Sono immagini
crude quelle vengono dal Medio Oriente. Sono immagini che non si possono più
vedere, perché mostrano, ancora una volta, la sofferenza e il dolore della
popolazione civile palestinese, colpita da una nuova ondata di violenza da
parte delle forze di occupazione israeliane, che hanno ripreso a bombardare
Gaza, minacciando persino di fare nuovamente ricorso al fosforo bianco, vietato
dalle convenzioni internazionali, proprio come durante l’operazione “Piombo
Fuso” del 2008-2009 (fonte).
Sabato pomeriggio, dei militari israeliani hanno inspiegabilmente aperto il fuoco contro dei minorenni che giocavano a calcio ad est del quartiere di al-Shuja’iya, nella città di Gaza. Mohammed Ussama Hassan Harara (16 anni) e Ahmed Mustafa Khaled Harara (17) sono morti sul colpo. Immediata la reazione dei civili palestinesi, che si sono precipitati sul posto, così come immediata è stata un'altra raffica di mitra dei soldati israeliani, che hanno provocato altre due vittime: Ahmed Kamel Al- Dirdissawi (18 anni), e Matar ‘Emad ‘Abdul Rahman Abu al-‘Ata (19) , (fonte: Palestinian Centre for Human Rights).
Giovedì scorso, invece, un altro ragazzino palestinese, Ahmed Younis Khader Abu Daqqa, di 13 anni, giocava a calcio con degli amici nel cortile di fronte a casa sua. Indossava la maglia del suo beniamino Ozil, calciatore del Real Madrid. Forse non sapeva nemmeno che a poco più di un chilometro di distanza da quel campo di gioco improvvisato si trovavano delle forze israeliane, le quali hanno aperto il fuoco contro di lui, ferendolo a morte. Ahmen è morto in ospedale, dopo circa un'ora di agonia (fonte: Rosa Schiano, attivista dell’Ism a Gaza, che ha parlato con il papà di Ahmed).
E cosa dire della piccola Raneen Arafat, di appena 4 anni, il cui corpo giace all'ospedale di Shifa, massacrato da uno dei ventuno raid israeliani contro la terra in cui è nata e cresciuta? E cosa dire, invece, di Jihad Masharawi, che allo stesso ospedale di Shifa si è presentato con in braccio il corpo senza vita di suo figlio Amhad, di appena undici mesi, ucciso in un rogo provocato dai bombardamenti israeliani? (fonte).
Niente, perché non ci sono davvero parole per descrivere una simile ferocia, un simile odio e un simile disprezzo per la vita di civili e bambini. Parimenti, lasciano senza parole e tanto amaro in bocca gli apprezzamenti e le dichiarazioni di sostegno incondizionato che gli USA e i principali governi d’Europa hanno rivolto al presidente Israeliano, Netanyahu, nonostante questi autentici atti criminali. Mi viene da dire solo basta: basta con la violenza e con la sete di sangue degli invasori contro chi in quelle terre ha da sempre vissuto; basta con il sangue innocentemente versato; basta alla legislazione razzista di Israele e alle sue brame di dominio su tutta l’area mediorientale; basta pure con la connivenza dei governi occidentali e delle istituzioni internazionali. Che aprano gli occhi e che vedano di che razza di crimini si sta macchiando “l’unica oasi di democrazia nel medi oriente”, invece di rendersi loro complici!
E, per favore, iniziamo anche noi comuni cittadini ad aprire gli occhi e la bocca: non tanto e non solo per esprimere vicinanza e solidarietà alla popolazione palestinese – unica vera popolazione autoctona in quell’area! - , ma anche per comprendere i foschi scenari internazionali che si profilano all’orizzonte e che fanno presagire una sanguinosissima guerra tra gli USA e Israele da un lato e, dall’altro, gran parte dei paesi arabi, forse supportati da Russia e Cina. Praticamente, un nuovo conflitto mondiale, reso ancor più temibile per la presenza di armamenti nucleari da tutte le parti. Per cosa? Per la sete di potere e di petroldollari del “popolo eletto da Dio” e dei suoi tirapiedi. Un progetto politico-economico così crudele e disgustoso che non deve essere assolutamente avallato.
Sabato pomeriggio, dei militari israeliani hanno inspiegabilmente aperto il fuoco contro dei minorenni che giocavano a calcio ad est del quartiere di al-Shuja’iya, nella città di Gaza. Mohammed Ussama Hassan Harara (16 anni) e Ahmed Mustafa Khaled Harara (17) sono morti sul colpo. Immediata la reazione dei civili palestinesi, che si sono precipitati sul posto, così come immediata è stata un'altra raffica di mitra dei soldati israeliani, che hanno provocato altre due vittime: Ahmed Kamel Al- Dirdissawi (18 anni), e Matar ‘Emad ‘Abdul Rahman Abu al-‘Ata (19) , (fonte: Palestinian Centre for Human Rights).
Giovedì scorso, invece, un altro ragazzino palestinese, Ahmed Younis Khader Abu Daqqa, di 13 anni, giocava a calcio con degli amici nel cortile di fronte a casa sua. Indossava la maglia del suo beniamino Ozil, calciatore del Real Madrid. Forse non sapeva nemmeno che a poco più di un chilometro di distanza da quel campo di gioco improvvisato si trovavano delle forze israeliane, le quali hanno aperto il fuoco contro di lui, ferendolo a morte. Ahmen è morto in ospedale, dopo circa un'ora di agonia (fonte: Rosa Schiano, attivista dell’Ism a Gaza, che ha parlato con il papà di Ahmed).
E cosa dire della piccola Raneen Arafat, di appena 4 anni, il cui corpo giace all'ospedale di Shifa, massacrato da uno dei ventuno raid israeliani contro la terra in cui è nata e cresciuta? E cosa dire, invece, di Jihad Masharawi, che allo stesso ospedale di Shifa si è presentato con in braccio il corpo senza vita di suo figlio Amhad, di appena undici mesi, ucciso in un rogo provocato dai bombardamenti israeliani? (fonte).
Niente, perché non ci sono davvero parole per descrivere una simile ferocia, un simile odio e un simile disprezzo per la vita di civili e bambini. Parimenti, lasciano senza parole e tanto amaro in bocca gli apprezzamenti e le dichiarazioni di sostegno incondizionato che gli USA e i principali governi d’Europa hanno rivolto al presidente Israeliano, Netanyahu, nonostante questi autentici atti criminali. Mi viene da dire solo basta: basta con la violenza e con la sete di sangue degli invasori contro chi in quelle terre ha da sempre vissuto; basta con il sangue innocentemente versato; basta alla legislazione razzista di Israele e alle sue brame di dominio su tutta l’area mediorientale; basta pure con la connivenza dei governi occidentali e delle istituzioni internazionali. Che aprano gli occhi e che vedano di che razza di crimini si sta macchiando “l’unica oasi di democrazia nel medi oriente”, invece di rendersi loro complici!
E, per favore, iniziamo anche noi comuni cittadini ad aprire gli occhi e la bocca: non tanto e non solo per esprimere vicinanza e solidarietà alla popolazione palestinese – unica vera popolazione autoctona in quell’area! - , ma anche per comprendere i foschi scenari internazionali che si profilano all’orizzonte e che fanno presagire una sanguinosissima guerra tra gli USA e Israele da un lato e, dall’altro, gran parte dei paesi arabi, forse supportati da Russia e Cina. Praticamente, un nuovo conflitto mondiale, reso ancor più temibile per la presenza di armamenti nucleari da tutte le parti. Per cosa? Per la sete di potere e di petroldollari del “popolo eletto da Dio” e dei suoi tirapiedi. Un progetto politico-economico così crudele e disgustoso che non deve essere assolutamente avallato.
Roberto Marzola.
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