BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


lunedì 6 giugno 2011

REFERENDUM 12-13 GIUGNO: VADEMECUM PER IL VOTO

Care lettrici e cari lettori,
il referendum si avvicina ed è tutto un marasma di voci “pro” e “contra”. Tutti danno indicazioni, tutti spiegano questo e quel quesito. Insomma cercano tutti di tirare acqua al proprio mulino e l’arma è sempre quella: la strumentalizzazione e, spesso, la disinformazione. I quesiti vengono illustrati in maniera assolutamente parziale, interessata e grossolana, come se già non bastasse la formula del referendum abrogativo per confondere gli elettori!
Io non voglio far parte di questo caos: pertanto non vi dico né di votare né di non votare ;  né di votare per il “sì”, né di votare per il “no”. Il voto è vostro, (come tutte le altre illusioni…); fatene buon uso.
Mi preme solo sottolineare certe circostanze, così che sappiate per chi e cosa andate a votare.

Innanzitutto, ha ancora senso concepire lo strumento referendario? E’ dal 1995, infatti, che un referendum non raggiunge il quorum minimo, da quando cioè se ne propose uno sull’abrogazione delle norme che consentono la concentrazione di tre reti televisive. Votò circa il 57-58% degli elettori.
Da allora nulla. E dire che ce ne è stato uno anche sulla riduzione del numero dei parlamentari e uno sulla fecondazione assistita; ma di tutto questo non è importato niente a nessuno.
Un referendum come questo poi, può essere considerato davvero tale? Voglio dire: un referendum dovrebbe essere una consultazione popolare su un atto di legge; qui, invece, si sta proponendo un referendum per regolare rapporti tra le varie forze politiche. Si sta facendo, cioè, vigliaccamente leva sul sentimento della gente comune su questioni come l’acqua ed il nucleare, per tentare di convogliare i voti sul legittimo impedimento. Se vincerà l’astensionismo o se prevarranno i “no”,  sarà l’attuale maggioranza di governo, (che ha dato libertà di coscienza, sperando forse che gli italiani preferiscano il mare alla cabina elettorale), a gioire; se invece dovesse raggiungersi il quorum con una prevalenza dei “sì”, sarà l’opposizione a trionfare e chiederà al governo di dimettersi, anziché di rispettare la fatidica sovranità popolare e di lavorare a strade alternative. Vi sembra accettabile tutto ciò? Vi pare possibile che questi signori arrivino a scomodare il quesito referendario pur di regolare i loro fottutissimi conti? A me pare una presa in giro di dimensioni colossali; l’ennesima da parte di un sistema che ci prende in giro giorno dopo giorno.
Sia chiaro che le mie non solo parole preconcette, bensì basate su fatti specifici. In primis, c’è il fatto che Pierluigi Bersani, (uno dei principali sostenitori del “sì”), solo quattro anni fa firmava, in veste di Ministro per lo Sviluppo Economico, l’accordo con il Segretario Usa all’energia Bodman per una partnership sulla ricerca e sullo sviluppo dell’energia atomica, demoninato “GNEP”. L’accordo tra Italia e USA, per giunta, è ancora in vigore[1]. La notizia, già nota, è anche stata recentemente diffusa dall’affascinante Wikileaks, autentica croce e delizia di un sistema che ha paura dei suoi stessi ingranaggi.
Lo stesso Bersani poi glissa spesso su un altro dato, ovvero le alternative al nucleare. L’unica pare essere rappresentata dell’eolico e dal fotovoltaico, allo stato attuale totalmente inefficienti. Quindi cosa facciamo nell'immediato, stiamo a guardare? Restiamo al buio e al gelo? Non è dato sapere.

Le cose non cambiano affatto sul versante acqua. Innanzitutto, perché i promotori dell’attuale referendum tempo fa presentavano alla Camera un disegno di legge niente affatto diverso dalla legge oggetto del quesito referendario. Vedere il disegno di legge n.772 del 7 luglio 2006, a firma di : Bersani, Prodi, Amato e Di Pietro[2]. Strano vero?



In più, nel 2008 a Carpi lo stesso Bersani, intervenuto per sostenere la privatizzazione di una società di gestione dell’acqua e dei rifiuti, (come riportato nel video qui sopra), dichiarava allegramente: «gli acquedotti italiani perdono metà dell'acqua che trasportano. […] Come faccio a perdere meno acqua, a depurarla meglio, a investire bene i soldi pubblici? Devo chiamare uno che sa fare quel mestiere lì... È tutto qua il tema!»[3]. Traduco: è un bene che l’acqua resti di proprietà pubblica, ( e non può essere altrimenti, dato che l’acqua è un bene di nessuno, ovvero di tutti), ma è bene anche che la gestione degli impianti sia affidata a privati, perché possa essere resa efficiente. Questo è quanto sosteneva in illo tempore Bersani.
Il Decreto Ronchi, oggetto di referendum, propugna il ricorso a capitale privato, (poi ovviamente remunerato), per operare delle migliorie al sistema di distribuzione idrica, cosa che garantirebbe, almeno sulla carta, un taglio agli sprechi, ergo un miglior servizio e un conseguenziale abbattimento dei costi.  Oltretutto, venendo meno la parte pubblica dei finanziamenti, le pubbliche gabelle dovrebbero diminuire per forza di cose. Vi sarebbe anche l’obbligo di istituire pubblici bandi che, sempre sulla carta, dovrebbero affidare il servizio all’ente in grado di assicurare il miglior rapporto qualità-prezzo.
Cosa cambia, allora,  da ciò che dice Bersani nel video? Nulla! Solo che nel 2008 la privatizzazione dell’acqua era un impegno politico e personale, (e non poteva essere altrimenti, dato che come ministro e come amministratore regionale ha una storia da “liberalizzatore”); oggi, invece, proposta praticamente negli stessi termini, pare essere divenuta il nuovo “male assoluto”.
Ora, cambiare idea fa parte dell’uomo; ma cambiarla su tutto in presenza del quesito sul legittimo impedimento puzza proverbialmente di bruciato!
Questo è quanto, cari signori. Non aggiungo altro. Non voglio influenzare il vostro voto; vi prego solo di tenere davanti ai vostri occhi le ragioni brutalmente politiche di questo referendum. Questi signori sono disposti a giocare sulla nostra pelle, sul nostro futuro, persino chiedendoci di votare su questioni, come ad esempio il nucleare, che sono più da tecnici, da fisici ed ingegneri, che non da uomo comune. A loro, in fondo, non importa se dovremo dipendere vita natural durante dal petrolio e dal carbone, o se dovremo foderare le nostre pianure e colline con materiale fotovoltaico a base di silicio nella speranza che ci dia energia, (molto poca a dire il vero!), o se rischiamo di avere sempre meno acqua corrente in casa perché la rete idrica ne disperde più di quanta riesca a consegnarne all’utente finale. Di tutto questo non importa realmente un fico secco a nessuno; ciò che conta è fare la voce grossa contro Caio, Tizio e Sempronio, sapendo che tanto alla fine il prezzo di questi loschi giochetti lo pagheranno i poveracci, come me che scrivo o come te che leggi. Pensateci bene!

Roberto Marzola.

[1] http://www.dirittodicritica.com/2011/05/23/referendum-bersani-nucleare-20734/ -se non ritenete la fonte attendibile, cercate sul sito de “L’Espresso”!
[3] http://www.ilgiornale.it/interni/quando_bersani_difendeva_nucleare/04-06-2011/articolo-id=527192-page=0-comments=1

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