L'assoluzione di due dei principali imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, ha diviso l'opinione pubblica in innocentisti e colpevolisti. La discussione divampa sulle tesi dell'accusa e della difesa, mentre ogni coscienza si interroga su quei terribili fatti.
Vorrei sottoporvi brevissimamente le conclusioni cui è pervenuta la mia coscienza. Esse non riguardano assolutamente le dinamiche interne al processo, né la ricostruzione dei fatti; considerano soprattutto il ruolo svolto dai mass media durante questa triste vicenda.
Devo dire che mi disgusta l'interesse morboso palesato dagli organi d'informazione, sempre a caccia di ascolti da urlo, pronti a dare in pasto alla famelica opinione pubblica notizie ad effetto, condite da dettagli sempre più minuscoli e, al tempo stesso, sempre più macabri. Con tutto ciò che ne deriva sul piano processuale poi, dato che una simile pubblicità gioca un ruolo di primo piano nell'amministrazione della giustizia, sebbene sia di tipo extra-giuridico e, quindi, privo di qualsiasi garanzia.
Né mi ripugna meno la morbosità della stessa opinione pubblica, stregata ed eccitata da simili fatti di sangue, sempre disposta ad assolvere o condannare coram populo sulla base delle semplici simpatie personali. Pollice dritto e pollice verso. Condanna o assoluzione; inferno o paradiso...mediatici!
Una macchina dell'informazione che diviene rullo compressore, schiacciasassi dal ritmo cadenzato, scandito dallo share e dall'audience, pressa meccanica per la riservatezza e per il decoro, tritolo per l'intimità e l'animo umano. E' il trionfo dell'idiozia dell'uomo moderno, sempre più schiavo del vuoto di valori e del nichilismo di cui si è volontariamente circondato. Niente e nessuno può opporvisi. "The show must go on" . Sempre e comunque, costi quel che costi. Può partire la sigla. Buona visione!
Roberto Marzola.
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