Anche l'illuminato Mario Monti si è svegliato. Si è accorto, (o ha fatto finta di accorgersi), che in Italia la tensione sociale sta raggiungendo soglie preoccupanti. E' sicuramente un passo avanti, dato che fino a poche settimane fa ripeteva in coro con Napolitano che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Cosa è cambiato? Forse tutto, o forse nulla. Il crescente grido di disperazione degli italiani si poteva sentire sin da quando il capo dello Stato e quello del Governo facevano ancora i gradassi; bastava solo voler credere alle proprie orecchie. Parimenti, la protesta furiosa contro la scure di Equitalia si poteva palpare anche allora; sarebbe stato sufficiente ascoltare quel malcontento e fare qualcosa per ovviare alla situazione. Ugualmente, erano una triste realtà i suicidi da insolvenza. Insomma, il quadro politico, economico e sociale si è solo aggravato in questi ultimi mesi: sono arrivati i sassi e le molotov contro gli uffici di Equitalia, i sequestri di persona per protestare contro le cartelle esattoriali, gli attentati e le minacce contro i manager.
Circostanze che fanno molto riflettere. Una cosa, però, mi fa riflettere più delle altre: si è cominciato a paventare il pericolo terroristico. Una circostanza molto sospetta quest'ultima, lasciatemelo dire. Sarà forse un caso che un misterioso gruppo eversivo, riconducibile all'area anarchica insurrezionalista, emerge dal nulla e colpisce soprattutto in Grecia ed in Italia, vale a dire i Paesi in cui la crisi dell'Euro e dell'Unione Europea è più forte? E' una semplice coincidenza che agisca proprio in quegli Stati ove la politica è ormai allo sbando, vuoi perché non si riesce a formare un governo, (vedi la Grecia), vuoi perché ne è stato imposto uno tecnocratico, (vedi l'Italia)? Infine: è una semplice casualità che in entrambi i Paesi le istituzioni reagiscano minacciando l'uso della forza armata, anziché iniziando a prendere sin da subito delle drastiche misure per alleviare il malcontento del popolo?
Sono dei sospetti che mi ronzano in testa; che mi portano a pensare che non ci sia proprio nulla di casuale e che si tratti della risposta degli usurai al tentativo di ribellione della gente comune. D'accordo, sono dei semplici tarli e di quegli animaletti hanno per ora l'aspetto e le dimensioni; ma perché non degnarli d'ascolto? In fondo, fino all'altro ieri tutta la situazione era "difficilmente" ipotizzabile, mentre oggi è così dannatamente reale. Vuoi vedere che anche stavolta niente è così impossibile come pare? Per la serie: a pensar male...
Roberto Marzola.
Dopo una lunga gestazione nasce un blog giovane,ponderato e politically Scorrect: senza peli sulla lingua,senza freni.Un viaggio a 300 all'ora sulla realtà passata e contemporanea,per scalzare dal loro scranno i baroni della politica, della morale,della storia e,più in generale,della cultura! Questo blog lotta con ARIES OFFICINA NAZIONAL POPOLARE.
BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE
Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.
Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.
Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!
lunedì 14 maggio 2012
mercoledì 9 maggio 2012
COSE DA INDYMEDIA: GIOIRE PER L'ATTENTATO ROSSO A GENOVA
Quella che vedete sopra è una fotografia, (uno screenshot, come si dice in gergo), di ciò che era apparso sulla sezione Piemonte di Indymedia. Attualmente, purtroppo o per fortuna, la pagina è stata censurata, ma il testo integrale potete trovarlo qui.
Letto? Sembra un linguaggio d'altri tempi: "borghesia", "proletariato", "padroni","fascismo"... Un lessico polveroso, in grado di esprimere benissimo la totale confusione ideologica di questi soggetti, evidentemente incapaci di interpretare la situazione odierna e di indagarne le cause. Esultano per la sorte toccata a Musy, un consigliere comunale e avvocato vittima di un attentato lo scorso 21 marzo, e ad Adinolfi, un imprenditore gambizzato: qualcuno mi sa dire cosa diavolo c'entrino questi signori con la crisi, la disoccupazione, lo spread e quant'altro? Musy, da libero professionista, probabilmente non ha nemmeno dipendenti, o almeno non nel senso che intendono questi signori; Adinolfi possiede una ditta che dà lavoro a non so quante persone, ove non c'è mai stata una minima tensione sindacale per stessa ammissione dei dipendenti. Siamo dunque al delirio, all'esaltazione della violenza fine a se stessa, invocata forse per coprire la penuria di idee.
Lasciatemi dire che la situazione mi crea molte preoccupazioni, per via dei colpi di arma semiautomatica e del totale marasma politico in cui viviamo; ma anche molte perplessità, legate alle modalità degli attentati, così simili a quelle degli anni di piombo. Davvero troppo simili per non destare il sospetto, (pur lontano), che, magari, non siamo di fronte a dei nostalgici delle Brigate Rosse, bensì alla solita strategia criminale dello Stato, che cerca di seminare l'odio politico e di innescare l'agitazione sociale nei momenti di maggiore difficoltà economica. Avevo lanciato un campanello d'allarme tempo fa, in occasione del gesto incomprensibile ed inspiegabile compiuto da Casseri, delle accuse di Pacifici contro i gruppi politici estremisti e delle parole di D'Alema pronunciate in qualità di presidente del Copasir. Avevo detto: "qualcuno sta cercando di ricreare quel clima di tensione e di esasperazione per togliere l'attenzione dai suoi loschi affari"; e guardate oggi cosa succede: la storia si ripete, il copione viene di nuovo recitato a memoria. Sbaglierò? Forse. Anzi, lo spero vivamente. Tuttavia, pregherei chi ha vissuto sulla propria pelle quegli anni di darsi da fare, di raccontare alla gente cosa furono e per quali motivi avvennero certi fatti, per non cadere nello stesso errore, per non lasciare il campo agli esaltati, (o forse mercenari?), di turno e a questa regia oscura. Il sangue non deve tornare a macchiare le strade e il germe della violenza non deve tornare ad insinuarsi all'interno del corpo sociale, perché tra di noi non c'è carnefice. Siamo tutti vittime: non della "borghesia imperialista", bensì della democrazia rappresentativa, della partitocrazia, dell'Unione Europea, dell'Euro, del complotto sionista-massonico, delle banche e del signoraggio, dell'immagrazione clandestina ed indiscriminata, della precarizzazione del lavoro, del libero mercato di merci e capitali... Ecco chi sono i veri nemici; ecco chi bisogna combattere! E dobbiamo farlo tutti insieme, remando tutti nella stessa direzione, senza divisioni e fratture sociali. Solo così possiamo scongiurare questa nuova minaccia; solo così potremo trovare un riparo sicuro in mezzo a questa tempesta liberale e liberista. Non facciamo il gioco dell'avversario anche in questo caso. Vi chiedo solo di aprire gli occhi e di ragionare in maniera critica, senza preconcetti di sorta. Non mi pare di chiedervi poi molto, no?
Roberto Marzola.
martedì 8 maggio 2012
ASTENSIONISMO E ANTIPOLITICA: IL TRASFORMISMO NON PAGA
Bisogna pur fare un breve ragionamento a margine delle ultime amministrative, cercando ovviamente di non dare loro più peso di quello che in realtà hanno. Sono state elezioni di basso profilo, dove i pezzi da novanta dei partiti si sono spesi molto meno rispetto al passato. Evidentemente, avevano paura delle uova marce e dei pomodori che la folla poteva riservare loro, proprio come si faceva con quegli attori che rappresentavano un pessimo spettacolo. Ed è fuor di dubbio che praticamente tutti i politici italiani stiano offrendo un'esibizione davvero inguardabile. Non è un caso, dunque, che i veri vincitori di queste elezioni siano l'astensionismo e l'antipolitica, interpretata soprattutto dai grillini. Hanno trionfato più per demerito degli avversari che per merito proprio; per la pochezza della politica ufficiale, più che per aver creato un programma d'azione serio, efficiente e credibile. Si tratta dunque di un voto che, quando è stato espresso, è stato sicuramente di protesta; un mezzo per dire ciò che non si vuole più sopportare, anziché per chiedere ciò che si vorrebbe.
Le cause? Sono presto dette: il vivere in un mondo a parte, distante da quello in cui s'arrabattano per arrivare a fine mese le persone comuni, ormai ridotte con l'acqua alla gola; l'essere schiavi dei proverbiali poteri forti; l'aver sostenuto ed il continuare a sostenere il governo Monti, giustamente percepito come un affamatore di popolo; il continuare imperterriti a non voler rinunciare a nessuno dei privilegi quasi feudali di cui godono, pagati dai contribuenti italiani; il cedere ancora a quel vizietto di fare tutto nell'ombra, (investimenti, restaurazioni di case, lauree dei figli ecc.). Vizi e vezzi che, soprattutto in un momento di congiuntura economica, danno l'idea della politica come di una casta di parassiti, che vive sulle spalle della povera gente. Una casta che in molti non vedono l'ora di far fuori.
Segnali preoccupanti, di insoddisfazione serpeggiante e di odio crescente, che dovrebbero preoccupare molto i signori della politica. Macchè! Questi furbacchioni fanno finta di non vedere e di non sentire. Dicono che Grillo non ha poi fatto questo exploit, (vero Napolitano? Vero Ferrara?); sostengono di aver stravinto e di poter vincere comodamente alle prossime politiche, (vero Bersani?); si limitano ad affermare che, in fondo, hanno solo sbagliato candidati, (vero PDL?). Nicchiano, insomma, sperando che con il tempo l'insoddisfazione cali e la fiducia nella loro politica ritorni.
Eh no, cari signori, temo proprio che stavolta non avrete altre chances. L'avete fatta grossa, troppo grossa. Per troppo tempo ci avete preso tutti in giro, credendo che avreste vissuto per altri 1000 anni alle nostre spalle, pensando che fossimo tutti scemi. La gente ormai ha iniziato a non poterne più di tutto questo e ad aprire gli occhi. Come ho scritto più volte, manca solo quella scintilla in più, quella che porta alla ribellione, ossia la punizione più grande per il vostro menefreghismo, per la vostra incapacità, per la vostra sudditanza. Cercate di darvi una mossa, di riabilitarvi agli occhi della gente, finché siete in tempo. Iniziate a proporre e a far approvare uno straccio di provvedimento concreto per sostenere le famiglie, le imprese, i piccoli professionisti. Smettetela con i trasformismi, con gli inciuci e gli accordi sotto banco. Allora, forse, avrete qualche possibilità di salvare la faccia, (e non solo quella); ma fatelo in fretta, prima che la tensione sociale esploda, prima che tornino le esecuzioni di piazza, i tribunali popolari e le ghigliottine. E' già successo una volta e sappiamo tutti come è andata a finire. Se non ve ne foste accorti, oggi come allora il pane inizia a scarseggiare e la folla presto avrà fame. Occhio!
Roberto Marzola.
Le cause? Sono presto dette: il vivere in un mondo a parte, distante da quello in cui s'arrabattano per arrivare a fine mese le persone comuni, ormai ridotte con l'acqua alla gola; l'essere schiavi dei proverbiali poteri forti; l'aver sostenuto ed il continuare a sostenere il governo Monti, giustamente percepito come un affamatore di popolo; il continuare imperterriti a non voler rinunciare a nessuno dei privilegi quasi feudali di cui godono, pagati dai contribuenti italiani; il cedere ancora a quel vizietto di fare tutto nell'ombra, (investimenti, restaurazioni di case, lauree dei figli ecc.). Vizi e vezzi che, soprattutto in un momento di congiuntura economica, danno l'idea della politica come di una casta di parassiti, che vive sulle spalle della povera gente. Una casta che in molti non vedono l'ora di far fuori.
Segnali preoccupanti, di insoddisfazione serpeggiante e di odio crescente, che dovrebbero preoccupare molto i signori della politica. Macchè! Questi furbacchioni fanno finta di non vedere e di non sentire. Dicono che Grillo non ha poi fatto questo exploit, (vero Napolitano? Vero Ferrara?); sostengono di aver stravinto e di poter vincere comodamente alle prossime politiche, (vero Bersani?); si limitano ad affermare che, in fondo, hanno solo sbagliato candidati, (vero PDL?). Nicchiano, insomma, sperando che con il tempo l'insoddisfazione cali e la fiducia nella loro politica ritorni.
Eh no, cari signori, temo proprio che stavolta non avrete altre chances. L'avete fatta grossa, troppo grossa. Per troppo tempo ci avete preso tutti in giro, credendo che avreste vissuto per altri 1000 anni alle nostre spalle, pensando che fossimo tutti scemi. La gente ormai ha iniziato a non poterne più di tutto questo e ad aprire gli occhi. Come ho scritto più volte, manca solo quella scintilla in più, quella che porta alla ribellione, ossia la punizione più grande per il vostro menefreghismo, per la vostra incapacità, per la vostra sudditanza. Cercate di darvi una mossa, di riabilitarvi agli occhi della gente, finché siete in tempo. Iniziate a proporre e a far approvare uno straccio di provvedimento concreto per sostenere le famiglie, le imprese, i piccoli professionisti. Smettetela con i trasformismi, con gli inciuci e gli accordi sotto banco. Allora, forse, avrete qualche possibilità di salvare la faccia, (e non solo quella); ma fatelo in fretta, prima che la tensione sociale esploda, prima che tornino le esecuzioni di piazza, i tribunali popolari e le ghigliottine. E' già successo una volta e sappiamo tutti come è andata a finire. Se non ve ne foste accorti, oggi come allora il pane inizia a scarseggiare e la folla presto avrà fame. Occhio!
Roberto Marzola.
lunedì 7 maggio 2012
LE NUOVE ELEZIONI IN EUROPA E IL COMPLOTTO DEI MERCATI
Diciamocelo chiaramente: le elezioni appena tenutesi in Europa hanno bocciato severamente l' Euro, l'Unione Europea e la politica di rigore. In tutto il Vecchio Continente proliferano forze conservatrici e di stampo socialista. Più o meno tutte propongono di rivedere in maniera massiccia le regole del gioco, non solo in materia politica ed economica, ma anche e soprattutto sociale. Già, perché il più grande fallimento dell'Europa delle banche e delle monete è proprio questo: non aver fatto nulla per alleviare le difficoltà quotidiane della gente. Non che potesse essere diversamente, dato che a Bruxelles e dintorni non hanno mai fatto mistero di essere completamente disinteressati al sostegno agli strati più deboli della società e di essere molto più presi dall'andamento dello spread, (per tacere poi della curvatura delle banane!).
Ecco, dunque, la ribellione popolare, purtroppo non ancora trasformatasi in rivolta. Si bocciano i partiti che hanno sostenuto il progetto di un'Europa in mano alle banche e schiava di una moneta unica, e si votano le formazioni più estremiste che, almeno in apparenza, parlano una lingua diversa e cercano di percorrere altre strade. C'è chi chiede il ritorno alla moneta nazionale, (vedi l'estrema-destra greca), e chi, invece, vuole una moneta nazionale che si affianchi all'Euro come moneta unica, (come la signora Le Pen). Ma, comunque, tutti reclamano a gran voce una cosa: più sovranità interna.
La cosa non deve essere piaciuta agli eurocrati capitanati dalla Merkel, fedeli scudieri di quei poteri forti che hanno tutto l'interesse a trasformare l'Europa in un mucchio di macerie. Difatti, la risposta non si è fatta attendere. A cosa mi riferisco? Naturalmente al crollo delle borse che si è verificato dopo la diffusione dei primi risultati elettorali: Atene ha perso l'8%, Parigi l'1,23%, Francoforte l'1,49%, Madrid l'1,19%, Milano lo 0,75%. Gli esperti del settore dicono che la colpa è tutta delle elezioni: i mercati temono che le politiche del rigore possano essere messe in discussione, minando la solidità dei conti dei vari Stati. Francamente, non ci credo nemmeno un po'. Per me il mercato non è affatto quell'entità astratta, cosciente e consapevole che solitamente ci dipingono; al contrario, ritengo sia una sorta di teatrino delle marionette, in cui una mano invisibile agita i fantocci a proprio piacimento; oppure, se preferite, è un' assurda partita a scacchi, in cui uno dei giocatori non ha volto, è ignoto. E così, proprio come in uno spettacolo di marionette o una partita a scacchi, l'usuraio fa le proprie mosse, ordisce le sue trame, stende il proprio copione, a seconda dei nostri comportamenti: vincono le forze a favore dell'Euro e dell'Unione Europea? Allora le borse salgono, per far vedere che i mercati premiano gli sforzi compiuti dai governi sottomessi nel prelevare quattrini dalle tasche della gente. Monta l'insofferenza per le angherie compiute proprio dalle istituzioni europee e dalla moneta unica? I mercati crollano a comando, come a lanciare un severo monito ai cittadini del Vecchio continente: "non ci provate neanche o facciamo sparire i vostri risparmi".
Saranno solo coincidenze? Starò diventando paranoico? Inizierò a delirare? Tutto può essere. Fatto sta che, ragionando così, tante tessere del mosaico sembrano trovare il loro posto ed iniziano a comporre un'immagine. Vi posso assicurare che si tratta di una figura che definire inquietante è dir poco. Provateci anche voi, ve lo consiglio. Visto mai che lo spavento produca finalmente quello scatto d'orgoglio che innesca la voglia di ribellione, che alimenta il desiderio di una vera, autentica e genuina libertà? "Spes ultima dea". Come sempre.
Roberto Marzola.
Ecco, dunque, la ribellione popolare, purtroppo non ancora trasformatasi in rivolta. Si bocciano i partiti che hanno sostenuto il progetto di un'Europa in mano alle banche e schiava di una moneta unica, e si votano le formazioni più estremiste che, almeno in apparenza, parlano una lingua diversa e cercano di percorrere altre strade. C'è chi chiede il ritorno alla moneta nazionale, (vedi l'estrema-destra greca), e chi, invece, vuole una moneta nazionale che si affianchi all'Euro come moneta unica, (come la signora Le Pen). Ma, comunque, tutti reclamano a gran voce una cosa: più sovranità interna.
La cosa non deve essere piaciuta agli eurocrati capitanati dalla Merkel, fedeli scudieri di quei poteri forti che hanno tutto l'interesse a trasformare l'Europa in un mucchio di macerie. Difatti, la risposta non si è fatta attendere. A cosa mi riferisco? Naturalmente al crollo delle borse che si è verificato dopo la diffusione dei primi risultati elettorali: Atene ha perso l'8%, Parigi l'1,23%, Francoforte l'1,49%, Madrid l'1,19%, Milano lo 0,75%. Gli esperti del settore dicono che la colpa è tutta delle elezioni: i mercati temono che le politiche del rigore possano essere messe in discussione, minando la solidità dei conti dei vari Stati. Francamente, non ci credo nemmeno un po'. Per me il mercato non è affatto quell'entità astratta, cosciente e consapevole che solitamente ci dipingono; al contrario, ritengo sia una sorta di teatrino delle marionette, in cui una mano invisibile agita i fantocci a proprio piacimento; oppure, se preferite, è un' assurda partita a scacchi, in cui uno dei giocatori non ha volto, è ignoto. E così, proprio come in uno spettacolo di marionette o una partita a scacchi, l'usuraio fa le proprie mosse, ordisce le sue trame, stende il proprio copione, a seconda dei nostri comportamenti: vincono le forze a favore dell'Euro e dell'Unione Europea? Allora le borse salgono, per far vedere che i mercati premiano gli sforzi compiuti dai governi sottomessi nel prelevare quattrini dalle tasche della gente. Monta l'insofferenza per le angherie compiute proprio dalle istituzioni europee e dalla moneta unica? I mercati crollano a comando, come a lanciare un severo monito ai cittadini del Vecchio continente: "non ci provate neanche o facciamo sparire i vostri risparmi".
Saranno solo coincidenze? Starò diventando paranoico? Inizierò a delirare? Tutto può essere. Fatto sta che, ragionando così, tante tessere del mosaico sembrano trovare il loro posto ed iniziano a comporre un'immagine. Vi posso assicurare che si tratta di una figura che definire inquietante è dir poco. Provateci anche voi, ve lo consiglio. Visto mai che lo spavento produca finalmente quello scatto d'orgoglio che innesca la voglia di ribellione, che alimenta il desiderio di una vera, autentica e genuina libertà? "Spes ultima dea". Come sempre.
Roberto Marzola.
sabato 5 maggio 2012
"SYMPATHY FOR THE DEVIL": GLI ITALIANI COL SEQUESTRATORE DI BERGAMO
Otto anni di carcere: ecco cosa sta rischiando Luigi Martinelli, il sequestratore di Bergamo. Questo è il prezzo della sua disperazione. Doveva pagare una cartella esattoriale di circa 1000 €. Una piccola somma, se vogliamo; evidentemente non sono più i soldi il problema. Il problema sembra essere la situazione in generale o, astraendo, la percezione della realtà. I cittadini vedono ormai nello Stato un estraneo, anzi un nemico. Non si sentono più rappresentati, ma vedono in esso una minaccia per il loro presente e per il loro avvenire. Non sono più disposti a pagare niente, nemmeno un centesimo di tasse, perché tanto ormai regna in essi la convinzione che quei soldi non torneranno agli italiani sotto forma di servizi.
Allora, si schierano dalla parte del sequestratore di Bergamo. Provano simpatia ed un sentimento di profonda compassione e comprensione verso quell'uomo che è stato in grado di dire "basta", compiendo un gesto folle sì, ma che sa di angoscia, di fragilità, di umano. Si rivedono in lui, nell'uomo mite, padre di famiglia, titolare di una piccola impresa, che ormai ha imparato a memoria il numero e l'indirizzo dell'Agenzia delle Entrate, quest'organo dello Stato con cui ultimamente ha avuto sempre più a che fare; questa specie di mostro dalle mille teste e dai mille tentacoli, (vedi Equitalia), che con fare inquisitorio passa in rassegna i tuoi conti alla ricerca di somme dovute e non pagate, di quella parte del tuo sudore di cui è proprietario lo Stato. Inutile dire che ti senti sotto osservazione, minacciato da degli impiegati che ti guardano come per dire: "evasore che altro non sei, tira fuori la grana!".
Se così è, come si fa a dar torto a quegli italiani così solidali con il sequestratore? Come si può non giustificare umanamente il gesto di Luigi Martinelli, di quell'uomo che ha scelto di sfidare la legge penale per chiedere che qualcuno ascoltasse il suo grido di rabbia e disperazione?
La verità è che siamo tutti stanchi e che tutti ci sentiamo presi in giro. Non se ne può più delle solite parole e delle consuete promesse, che davvero non danno alcun sollievo a chi, quotidianamente, si spacca la schiena per mettere insieme il pranzo e la cena; per chi ogni singolo giorno va alla pompa di benzina, al supermercato e in farmacia, e vede che il suo lavoro, i suoi sforzi e suoi sacrifici valgono sempre meno, non bastano più per assicurare a sé e alla famiglia un oggi dignitoso. Quindi, se i lorsignori non sono in grado di darci una mano per sbarcare il lunario e non intendono alzare il culo dalla poltrona, almeno abbiano il buon gusto e la decenza di tapparsi la bocca. E questo vale tanto per i signori politicanti, quanto per il Ferrara di turno, i quali vengono a dirci che non siamo poi così messi male e che le tasse sono "uno strumento bellissimo", avendo tasca e pancia piene dei nostri soldi. Che facce toste!
Roberto Marzola.
giovedì 3 maggio 2012
BARRICATO DENTRO LA SEDE DI EQUITALIA CON OSTAGGI
Per ora non si sa molto più. Si sa solo che il piazzale antistante gli uffici è presidiato da Carabinieri e Guardia di Finanza, entrambi pronti ad intervenire laddove ce ne fosse bisogno.
Francamente, non mi sento di dire molto su questa vicenda: ancora troppo pochi gli elementi a disposizione per poter giudicare. Dico solo una cosa: la situazione sta diventando grave, anzi gravissima. La gente ormai è al limite della sopportazione. Non si può più tollerare di vivere senza un lavoro, con tasse su tutto e con il carrello della spesa che diventa sempre più caro. Ormai, quella che fino a pochi anni fa era una vita normale, (perché fatta di un tetto sopra la testa, una famiglia, un lavoro, due pasti al giorno e una pensione), oggi sembra un miraggio. E nessuno fa niente. Soprattutto a Roma, dove sono ancora alle prese col dubbio se alzare l'IVA al 23% oppure no.
Quanto ancora si può andare avanti così? Quanto tempo dovrà passare prima che incominci un'opera di sostegno alle famiglie, ai lavoratori, agli imprenditori, agli artigiani, ai piccoli professionisti? Quanti altri atti di disperazione dovranno essere compiuti per chiedere un minimo di comprensione, una parvenza d'aiuto, un abbozzo di umanità? aSe gli eventi e le scelte dell'esecutivo andranno ancora in questa direzione, stavolta la rivoluzione scoppierà sul serio. E sarà violenta, perché scatenata da una massa afflitta da angosce, paura e stenti. Travolgerà tutto e tutti, senza distinguere tra fiore e stelo d'erba, proprio come la falce fienaia della signora scura.
Si dimettano Lorsignori, dunque, finché sono in tempo; facciano i bagagli e si ritirino a vita privata, senza super-pensioni e vitalizi; lascino il campo a chi sa cosa fare e per chi farlo. Questo è più di un avvertimento. L'ora dei conti sta finalmente arrivando. Attenti!
Roberto Marzola.
mercoledì 2 maggio 2012
1 MAGGIO: RIVOLUZIONARI COI SOLDI PUBBLICI
Anche per quest'anno il 1° maggio è venuto e se ne è andato, lasciandoci negli occhi e nelle orecchie gli echi dell'ormai consueto "concertone". Il tempo passa, ma nulla sembra davvero cambiare: c'erano i menestrelli di corte, la solita fiumana di gente, gli slogan antifascisti, l'abuso del termine "lavoratori", (come se tutti quelli non presenti al concerto fossero dei parassiti!), la benedizione dei sindacati e le solite bandiere rosse. Stavolta, forse, è cambiato il ritornello: Berlusconi non è più il nemico numero 1, rimpiazzato sulla gogna da Monti e dalla Fornero. Gira e rigira, certi signori ce l'hanno sempre col governo di turno, specie se di centro-destra o percepito come tale. Mai, però, che se la prendano con chi potrebbe fare qualcosa di concreto ma non fa nulla per becera convenienza politica. Il riferimento, ovviamente, è ai sindacati italiani, che dal secondo dopoguerra ad oggi hanno sempre e solo banchettato, (neanche troppo di nascosto!), al tavolo del "capitale" italiano, lasciando che le campagne si svuotassero e che l'industria congestionasse, fregandosene del privato e spendendosi oltre misura per un pubblico che porta voti, e tollerando che il lavoro fosse sempre meno, più precario e per pochi fortunati. Una circostanza che già mi fa davvero ridere come un matto!
Tuttavia, ciò che mi fa più scompisciare, (per non dire di peggio!), è che questi signori, questi rivoluzionari dagli alti ideali e dalla retorica facile, pretandano fior di quattrini pubblici per organizzare i loro eventi di spicco. Non è un mistero che ogni anno, a cominciare dal 1991, il Comune di Roma destina circa 240.000 € per permettere alla sinistra più estrema, ai centri sociali e ai sindacati di colore rosso sbiadito, di organizzare la festicciola primaverile. Cifra a cui vanno sommati gli emolumenti spettanti ai 1000 agenti di polizia per il servizio d'ordine, i quali solo quest'anno hanno arrestato 60 persone, (52 per spaccio), e denunciate altre 20. A me, francamente, pare un po' troppo comodo e anche molto ipocrita lanciare accuse al sistema, al "padrone", e poi accertarne, anzi pretenderne, i quattrini, manco fossero dovuti; mi sembra un bel controsenso lamentarsi per la carenza di risorse per il lavoro e poi sperperare somme così elevate di soldi pubblici. Ma, forse, è ancora più assurdo che le entrate del concertone del 1 maggio non vengano corrisposte al Comune. Nossignore: i denari provenienti dagli sponsor e dai diritti TV versati dalla RAI, (altra azienda pubblica!), vanno dritti dritti nelle casse dei sindacati, alla faccia dei lavoratori e della collettività che -come detto poc'anzi- da un ventennio paga di tasca propria la gita fuori porta a questi signorini.
Mi domando e dico: non sarebbe ora di finirla con questa pagliacciata? Non sarebbe preferibile rinunciare a sperperare risorse pubbliche e finanziare il concerto autonomamente, se proprio si vuole continuare a scadere nel ridicolo? Non converrebbe, piuttosto, essere seri ed affrontare per davvero i problemi dei lavoratori, (di tutti i lavoratori), anziché bisbocciare a suon di canzoncine e spinelli? Evidentemente no: all'ideologia va sempre tributato il "giusto" riconoscimento, costi quel che costi. I soliti "kompagni": fuori dal mondo e fuori di testa. Ancora oggi. Contenti loro!
Roberto Marzola.
Tuttavia, ciò che mi fa più scompisciare, (per non dire di peggio!), è che questi signori, questi rivoluzionari dagli alti ideali e dalla retorica facile, pretandano fior di quattrini pubblici per organizzare i loro eventi di spicco. Non è un mistero che ogni anno, a cominciare dal 1991, il Comune di Roma destina circa 240.000 € per permettere alla sinistra più estrema, ai centri sociali e ai sindacati di colore rosso sbiadito, di organizzare la festicciola primaverile. Cifra a cui vanno sommati gli emolumenti spettanti ai 1000 agenti di polizia per il servizio d'ordine, i quali solo quest'anno hanno arrestato 60 persone, (52 per spaccio), e denunciate altre 20. A me, francamente, pare un po' troppo comodo e anche molto ipocrita lanciare accuse al sistema, al "padrone", e poi accertarne, anzi pretenderne, i quattrini, manco fossero dovuti; mi sembra un bel controsenso lamentarsi per la carenza di risorse per il lavoro e poi sperperare somme così elevate di soldi pubblici. Ma, forse, è ancora più assurdo che le entrate del concertone del 1 maggio non vengano corrisposte al Comune. Nossignore: i denari provenienti dagli sponsor e dai diritti TV versati dalla RAI, (altra azienda pubblica!), vanno dritti dritti nelle casse dei sindacati, alla faccia dei lavoratori e della collettività che -come detto poc'anzi- da un ventennio paga di tasca propria la gita fuori porta a questi signorini.
Mi domando e dico: non sarebbe ora di finirla con questa pagliacciata? Non sarebbe preferibile rinunciare a sperperare risorse pubbliche e finanziare il concerto autonomamente, se proprio si vuole continuare a scadere nel ridicolo? Non converrebbe, piuttosto, essere seri ed affrontare per davvero i problemi dei lavoratori, (di tutti i lavoratori), anziché bisbocciare a suon di canzoncine e spinelli? Evidentemente no: all'ideologia va sempre tributato il "giusto" riconoscimento, costi quel che costi. I soliti "kompagni": fuori dal mondo e fuori di testa. Ancora oggi. Contenti loro!
Roberto Marzola.
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