BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


mercoledì 23 maggio 2012

LA MAFIA SI COMBATTE ANCHE CAMBIANDO LA POLITICA

23 maggio, giorno in cui si parla di Mafia, perché la mente torna inevitabilmente a quel 23 maggio del del 1992, quando lungo l'autostrada A29, all'altezza dello svincolo di Capaci, persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta.
Se ne sono scritte tante e se ne sono dette ancor di più. Innumerevoli sono le ricostruzioni e ancora tanti, troppi sono gli scenari ipotizzabili. C'è chi parla di servizi segreti deviati, chi di politici coinvolti e chi, semplicemente, di un colpo ben assestato dalla Mafia. Io non lo so. Non so niente. So solo che ogni anno si ripetono le manifestazioni ed i discorsi per la legalità, più o meno tutti alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Ognuno, poi, ricorda uomini come Falcone, Borsellino o donne come la Morvillo a modo suo, con un pensiero, con una candela alla finestra, con un'immagine, un video o una canzone.
Tutto giusto, tutto sacrosanto, ma non basta. La Mafia non si sconfigge con le belle parole o con gesti simbolici; si combatte giorno per giorno, mutando l'approccio alla vita, cambiando la visione dei rapporti sociali, economici e politici. La vera lotta alla Mafia, a mio avviso, passa non solo attraverso un cambiamento di mentalità e una presa di coscienza del fenomeno, bensì attraverso la creazione di una classe politica nuova, lontana dall'ambizione e dall'interesse personali, oltreché dal senso degli affari. Bisogna estirpare questa strana commistione tra interesse pubblico e privato, la quale inizia con il politico di turno che, durante la campagna elettorale, tappa i buchi della strada a questo o quell'elettore, e finisce con l'assegnazione pilotata di un appalto ad un'azienda collusa col malaffare, con la corruzione di giudici  e forze di polizia e con il tritolo contro chi cerca di far saltare in aria questa cupola di interessi. Questo si deve fare; questo, a mio avviso, potrebbe essere il vero spirito rivoluzionario, in grado di recidere i lacci e lacciuoli che legano lo Stato alla Mafia. Perché, in fondo, cos'altro è la Mafia se non un interesse di pochi in danno di tanti? Cosa è la Mafia, se non l'altra faccia dello Stato, con il quale talora combatte e talora stringe veri e propri patti di non belligeranza, (basti vedere la storia del 416-bis)? "Parlare di Mafia, è anche parlare di Stato". Lo aveva detto proprio Falcone. E lo Stato non è altro che l'insieme di cittadini ed istituzioni. Cambiando entrambi, si tagliano le gambe alla Mafia. E' tutto così semplice, eppure così difficile, così utopico. Perché?

Roberto Marzola.

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