BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


martedì 30 agosto 2011

SCIOPERO DEI CALCIATORI: I SINDACATI PERDONO IL PELO MA NON IL VIZIO

Sembra non conoscere fine la tragicomica vicenda dello sciopero dei calciatori. 
Premetto che chi scrive è un appassionatissimo di questo sport: difficilmente perdo una partita della mia squadra del cuore, (il Milan), o le più importanti del calendario di campionato e di coppa; vado saltuariamente allo stadio per vivere in prima persona le emozioni che solo questa disciplina sa dare; quando ho tempo provo anche io a dare quattro calci al pallone.
A tutto, però, c’è un limite. Non bastavano le storiacce di Calciopoli, i vari scandali scommesse, gli scudetti assegnati e tolti dal giudice sportivo, i ricorsi e i controricorsi; no, c’era bisogno anche dello sciopero dei calciatori. Niente campionato di Serie A. La prima giornata è già stata rinviata a data da destinarsi; non è dato ancora sapere se si giocherà la seconda. Forse sì, forse no. Di sicuro ammireremo le imprese della Nazionale, impegnata contro le modeste Far Oer  e contro la Slovenia per la qualificazione ad Euro 2012; ammesso e non concesso che veder giocare le maglie azzurre sia un piacere dopo la sbornia del 2006. Tocca, tuttavia, accontentarsi. Di questi tempi è, come si suol dire, “tutto grasso che cola”. 
Infatti, i maghi del pallone a scacchi di casa nostra hanno puntato i piedi, prevalentemente, sul contributo di solidarietà, (istituendo tributo per chi percepisce redditi elevatissimi), sulla condizione dei giocatori fuori rosa e sul rinnovo del contratto collettivo.
L’A.I.C., (Associazione Italiana Calciatori), non ha voluto sapere di scendere a patti con la Lega di Serie A. In pratica, un’altra sterile lotta sindacale nell’indecoroso almanacco delle relazioni sindacali di questo Paese. Dopo la triste vicenda Fiat-Fiom, (di cui ho già scritto), stavolta le organizzazione rappresentative dei lavoratori hanno sposato la causa dei calciatori, sebbene definire “lavoratore” un calciatore o uno sportivo in generale, sia roba da far accapponare veramente la pelle. Poverini: devono già allenarsi durante la settimana e giocare ogni tre o quattro giorni al pallone. E per cosa poi? Per quattro miseri spiccioli, sui quali praticamente non grava nessuna imposta. Quelle sono tutte a carico delle società di calcio. Come faranno a mantenere le loro concubine, le Ferrari e i  lussuosissimi yacht? Dove troveranno i soldi per offrire le proprie chiome alla creatività dei barbieri  e i loro corpi scolpiti alla china dei tatuatori?  Che pena mi fanno! 
Per fortuna  c’è una solerte associazione sindacale che combatte i cattivi di turno, difendendo le ragioni di questi sfortunati lavoratori, che così tanti sacrifici debbono fare per arrivare alla fine del mese.
E allora via con gli scioperi, con i rapporti di tensione, con le tavole rotonde, con i tentativi di mediazione. A quando gli striscioni, i cori di protesta ed i girotondi? Conoscendo i sindacati italiani, ci si potrebbe aspettare anche qualcosa di simile. 
Se poi l’Italia, nel frattempo, va a rotoli e non ci sono alternative credibili, chi se ne frega. L’importante è riempire le pagine dei giornali, i siti internet e i tg con gli esisti e gli sviluppi delle trattative tra A.I.C. e Lega di Serie A. “Panem et circenses” si diceva un tempo. Nulla è davvero cambiato. Anzi sì:  il pane ormai è diventato un lusso e la parte dei giullari la giocano i sindacati italiani. Da sempre a dire il vero: ieri quelli dei metalmeccanici, oggi quelli dei calciatori. Urge cambiare direzione; occorre porre fine al predominio di questa classe di inetti che risponde al nome di “sindacati”, mai davvero in grado di rappresentare gli interessi dei lavoratori, quelli veri. L’alternativa l’ho già indicata più volte in questo blog e si chiama CORPORAZIONI DEI LAVORATORI, possibilità a tutt'oggi ignorata per motivi politici. Nessuno si lamenti, allora, se si ripeteranno sceneggiate come quelle ricordate in questo articolo, perché sono davvero l’unico frutto che questo sistema è in grado di produrre. Uomo avvisato, mezzo salvato.

Roberto Marzola.

1 commento:

  1. Contenuto che apprezzo tranne la fede calcistica dell'autore Forza Napoli

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