Sono le parole di un padre che scrive ad un figlio in fasce, giacché sa che quel figlio potrebbe anche non abbracciarlo mai, per dargli una lezione di vita e d'amore. Poche righe degne soltanto di un grande patriota; poche righe che valgono molto più delle parole di circostanza che hanno già iniziato a circolare in questa giornata.
Buona lettura.
"Caro Romolo Vittorio... Tu non conoscerai fazioni, non partiti. Non vedrai nemici entro i confini sacri della Patria. Solo conoscerai un nome 'Italia'; una cosa solo amerai: 'Italia'; e per essa sola dovrai essere capace di tutto lasciare, tutto perdere, tutto dimenticare. Di essere odiato e vilipeso, umiliato e straziato; solo, solo per questa Italia dovrai saper morire col corpo e coll'anima: e mai, mai dovrai dimenticare che per questo sacro nome madri hanno salutato col sorriso i figli che andavano a morire, mariti hanno abbandonato in fiera letizia le giovani spose, padri hanno, orgogliosi, baciato per l'ultima volta i loro bimbi. Che per questa Italia si son fatti di sangue i fiumi, le montagne hanno tremato, i morti sono usciti dalla terra. E che per essa io oggi non ti conosco e potrei non conoscerti mai: ma se così fosse, tu amala anche per me, sacrificati anche per me, muori ancora anche per me. E ricordati che solo quando vedrai cadere il tuo amico più caro, quello che ti è spiritualmente fratello, e tu troverai soltanto il tempo di chinarti a baciarlo, e dalla tua bocca non uscirà una sola parola di rabbia e nel tuo cervello non affiorerà un solo pensiero di imprecazione, ma tu vorrai solo andare avanti per conoscere la Vittoria, e così facendo sarai certo di vendicare l'amico caduto, allora, allora appena sarai certo di averla imparata a conoscere, sarai certo di amarla!"
P.S. Un ringraziamento particolare all'amico Riccardo.
Il 17 marzo 1861 si concludeva il grosso del processo risorgimentale e veniva proclamato il Regno d'Italia. Cinque anni più tardi l'allargamento al Veneto. Nel 1870 Roma liberata raggiungeva le sue genti. Nel 1918 Trieste, Trento, Bolzano. Infine l'epopea risorgimentale si chiudeva con Fiume e con la Marcia su Roma che portò l'Italia nata a Caporetto e risorta a Vittorio Veneto ad essere finalmente e realmente unita, civile, solidale, traboccante e orgogliosa. L'Italia, malgrado l'eroismo di centinaia di migliaia di giovani che ne salvarono l'onore, fu assassinata nell'estate del 1943 e da allora attende ancora di risorgere.
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