Buona lettura.
Ecco cosa si studia da generazioni sul nostro Novecento
GLI STATISTI COMUNISTI
...E QUELLI CATTOLICI
Nel manuale La storia di Della Peruta-Chittolini-Capra (Le Monnier), ancora oggi si descrivono così tre personaggi storici: Palmiro Togliatti, «un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali»; Enrico Berlinguer, «un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica»; Alcide De Gasperi «uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica».
I GULAG? UN EFFETTO COLLATERALE
DI UN IDEALE SACROSANTO
In Elementi di storia di Camera-Fabietti (Zanichelli) si continua a leggere «l’ignominia dei gulag sovietici non è dipesa da questo sacrosanto ideale (il comunismo), ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo».
LE FOIBE? CONSEGUENZA
DI UNO SFOGO D’IRA POPOLARE
Lo stesso manuale Camera-Fabietti, ancora nella IV edizione, a proposito delle foibe porta scritto: «L’8 settembre 1943, nel vuoto di potere determinato dallo sfacelo dello Stato Italiano, furono uccise, soprattutto in Istria 500/700 persone. Per quanto gravi, quei fatti non corrispondevano però a un disegno politico preordinato: essi furono piuttosto la conseguenza di uno sfogo dell’ira popolare sloveno-croata contro gli italo-fascisti, paragonabile alla strage di fascisti perpetrata nel Nord Italia dopo il 25 aprile, nella quale certo non intervennero motivazioni etniche di nessun genere».
STALIN HA PERSEGUITATO SOLO ETNIE
MINORITARIE E ISOLATE
Dal Manuale di storia, “L’età contemporanea” (vol. 3) di Giardina, Sabbatucci e Vidotto: «La politica staliniana in tema di nazionalità non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tener conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento».
LE BR NON ERANO COMUNISTE,
SOLO SI «PROCLAMAVANO» TALI
Sul manuale Popoli e civiltà 3 di Antonio Brancati, in una nuova edizione per La Nuova Italia ancora di recente si spiegava che: «Una lunga serie di attentati, di stragi e di violenze compiute dai terroristi delle organizzazioni neofasciste e neonaziste (Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Ordine Nero) avrebbe insanguinato le città italiane, intrecciandosi a manovre preparatorie golpiste. Nel corso degli anni settanta l’attacco allo Stato fu però sferrato anche da un estremismo di segno opposto. Al terrorismo nero, già operante, si aggiunse il terrorismo praticato da organizzazioni clandestine che si proclamavano “comuniste” Nuclei Armati Proletari, Prima Linea e soprattutto Brigate Rosse)».
...E QUELLI CATTOLICI
Nel manuale La storia di Della Peruta-Chittolini-Capra (Le Monnier), ancora oggi si descrivono così tre personaggi storici: Palmiro Togliatti, «un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali»; Enrico Berlinguer, «un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica»; Alcide De Gasperi «uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica».
I GULAG? UN EFFETTO COLLATERALE
DI UN IDEALE SACROSANTO
In Elementi di storia di Camera-Fabietti (Zanichelli) si continua a leggere «l’ignominia dei gulag sovietici non è dipesa da questo sacrosanto ideale (il comunismo), ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo».
LE FOIBE? CONSEGUENZA
DI UNO SFOGO D’IRA POPOLARE
Lo stesso manuale Camera-Fabietti, ancora nella IV edizione, a proposito delle foibe porta scritto: «L’8 settembre 1943, nel vuoto di potere determinato dallo sfacelo dello Stato Italiano, furono uccise, soprattutto in Istria 500/700 persone. Per quanto gravi, quei fatti non corrispondevano però a un disegno politico preordinato: essi furono piuttosto la conseguenza di uno sfogo dell’ira popolare sloveno-croata contro gli italo-fascisti, paragonabile alla strage di fascisti perpetrata nel Nord Italia dopo il 25 aprile, nella quale certo non intervennero motivazioni etniche di nessun genere».
STALIN HA PERSEGUITATO SOLO ETNIE
MINORITARIE E ISOLATE
Dal Manuale di storia, “L’età contemporanea” (vol. 3) di Giardina, Sabbatucci e Vidotto: «La politica staliniana in tema di nazionalità non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tener conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento».
LE BR NON ERANO COMUNISTE,
SOLO SI «PROCLAMAVANO» TALI
Sul manuale Popoli e civiltà 3 di Antonio Brancati, in una nuova edizione per La Nuova Italia ancora di recente si spiegava che: «Una lunga serie di attentati, di stragi e di violenze compiute dai terroristi delle organizzazioni neofasciste e neonaziste (Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Ordine Nero) avrebbe insanguinato le città italiane, intrecciandosi a manovre preparatorie golpiste. Nel corso degli anni settanta l’attacco allo Stato fu però sferrato anche da un estremismo di segno opposto. Al terrorismo nero, già operante, si aggiunse il terrorismo praticato da organizzazioni clandestine che si proclamavano “comuniste” Nuclei Armati Proletari, Prima Linea e soprattutto Brigate Rosse)».
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