BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


sabato 3 dicembre 2011

ADDIO PATRIA

Un fazzoletto bianco in segno di saluto, di un estremo commiato che riguarda noi tutti e l'idea di Patria. Il concetto di Italia come casa di tutti gli italiani, come Stato sovrano ed indipendente, come luogo di sintesi di lingue e tradizioni comuni è ormai vicino all'estinzione. Causa degli ultimi eventi, dei quali ho cercato di dare un'ampia descrizione. Colmo dei colmi: nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia, ricorrenza in cui tutti dovremmo essere chiamati a celebrare l'indipendenza italiana dalle potenze straniere.
Invece non è affatto così. Siamo un Paese sotto influenza e sotto comando straniero. A dire il vero, lo siamo sin dall'8 settembre 1943, (eccezion fatta per i 600 giorni di Repubblica Sociale Italiana), e da allora non siamo mai più stati completamente autonomi. C'era chi voleva l'Italia in orbita sovietica e chi in orbita atlantica. Alla fine abbiamo prestato servizio agli ordini degli Yankee. Neanche il tempo di dimenticare la Guerra Fredda che si è affacciata l'Unione Europea.
Da quel momento in poi non c'è stato giorno in cui non abbiamo ceduto un pezzo di sovranità, ossia un pezzo di noi stessi: interi blocchi di Costituzione riformati, (e questo, in astratto, non sarebbe un male, visto che l'attuale carta costituzionale ha pur sempre una natura compromissoria, tipicamente partigiana, che è totalmente da cancellare), per favorire ingerenze crescenti dell'Europa delle banche nei nostri affari e, soprattutto, addio moneta nazionale. Ah, la vecchia Lira, quanto ci manca! 
Come se non bastasse, poi, dalla sera alla mattina ci siamo ritrovati a capo dell'attuale governo, mai passato per la campagna elettorale, un signore pluridecorato in ambito massonico che, "stranamente", era già stato commissario europeo. Addio diritto di voto!  Per non farci mancare nulla, il sig. Monti, appena insediatosi a Palazzo Chigi, ci ha fatto sapere che è necessaria una bella stretta fiscale per salvare la baracca e per sostenere la crescita. Lunedì sarà il giorno del giudizio: sapremo quanto dovremo essere spremuti come limoni, quanto saremo munti come vacche.
Altro giro, altro regalo: ricorderete tutti la vicenda degli sbarchi a Lampedusa. Sono sicuro che rammenterete ancora gli appelli dell'allora governo Berlusconi all'Europa, perché non fossimo lasciati soli a gestire quell'emergenza. E cosa hanno fatto i signori di Bruxelles, di Strasburgo e di Maastricht? Niente, assolutamente niente. In pratica, ci hanno detto: "guai a voi se li rimpatriate; guai a voi se li mandate da noi! " Altro grosso affare!
Dulcis in fundo, entro il 31 dicembre 2011, (termine ultimo per le ratifiche dei parlamenti nazionali), diremo addio ad un altro pezzo di sovranità interna: la facoltà di determinare il bilancio dello Stato. Stavolta il pericolo si chiama MES: Meccanismo Europeo di Stabilità. Niente più e niente meno che un illegale ampliamento delle competenze dell'Unione Europea che le consentirà di svuotare le casse degli stati membri a proprio piacimento per salvare l'Euro. 700 miliardi giusto per iniziare, dato che questa cifra potrà essere aumentata discrezionalmente dal consiglio dei governatori. Cifra che potrà essere pretesa nel giro di 7 giorni dall'avanzamento dell'eventuale richiesta, senza che alcun parlamento nazionale possa obiettare alcunché. Bello vero?
Come sono lontani i tempi in cui i nostri avi sognavano di fare l'Italia, di avere finalmente un Paese libero in cui crescere le generazioni future, di lavorare per sé e per i propri figli, di obbedire a nessun altra legge che non fosse quella italiana. Tempi in cui si sognava una Patria: un concetto che purtroppo, oggi, è divenuto meramente virtuale o, peggio, un'espressione priva di significato reale, completamente svuotata di significato ad opera dei tecnocrati, dei progressisti e dei servi del potere. Insomma, sono passati secoli e l'Italia è tornata ad essere "serva, di dolore ostello, nave senza nocchiero, non donna di province ma bordello", proprio come la descriveva Dante. Solo che stavolta non si tratta di re e imperatori; si tratta di despoti della finanza, con la conseguenza che da sudditi siamo passati a schiavi. Questo è il "progresso" moderno, questa l'autentica faccia delle moderne democrazie. Ragionateci sopra. Poi fatemi sapere cosa ne pensate, quanto ancora siete disposti a sopportare, prima di reagire. Io aspetto.

Roberto Marzola.

2 commenti:

  1. Quadro dipinto alla prfezione, toglierei solamente le ultime due parole...perchè così com'è mi verrebbe da dire provocatoriamente: aspetto anch'io.

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