a questa nascente forma di patriottismo romantico. Il sogno di nuova e grande Italia, consapevole dei propri mezzi, fiera del proprio passato e fiduciosa per l'avvenire, preferisco coltivarlo nel profondo dell'anima, luogo ben più sicuro della pubblica piazza. 
Non vorrei,infatti, che tutto questo desiderio di Patria fosse legato semplicemente alla festività e alla necessità di dimostrare che in questa ricorrenza qualcosa si è pur fatto. Non vorrei , inoltre, che passato il giorno di festa, quel Tricolore, tanto sbandierato, finisse dimenticato in qualche baule, a prendere la polvere in soffitta, magari in attesa dell'anno prossimo. Proprio come avviene per il Presepe e per l'albero di Natale: oggetti di consumo da tirar fuori una volta l'anno. 
Purtroppo, parafrasando Montanelli, questo Paese ha un grande problema: quando dice forza Roma e forza Italia lo fa solo per motivi sportivi. Speriamo solo che,finalmente, ce se ne avveda  e si cerchi di porvi rimedio.

W L'ITALIA!

R.M.


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