In questi giorni la proposta, avanzata da Passera, di imporre
il bancomat per i pagamenti al di sopra dei 50 euro sta facendo parecchio
rumore. La gente, infatti, ha ormai capito che dietro alla scusa, (sempre
valida), della lotta all’evasione e alla criminalità, si cela l’ennesimo
trattamento di favore reso alle banche, divenute l’unico fine ultimo di questo
assurdo governo capitanato Mario Monti e patrocinato Giorgio Napolitano. Inutile
dire che una legge che andasse in questa direzione sarebbe un autentico disastro
per i cittadini. E’ abbastanza facile prevedere, infatti, solo un aumento di
costi per ciascun consumatore, dato che diverrebbe imprescindibile avere un
bancomat o una carta di credito e, quindi, inevitabile pagare le spese per
questi servizi. Spese che
riguarderebbero anche tutte le categorie professionali, dato che praticamente
ogni lavoratore, sia esso idraulico o libero professionista, elettricista o
ciabattino, sarà obbligato ad attrezzarsi per ricevere i pagamenti con moneta
elettronica. Se volessimo soppesare la proposta da un punto di vista
macroeconomico, poi, non si potrebbe che farlo partendo dal cd. “paradosso dell’economia
sommersa italiana”, elaborato da Friedman. Ossia: in un’Italia alle prese con
la crisi economica, l’evasione più che un problema, è una risorsa dato che è in
grado di procurare ricchezza reale nelle casse della famiglia, senza destinarla
alla macchina improduttiva dello stato centrale. Tradotto in parole povere: la
proposta di Passera rischia di rivelarsi come il colpo di grazia all’economia
italiana, specie se si tiene conto di un certo rapporto Eurispes, in base al
quale l’evasione “finisce per essere una camera iperbarica per l’Italia”, poiché i redditi di “una famiglia tipo non
sono più sufficienti a far fronte alle spese per avere una vita dignitosa”.
Ma non è tutto, se è vero l’adagio popolare che vuole non
esservi mai limite al peggio. E infatti il “peggio” è rappresentato dal lanciatissimo
Nichi Vendola, annunciato quale principale protagonista delle elezioni che
verranno. Nel suo programma elettorale, l’improbabile governatore poeta pone ben tre
patrimoniali, (due straordinarie ed una ordinaria), che, sommate, dovrebbero
portare, (il condizionale è d’obbligo, dato che Nichi ha dimostrato già in
Puglia di saperci fare poco coi numeri, specie con quelli della sanità!), ben
212 miliardi di euro nelle casse dello stato.
E poi addizionale Irpef maggiorata, tosate ai lavoratori autonomi
indipendentemente dal reddito, tasse sulla casa, sulle auto e, in pratica, pure
sull’aria che si respira.
Siamo al delirio fiscalista, all’Inquisizione e alla caccia
alle streghe. Aggiungo: siamo alla colpevolizzazione dei lavoratori e dei
risparmiatori, dato che a queste categorie si vuole far pagare il conto della
crisi, come se fossero stati i poveri cristi a generarla, e non i signori delle
lobby economico-finanziarie, così servite e riverite da politicanti da quattro
soldi. Come diavolo si faccia a permettere, di questi tempi, ad un Nichi
Vendola anche solo di pensare un simile programma o ad un Passera di uscirsene
con certe sparate, senza nemmeno uno scatto d’ira, per me resterà sempre un
mistero. Ma non preoccupatevi, statevene pur comodi in poltrona a vedere la De
Filippi e Cento Vetrine, che tanto l’Ipad è di fianco a voi, l’Ipod a caricare
e l’Iphone squilla dimenticato in qualche angolo remoto di casa, mentre il
pane, il lavoro, la pensione, la casa e i risparmi di una vita stanno per
divenire delle entità astratte. Fessacchiotti!
Roberto Marzola.
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