BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


lunedì 27 agosto 2012

POPOLO ITALIANO: MA PERCHE’ NON T’INCAZZI?


“Siamo in un mare di guai”: è il leit motiv che proviene dalla viva voce di tantissimi italiani da un anno a questa parte. Se chiedete a qualche personaggio un po’ meno fine, potreste ascoltare delle variazioni sul tema ben più colorite, che forse rendono ancora meglio l’idea: l’Italia e gli italiani hanno un futuro tutt’altro che roseo.
Come si fa a non trovarsi d’accordo? L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il prelievo fiscale più elevato. Stando alle rilevazioni dell’International Finance Corporation,(fonte), viaggiamo ormai ad una percentuale attorno al 70%, (68,8, per l’esattezza), contro il 21% del Lussemburgo, il 26% dell’Irlanda, il 47% della Grecia o il 48% della Germania. Come se non bastasse, gli italiani al rientro dalle ferie sono attesi da ulteriori rincari, che riguardano davvero ogni aspetto della vita quotidiana: dall'Imu alle tariffe di gas e luce, dai trasporti alle tariffe autostradali, per un aumento complessivo del prelievo pari a circa 2.000 euro pro capite. Non va di certo meglio con la benzina. Se una ricerca Bloomberg del 14 agosto scorso, (qui) collocava l’Italia come il settimo paese al mondo per il prezzo del carburante, (con un costo medio per litro di circa 1,714), con gli ultimi aumenti che hanno fatto schizzare la verde a quota € 2,013 si può dire il Belpaese contenda ormai la maglia nera alla Norvegia, ove il costo per un litro di benzina è di € 2,160 al litro. La disoccupazione, infine, è a livelli mostruosi, come tutti ben saprete.
Insomma, volendo parlare in parole povere, lavorano sempre meno persone, guadagnando sempre meno, e praticamente tutti dobbiamo pagare sempre più tributi, magari pure sulle bevande gassate zuccherate, (sì, avete letto bene: fonte), oltre che sui beni di prima necessità. Ormai non c’è davvero più nulla che sfugga alla lunga mano fiscalista dello Stato, che in maniera sempre più sfrontata preleva coattivamente denari dalle tasche dei contribuenti per dirottarli chissà dove.
Tutti si lamentano, ma nessuno fa nulla. Non una manifestazione di protesta,(che pure serve a poco, ma è sempre meglio di nulla),non un movimento serio che proponga qualcosa. Niente di niente. Solo episodi di disperazione individuale, che riempiono il cuore di dolore e aumentano la rabbia, per una casta politica corrotta e un popolo ignavo. 
Quanto siamo ancora disposti a subire tutti quanti? Quanto tempo ancora subiremo la faccia tosta di un Ministro del Consiglio che non sa nemmeno cosa rispondere ad un giovane che gli chiede una sola buona ragione per non abbandonare l’Italia, o che si permette di dire che il “posto fisso è monotono”, o che “la generazione dei 30enni è irrimediabilmente persa"? Quanto a lungo tollereremo una squadra di governo non eletta, che fino ad ora si è dimostrata abilissima solo nel chiedere sacrifici agli italiani e a piazzare i propri figli in fior fiore di enti pubblici o istituti bancari, con stipendi che un operaio stenta anche ad immaginare? Insomma, quanto tempo dovrò attendere prima di vedere uno scatto d’orgoglio, un gruppo di semplici cittadini che si riunisce spontaneamente per pensare ad un qualcosa di diverso o anche semplicemente per andare a prendere per il bavero della camicia d’ordinanza questi autentici affamatori di popolo? 
Domande che mi lasciano l’amaro in bocca, che mi spingerebbero a partire anche da solo alla volta di Roma, se solo servisse a qualcosa. Domande che forse fareste bene a farvi un po’ tutti. Ammesso e non concesso che troviate il tempo per farvele, tra un pulcino che canta in radio ed un ultimo bagno al mare...

Roberto Marzola.
               

2 commenti:

  1. ci risiamo, roberto, vero? la rabbia e l'incredulità sono sensazioni che possono sopire ma mai estinguersi, figuriamoci poi nella posizione che ci troviamo. l'argomento lo abbiamo discusso più volte ma ci areniamo sempre al solito punto. personalmente sono arrivato ad una conclusione: se tanto accade è perchè non abbiamo nulla delle prerogative di un popolo. siamo solo "gente", nulla di più. gente decaduta. decaduta nei propri vizi e nei propri ozi. dimentica delle tradizioni, della cultura, delle origini. del proprio "background", tanto per non escludermi dal colpevole modo di vivere che ormai abbiamo fatto nostro. preoccupati solo della conservazione dell'effimero benessere che ci è stato (a sua volta) imposto. ti chiedi e ci chiedi quanto dovremo attendere perchè accada che un moto di orgoglio scatti in qualcuno? amaramente ti rispondo che è bene che tu affini la tua capacità di pazienza. non basti da solo e non bastiamo neppure in due a cambiare qualcosa. neppure ci farebbero arrivare a roma! e sai perchè? perchè lungo la strada non ci sarebbe alcuno ad attenderci per proseguire insieme. roberto, mi ripeterò fino alla noia: tanta colpa ha la mia generazione che pur ci ha creduto ed ha lottato ma aver lasciato il testimone nelle mani di quella che dovrebbe essere la gioventù di oggi è stato il peggior errore. meglio vegliardi tosti ed ancora incazzati piuttosto che distratti atletici eredi. lo ripeto ancora: la piazza è e deve essere una prerogativa della gioventù. ma ti rendi conto che a fronte delle cento sigle antagoniste non ci sono cento attivisti? le stesse associazioni dei compagni non vanno meglio. allora è un fatto generazionale. allora bisogna che si parli dell'oggi come a qualcosa di antico che diede fine ai tempi dell'oro. allora, forse, i giovani vorranno rivivere i vecchi fasti. allora si ribelleranno. un abbraccio, roberto!

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    1. E' vero, Nino, ne abbiamo parlato tante volte. Ma stavolta credo sia un po' diverso, perché ho provato a ragionare in maniera più "terra terra". Mi spiego: noi abbiamo approcciato alla questione in termini sia ideali che pratici, muovendo da concezioni culturali, sociali, economiche e politiche; adesso, invece, ho cercato di lasciare fuori tutto questo, considerando solo il mero aspetto materiale: non si lavora, non si parte per le vacanze, non si va a cena fuori, bisogna ridimensionare tutto ciò che è superfluo, la benzina costa come l'oro a causa del carico fiscale, più del 60% della ricchezza prodotta finisce in mano allo stato, ecc. Mi chiedevo: può essere che nemmeno questo ci dia la sveglia? Me lo domandavo quasi speranzoso e, invece, mi tocca tornare ancora una volta coi piedi per terra. Una tristezza infinita. A presto!

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